Bruxelles, tra spritz e strette di mano: il cocktail dei neoeletti al Parlamento europeo per fare «network»

diNino Luca

All'indomani dell'insediamento dell'Europarlamento, l’incontro con i «portatori di interessi» (guai a chiamarli lobbisti). 

DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES - «Non c’è Vannacci? Lo conosco da venti anni, sono venuta per farmi uno spritz con lui». Varca l’ingresso de La Rotonde nell’edificio dedicato a Churchill Elena Donazzan, deputata di Fratelli d’Italia, tailleur azzurro cielo, di Bassano del Grappa. Delusa perché ad accompagnare le tartine di bretzel al formaggio e zucchine ci sono solo vini dell’Alsazia con e senza bollicine. Tra i tavoli risuonano parole come «trasparenza, correttezza, valori essenziali, obiettivi, interessi», interrotte da applausi un po’ spenti dopo una lunga giornata di lavori parlamentari. 

Divisi da virgole ed emendamenti, i neodeputati, al secondo giorno di scuola, si ritrovano per fare, come si legge nell’invito dell’ufficio del Parlamento europeo in Italia, «networking cocktail». Leghisti, grillini (si potranno chiamare ancora così?), azzurri, verdi e meloniani, si dividono in chiacchiere con giornalisti e stakeholder. Quest’ultimi letteralmente sono «portatori di interesse». Guai a definirli di lobbisti. «Noi non agganciamo, facciamo advocacy, è democrazia partecipativa, caro». Niente foto, men che meno video. In quest’ala del Parlamento europeo va in onda il «Sistema Italia». 

Formazione presente per il Movimento 5 Stelle: Antoci, Tridico e Furore. Ma è Gaetano Pedullà a scattare raccontando il suo struggente gesto d’amore per Giuseppe Conte nell’accettare di diventare eurodeputato: «Mi son preso una querela per aver definito lobbista una persona, però non c’è bisogno di venire all’aperitivo. Sono giorni che qui si aggirano come lo squalo che ruota intorno al bersaglio. Come mi difendo? Se li conosci li eviti». Cecilia Strada spera solo di non incontrare Vannacci. «Con me non attaccherebbe bottone, tanto sa chi sono. I portatori d’interesse? Non ho problemi a parlarci se si occupano di temi come l’infanzia. Basta che prendano appuntamento possono venire a trovarmi in ufficio». Ma gli stakeholder cosa dicono? «Non ho la delega alle comunicazioni delle Fs…». Oppure: «Se è un giornalista… mi spiace, ma non posso dirle nulla». Carlotta dell’azienda «Newcleo» è l’unica voce disponibile: «Produciamo piccoli reattori nucleari, stiamo costruendo un prototipo nella zona del Brasimone sugli Appennini».

Piacerebbe molto a Matteo Salvini, il ministro più volte ha dichiarato che vorrebbe una centrale vicino a casa. Chiediamo quanto è grande. «Sei metri per sei, sviluppa 200 megawatt». Perfetto anche sopra il Ponte sullo Stretto. «Ma lo sa che non è una cattiva idea?».

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18 luglio 2024

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