IL PERSONAGGIO La presa di Spinelli sul porto di Genova e tutti i super regali a Signorini

L'imprenditore Aldo Spinelli in una foto d'archivio.  ANSA/LUCA ZENNARO

Aldo Spinelli, alla guida del Gruppo Spinelli

«E belìn! Ridi, te! Però, adesso, il 2 per mille lo dedichiamo tutto a te, eh?». Ed ancora: « Quello ufficiale è il due per mille. Tutto il resto... Il resto dopo». A parlare, intercettato, è Aldo Spinelli, ex presidente del Genoa e del Livorno e patron del Gruppo Spinelli, realtà attività nel settore della logistica e dei terminal portuali.  

L’interlocutore è invece il presidente della Liguria, Giovanni Toti. Stando all’ordinanza di custodia cautelare della Gip di Genova, Paola Faggioni, a fare da sfondo alla «continua trattativa» per l’acquisizione di nuove aree portuali portata avanti da Spinelli, «si ponevano alcune allusioni dell’imprenditore rivolte a Toti», concernenti la possibilità di destinare a questi non solo contributi «ufficiali» del «2 per mille» ma anche ulteriori contributi (evidentemente non ufficiali) una volta ottenute le concessioni delle aree Ex Carbonile Enel.

Campagne elettorali

Il terremoto che ha squassato la giunta ligure sta facendo cadere il castello di favori e tangenti che, secondo la procura di Genova, era stato messo in piedi per finanziare la campagna elettorale, spartendosi anche le concessioni portuali. 

Sono 10 gli indagati raggiunti da provvedimenti cautelari: non solo persone dell’entourage del presidente Toti, ma anche imprenditori e un sindacalista

Al centro dell’indagine di quello che appare un ben avviato sistema corruttivo c’è, appunto, Spinelli, ora agli arresti domiciliari. Per lui l’accusa è di corruzione, oltre che nei confronti del presidente della Regione Liguria, anche di Paolo Emilio Signorini, dall’agosto scorso ad di Iren e per 7 anni, dal 2016 al 2023, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. 

Signorini, classe 1963, laureato in Scienze politiche a Firenze, una specializzazione a Yale e, in passato, incarichi alla presidenza del Consiglio dei ministri, era giunto alla guida di Iren voluto a tutti i costi dal sindaco di Genova, Marco Bucci, e sponsorizzato dallo stesso Toti. Tutto questo, nonostante una parte degli azionisti non lo trovasse adeguato per la poca esperienza nel settore delle utilities. Spinelli, secondo la Procura, avrebbe ottenuto da Signorini l’accelerazione della pratica del rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse per 30 anni, oltre la concessione di spazi nell’Ex Carbonile e il tombamento di Calata Concenter.

Denaro e regalie

In cambio di questi favori, Signorini avrebbe ricevuto 15 mila euro in contanti, 22 soggiorni di lusso pagati a Montecarlo, giocate al casinò, «servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici». Tra le regalìe anche una borsa Chanel e un bracciale Cartier. Spinelli avrebbe anche offerto a Signorini «un incarico con retribuzione pari a 300 mila euro all’anno una volta terminato il mandato» da presidente dell’Autorità portuale.
Anche il figlio di Aldo Spinelli, Roberto, come lui imprenditore nel settore logistico, è accusato di corruzione nei confronti di Toti, ma gli è stata applicata la sola misura interdittiva dell’attività imprenditoriale. Stessa misura per un altro imprenditore portuale, Mauro Vianello (Ente bacini e Cooperativa Santa Barbara), accusato di corruzione nei confronti di Signorini; e per Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, accusato di corruzione verso Toti. I due fratelli Arturo Angelo e Italo Maurizio Testa, esponenti bergamaschi di Forza Italia, ora sospesi e sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di Boltiere, sono accusati, invece, di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra. Secondo la Procura, alle regionali in Liguria, nel 2020, avrebbero promesso posti di lavoro agli elettori di origine siciliana, in cambio di voti per la lista Cambiamo con Toti Presidente e il candidato Stefano Anzalone. Infine, obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per l’ex sindacalista della Cgil, nel frattempo sospeso, Venanzio Maurici: l’accusa è di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata di Riesi.                             

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