I misteri sulla salute di Biden e Trump tra trasparenze e omissioni dei loro medici privati

NEW YORK – Quando nel 2008 il senatore John McCain, all’epoca 71enne, iniziò la sua corsa per la Casa Bianca come l’allora persona più anziana a tentare la sfida presidenziale, la sua campagna consegnò alla stampa 1173 pagine di cartelle cliniche, analisi di laboratorio – compresi i risultati delle biopsie e degli esami alla prostata – e documenti assicurativi. Certo, correva contro Barack Obama, un giovanotto di appena 48 anni. Ma fa riflettere che oggi - dove a sfidarsi sono l’81enne Joe Biden e il 77enne Donald Trump – le cartelle cliniche siano tenute sottochiave. Certo, a febbraio Biden ha pubblicato un riassunto di sei pagine dei risultati delle sue analisti: ma il suo medico ha rifiutato di parlarne coi giornalisti, rompendo una consuetudine del passato. Trump ha rivelato ancor meno: limitandosi a diffondere, a novembre, una nota di appena tre paragrafi firmata da un nuovo medico. A quel che si sa, nessuno dei due si è sottoposto di recente a una valutazione completa della propria forma mentale: test geriatrici di routine a quell’età.

Nel sistema elettorale americano, non c’è nulla che glielo imponga. Ma la loro età avanzata – l’ex candidata alla Casa Bianca Nikki Haley ha cercato di evidenziarlo in tutti i modi – mette decisamente in luce una fragilità del sistema. D’altronde il New York Times ne ha parlato con diversi esperti d’invecchiamento. E tutti hanno parlato di declino inesorabile che accelera intorno agli 80 anni.

A essere particolarmente opache sono soprattutto le informazioni fornite da Trump – il cui padre Fred negli ultimi anni fu affetto da Alzheimer. Così come la figura del suo nuovo dottore di fiducia, il dottor Bruce Aronwald, medico osteopata di 64 anni, conosciuto di recente nel suo golf club di Bedminster, in New Jersey. È stato proprio lui a firmare i tre paragrafi dove ne assicurava “le capacità cognitive eccezionali”. Senza però dare alcun sostegno alle sue affermazioni, guardandosi bene dal dichiarare a che tipo di test era stato sottoposto The Donald, fornire risultati di eventuali analisi del sangue o nominare medicine che pure il tycoon sta certamente prendendo. Lacune che secondo altri medici rendono impossibile stabilire se effettivamente Trump stia bene o meno.

Secondo le recensioni online Aronwald (che ha rifiutato ogni contatto coi giornalisti) risulta essere molto rispettato dalla clientela, soprattutto uomini d’affari benestanti come Trump. Clienti del golf club raccontano che ha fatto amicizia con Trump in piscina. E quello se n’è subito appassionato: «Aronwald è uno dei migliori medici del New Jersey e forse dell’intero Paese», ha detto ingigantendone la figura come gli è consueto. «Ha un'ottima reputazione e ho tanti amici che sono suoi pazienti da anni». Un precedente non permette però di prenderlo particolarmente sul serio: nel 2015 anche il gastroenterologo Harold Bornstein, allora medico di Trump, firmò una lettera in cui affermava che il tycoon sarebbe stato “l’individuo più sano mai eletto alla presidenza”. Salvo dichiarare a Cnn, prima di morire nel 2021, che Trump gli aveva «dettato l’intera lettera». I risultati più vicini alla realtà furono semmai quelli condivisi nel 2018 dal medico della Casa Bianca Ronny Jackson. L’allora presidente veniva definito “sovrappeso” e con potenziali problemi cardiaci. Il dottor Jackson è stato nel frattempo eletto al Congresso nelle fila repubblicane e ora è uno strenuo sostenitore della salute di Trump, fortemente scettico su quella del presidente in carica Biden.

Quest’ultimo replica a chiunque esprima preoccupazioni sulla sua età e stato di salute: «Guardami». Ma questo non tranquillizza particolarmente gli elettori. E anche se i suoi assistenti dicono che si allena regolarmente, sollevando pesi e facendo esercizio su una bici Peloton, diversi episodi hanno sollevato dubbi sul suo stato di salute.

Ma proprio come nel caso di Trump, anche qui i medici dicono che è impossibile stabilire come stia effettivamente senza analisi cliniche, in base a momenti isolati che potrebbero essere pure il risultato di stress, mancanza di sonno, sovrasollecitazioni. La Casa Bianca sostiene che i risultati rilasciati dal dottor Kevin O’Connor, il medico privato, sono sufficienti. E questi ha dichiarato che esami “estremamente dettagliati” non hanno prodotto risultati coerenti con disturbi neurologici come ictus, sclerosi multipla o morbo di Parkinson. Spiegando la camminata rigida di Biden come risultato di un’artrite che gli provoca dolore all’anca e una neuropatia periferica. Ha poi diffuso comuni esami del sangue, la lista dei farmaci assunti e una diagnosi di apnea notturna che farebbe dormire particolarmente male il presidente. Ma di test neurologici, neanche a parlarne.