
Bonaccini: “Al Pd serve identità più definita”. E su Schlein alle Europee: “Da capolista ovunque sarebbe come Berlusconi”
Come Partito Democratico, "abbiamo il compito di avere un'identità più e meglio definita del recente passato”. Stefano Bonaccini torna a parlare e a pungolare. Il presidente del Pd e governatore dell’Emilia Romagna, ospite di Agorà, su Rai 3, rivendica per i dem “il compito di essere una forza che se si irrobustisce diventa più attrattiva, perché da soli non bastiamo, lo sappiamo benissimo, però è evidente che chi vorrà essere alternativo a questa destra in futuro non può fare a meno del Partito Democratico, anche per ragioni semplicemente matematiche". E i numeri, sottolinea, sono questi: "Noi siamo il secondo partito del Paese e il secondo di opposizione, secondo i sondaggi è a circa il 20%, forza che in Europa è tra le principali". All’orizzonte, indica gli “appuntamenti importanti” sui territori: “Vorrei ricordare i comuni: si vota inoltre la metà dei comuni italiani. Noi ne stiamo governando il 70% perché per fortuna e per meriti abbiamo una classe dirigente diffusa del Pd e del centrosinistra più in generale che ha vinto praticamente per gran parte tutte le ultime tornate amministrative dei comuni e quindi una classe dirigente forte e robusta nei territori".

E poi ci sono le Europee. E qui affiora il tema della candidatura della segretaria, Elly Schlein, alla luce anche dello stop suggerito da Romano Prodi: “Penso che dovremmo interrompere questo dibattito – dice Bonaccini – fino a che, immagino a breve, Elly ci vorrà dire cosa vorrà fare anche del suo futuro. Sarebbe incredibile che noi impedissimo alla segretaria del nostro partito di candidarsi e portare il suo valore aggiunto. Sarebbe sbagliata una candidatura a capolista in tutte le circoscrizione, perché lo fece Silvio Berlusconi ed è alterità rispetto a quello che noi siamo, un partito plurale”.
"Mi pare che la pluricandidatura cui si sta avviando Giorgia Meloni serve a un fatto", commenta poi guardando nello schieramento opposto: "Se lo farà è per fare un referendum su se stessa e sul governo, per evitare di parlare di Europa perché sarebbe costretta ad ammettere troppe contraddizioni".

Domani Bonaccini incontrerà proprio Meloni, prima con il ministro Raffaele Fitto e poi con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: “Firmiamo in Regione l'accordo per ricevere 600 milioni di euro dei fondi europei di Sviluppo e coesione. Sono quei fondi che spettano alle regioni per fare investimenti su diversi opere, dalle infrastrutture a vari progetti di rigenerazione urbana. Poi nel pomeriggio saremo a Forlì insieme a Ursula von der Leyen, dovrebbero essere concessi 1,2 miliardi di euro da Pnrr di fondi aggiuntivi per investimenti e per gli interventi post alluvionali. Ad oggi abbiamo ricevuto poco più di 4 miliardi di euro sugli 8,5 miliardi di euro di danni. Quindi meno della metà delle risorse che servono. Ad oggi, poi, non è possibile rimborsare i danni per i beni mobili. E poi manca personale - ha aggiunto - Quindi domani, bene, benvenuti. Benedetti questo 1,2 miliardi però chiariamo una cosa: servono per investimenti, sono per strade e ripristini ma non sono per il rimborso dei danni subiti dai cittadini o dalle imprese".