I LEGAMI CON I CLAN Sotto accusa anche i gemelli Testa: i voti «comprati» alle elezioni del 2020 e il legame con Cosa Nostra
Per i due fratelli siciliani di Boltiere (provincia di Bergamo) è stato disposto l'obbligo di dimora. Secondo le indagini, sarebbero legati al clan Cammarata del Mandamento di Riesi

Da sinistra: Arturo Angelo Testa e il fratello gemello Italo Maurizio (ultimo a destra) al congresso nazionale di Forza Italia, lo scorso febbraio. Hanno 70 anni e vivono a Boltiere
Le bacheche Facebook piene zeppe di fotografie con esponenti bergamaschi di Forza Italia, oppure con ritratti di famiglia. Fino all'ultimo minuto. Arturo Angelo Testa, alle 5.47 di oggi (7 maggio 2024), augurava serenamente il buongiorno a tutti: «Amici e parenti buongiorno e buon martedì a tutti voi miei carissimi». Deve essere stato poco dopo che, nella sua casa di Boltiere e in quella del fratello Italo Maurizio Testa, si è presentata la Guardia di finanza. Ci sono anche loro, i gemelli Testa, tra gli indagati nell'inchiesta per corruzione che ha portato agli arresti domiciliari il governatore della Liguria Giovanni Toti.
L'ipotesi di un legame con Cosa Nostra
Per Arturo Angelo e Italo Maurizio Testa, 70 anni, nati a Caltanissetta e poi trasferitisi nella pianura bergamasca, il tribunale di Genova ha disposto l'obbligo di dimora a Boltiere. Considerati rappresentanti della comunità riesina di Genova, sono accusati di corruzione elettorale aggravata per avere agevolato Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata del Mandamento di Riesi, radicato anche a Genova.
Fra sindacati e politica, quella foto a Predappio
Ex rappresentante della Fim Cisl all'interno dello stabilimento Marcegaglia di Boltiere, Italo Maurizio è stato consigliere provinciale di An a Bergamo e attualmente è consigliere comunale di Boltiere per il centrodestra. Nel 2014, era stato anche candidato sindaco e prima ancora aveva ricoperto la carica di vicesindaco. In quel periodo (era luglio 2011), fu fotografato in maglietta nera mentre faceva il saluto romano durante un raduno a Predappio. Uno scatto finito su Facebook. Ora, è in Forza Italia, nominato lo scorso anno delegato del collegio Dalmine e Bassa Bergamasca e molto vicino al deputato e coordinatore lombardo Alessandro Sorte, di cui il fratello era stato segretario ai tempi del suo assessorato in Regione Lombardia.
«Voti comprati in cambio di posti di lavoro»
Ai Testa e a Matteo Cozzani, coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista «Cambiamo con Toti Presidente», viene contestato (in
concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare o interdittiva in relazione a questo delitto) di aver elargito favori in cambio di voti alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre 2020. Secondo gli inquirenti, avrebbero promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e comunque siciliani verso la lista «Cambiamo con Toti Presidente», verso l’indagato Stefano Anzalone e verso altri candidati della stessa lista (questi ultimi non indagati). A Italo Cozzani, Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa è contestata, inoltre, l’aggravante per aver commesso il reato al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata del Mandamento di Riesi, presente a Genova. Il reato di corruzione elettorale aggravata è contestato ai Testa anche in concorso con Anzalone, candidato al Consiglio regionale per la lista «Cambiamo con Toti Presidente», il quale avrebbe pagato loro le spese di vitto e alloggio nel capoluogo ligure tra il 10 e il 19 settembre 2020.
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