Matteo Salvini (con Marine Le Pen) entra nel gruppo Ue di Orbàn. La Lega: conteremo di più

diCesare Zapperi

I Patrioti per l'Europa verso quota 82 seggi a Bruxelles, sarebbero davanti ai Conservatori (Ecr)

Ci mancava solo l’adesione degli spagnoli di Vox. Ora il progetto dei Patrioti per l’Europa, fortemente voluto dal premier ungherese Viktor Orbán, è pronto per essere presentato in società. Oggi è il giorno giusto, quello in cui anche Marine Le Pen, archiviate le elezioni in patria, confermerà il suo ingresso nel nuovo gruppo delle destre sovraniste. E lo stesso farà Matteo Salvini, mettendo nero su bianco quel che auspicava ormai da una decina di giorni.

Numeri alla mano (anche se a Bruxelles il pallottoliere è quantomai ballerino), nasce la terza formazione per numero di iscritti al Parlamento europeo, 82 in tutto, 4 in più dei Conservatori di Giorgia Meloni, sempre che in extremis non si verifichino nuove fuoriuscite. Si scioglie Identità e democrazia, il gruppo che nell’ultima legislatura era guidato dal leghista Marco Zanni. «Ma non è il fallimento di un progetto politico come sostiene qualcuno» fanno osservare in via Bellerio. «È come quando nacque il Pdl dall’unione di Forza Italia e Alleanza nazionale. Questa è un’operazione ancora più ambiziosa. Entriamo tutti in una dimensione più grande per contare di più» (pur se il modello indicato non è stato un successo).

Salvini, che pure è rimasto sorpreso se non spiazzato dall’adesione di Vox (partito ultranazionalista, ostile alle istanze dei catalani, tradizionali alleati della Lega), in un’intervista a Libero ha commentato con enfasi l’operazione di tessitura politica che nasce con grandi ambizioni tutte però da realizzare alla luce del cordone sanitario che a Bruxelles ha tenuto sempre fuorigioco le forze sovraniste e di destra conservatrice. «Negli ultimi anni c’è stata una propaganda a reti unificate — ha osservato il leader leghista — per provare a ridicolizzare e ridimensionare chi, come la Lega o Marine Le Pen, proponeva un modello diverso di Europa. Dato che la realtà è più forte di qualsiasi menzogna, ora emerge con nettezza che i popoli europei vogliono un radicale cambiamento».

La partita europea per la Lega ha anche una valenza nazionale. L’entusiasmo con cui Salvini ha accolto gli spagnoli pare non sia stato gradito da Meloni, a sua volta spiazzata da un «tradimento» imprevisto. Ma è il segno di una concorrenza interna che nelle ultime settimane si è fatta agguerrita su diversi fronti. Ora con i Patrioti per l’Europa la faglia tra Fratelli d’Italia e Lega si allarga ancora di più. E a chi dice che ai Conservatori aver perso gli estremisti potrà fare solo bene, garantendo alla premier italiana più spazi di manovra, i leghisti obiettano che Meloni resta in una posizione complicata: quasi impossibile votare per Ursula von der Leyen, l’astensione sarebbe poco comprensibile per un gruppo comunque destinato all’opposizione. Raffaele Fitto, ministro meloniano e in pectore per un posto da commissario Ue, fa mostra di non essere preoccupato dalla novità («Per ora i Conservatori sono ancora il terzo gruppo») e nega che l’addio di Vox possa concedere più agibilità.

Nelle prossime ore, anche in base al verdetto delle elezioni francesi, il quadro sarà più chiaro. Per la Lega, uscita ridimensionata dal voto europeo (i deputati sono scesi da 24 a 8), inizia una nuova partita: con meno giocatori ma in una squadra più grande. Questa è la scommessa di Salvini, ma sarà davvero meglio?

La newsletter Diario Politico

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter "Diario Politico". E' dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.

7 luglio 2024

- Leggi e commenta