Secondo nuovi rumor, Swisscom, la principale società di telecomunicazioni elvetica nonché capogruppo di Fastweb, starebbe studiando una contromossa per chiudere il matrimonio tra Fastweb-Vodafone, dopo che Iliad nei giorni scorsi si è fatta avanti. L’offerta, una proposta di fusione da 10,5 miliardi, ha il sostegno unanime del consiglio di amministrazione di Iliad e del suo principale azionista Xavier Niel.
Iliad-Vodafone, Swisscom con Fastweb studia la contromossa


Il precedente
Per inquadrare il risiko delle Tlc occorre fare un passo indietro. A febbraio 2022 Vodafone aveva rifiutato un’offerta di 11,25 miliardi di euro per le attività italiane da parte di un consorzio guidato da Iliad. A settembre Xavier Niel, da patron di Iliad, attraverso Atlas Investissement ha acquisito una partecipazione di circa il 2,5% in Vodafone e i colloqui, secondo i rumors, sarebbero ripresi fino alla nuova proposta. Vodafone avrebbe il 50% del capitale sociale della newco italiana insieme a un pagamento in contanti pari a 6,5 miliardi di euro e ad un finanziamento soci per 2 miliardi di euro finalizzato a garantire un allineamento a lungo termine. Sulla base dell’Ebitdaal stimato di Vodafone Italia di 1,34 miliardi di euro per l’esercizio 2024 (secondo il consensus dei broker), l’operazione proposta implica un multiplo dell’EbitdaaL di 7,8 volte, superiore al multiplo di 7,1 volte offerto da Iliad nella sua offerta di 11,25 miliardi di euro di febbraio 2022. Iliad avrebbe il restante 50% ma anche un diritto di opzione (call option) sulla partecipazione di Vodafone in NewCo con facoltà di acquisire ogni anno il 10% del capitale ad un prezzo per azione pari all’equity value al closing. Nel caso in cui Iliad decidesse di esercitare interamente le opzioni call, ciò genererebbe ulteriori 1,95 miliardi di euro di liquidità per Vodafone.
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Quanto vale Iliad
Iliad Italia viene invece valutata 4,45 miliardi di euro (earning value) e Iliad otterrebbe il 50% del capitale sociale di newco, insieme a un pagamento in contanti (dalle banche che finanziano l’operazione) pari a 500 milioni di euro e ad un finanziamento soci per 2 miliardi di euro. Dal matrimonio nascerebbe un operatore con un fatturato di circa 5,8 miliardi e un EbitdaaL (utili prima degli interessi, tasse e ammortamenti, dopo locazione di immobili che ospitano infrastrutture passive ai clienti delle nostre controllate operative) di circa 1,6 miliardi, beneficerebbe di sinergie annuali per 600 milioni e la leva finanziaria si situerebbe a 4,5 volte di debito netto rispetto all’EbitdaaL, con l’obiettivo di scendere al di sotto di tre volte tre anni dopo il closing.
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Il ruolo di Fastweb
Non è escluso che Fastweb potrebbe essere interessata a rilevare asset ridondanti da un eventuale merger Vodafone-Iliad, come rimedi che potrebbero essere indicati dall’Antitrust Ue per concedere il via libera alla fusione. Tali asset potrebbero includere le frequenze 5G sulla banda 700 Mhz e alcuni segmenti di clientela considerando la concentrazione di quota di mercato che si determinerebbe (circa il 37% riferito sul totale di Sim al 30 giugno, di cui 9,4% Iliad e 27,4% Vodafone). «Un merger Vodafone-Iliad con Fastweb remedy taker - secondo gli analisti di Intermonte - potrebbe rappresentare uno scenario molto favorevole per Tim». Per guadagnare massa critica e raggiungere una quota di mercato adeguata, Fastweb «potrebbe guardare con maggiore interesse ad un’offerta convergente con il fisso (oggi serve 2,6 milioni di utenze familiari) e basata sulla qualità del servizio, anziché sfruttare la leva prezzo con una strategia dirompente simile a quella attuata in questi anni da Iliad». Questa strategia, secondo gli esperti, sembrerebbe «particolarmente sensata considerando anche la necessità futura di Fastweb di investire in una rete mobile completamente proprietaria».
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22 dic 2023
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