DALLA NOSTRA INVIATA
CAGLIARI— La lunga giornata della tregua elettorale inizia a Fiumicino, su un volo Ita per Cagliari. Quando Matteo Salvini sale a bordo, Giorgia Meloni � gi� seduta nelle prime file e non c’� tempo neanche per i saluti. La premier e il suo vice in perenne conflitto si parleranno prima del comizio, ma senza entrare nel merito delle (tante) questioni che li dividono. Stando ai racconti sottovoce di chi ha rubato qualche frammento di conversazione, Meloni e Salvini non si dilungano sulla tragica fine di Navalny in un carcere della Siberia, n� la premier chiede conto al ministro dei suoi passati rapporti con il regime di Putin. L’unico tema affrontato dietro le quinte del comizio � il terzo mandato per i governatori. Risultato: il voto sull’emendamento delle polemiche, atteso per oggi in commissione Affari costituzionali del Senato, potrebbe essere rinviato.
Meloni e Salvini, il volo insieme per Cagliari poi i comizi. Ma resta una (fredda) distanza
Dalla Russia ai governatori, un breve colloquio tra la premier e il vicepremier leghista non scioglie i nodi

Questo e altro per poter battere domenica gli odiati �signori della sinistra�. Meloni torna a calarsi nei panni della leader di partito, rispolvera il consumato repertorio del noi-contro-loro, sfotte Alessandra Todde per il suo programma antifascista. �Ha paura di perdere�, reagiscono da quel campo largo preso in giro dalla premier con smorfiette e vocine da attrice consumata: �E che �? Un campo di calcio?�. Battute, fendenti, un accenno di balletto al ritmo �Giorgia! Giorgia!� e (triplici) dichiarazioni di amore eterno ed eterna alleanza. L’impegno di Meloni a governare insieme cinque anni, alla faccia dei �giornaloni che scrivono che litighiamo, che il governo sta per cadere...�. Il finto dispiacere di Tajani per i �signori della sinistra�, che non vedono quanto si sia �tutti uniti, d’amore e d’accordo, pace all’anima loro�. Un coro, col baritono Salvini che abbonda, tra applausi e sventolii: �Pi� provano a farci litigare, pi� ci cementano. In Giorgia non ho trovato solo un’alleata, ma un’amica�. E l’affermazione � cos� roboante che il titolare delle Infrastrutture deve metterci una chiosa: �Fidatevi!�.
Eppure a volte le immagini dicono pi� delle parole. � il momento della photo opportunity, lo scatto studiato per testimoniare la ritrovata unit� dell’alleanza. Sul palco, dove la leader della destra incassa l’ovazione finale, salgono nell’ordine Tajani, Truzzu, Lupi, Solinas, Rotondi, Cesa... E Salvini, non c’�? Ma s�, eccolo, il segretario arriva buon ultimo eppure canticchia anche lui �l’Italia s’� desta�. Gran battimani e il segretario di Fi che si avvicina al segretario della Lega per un frettoloso �Ciao, Matteo�. La freddezza � evidente, ma nel giorno della tregua la notano solo i cronisti dei �giornaloni come Corriere e Repubblica�, che lo stesso Salvini ha attaccato dal palco: �Provano ad allontanare me e Giorgia, che per cinque anni andremo avanti come una sola persona�. Scuse non richieste, a conferma di quanto alta sia la tensione ai vertici di un governo diviso in politica estera su una questione cruciale, come i rapporti con la Russia e l’Ucraina. E a conferma di quanto sia forte la volont� di stare, per dirla con Tajani, �uniti contro i signori della sinistra�. Almeno fino al verdetto di domenica su Paolo Truzzu , almeno fino alle Europee.
Gianfranco Rotondi, col suo antico acume democristiano, riconosce che �tra Giorgia e Matteo non c’� feeling�, eppure scommette che non sar� Salvini a tirar gi� Meloni: �C’� tra loro una solida intesa di interessi, che andr� avanti per tutta la legislatura�. Perch� � tanto sicuro che Salvini non romper�? �Perch� quando ha staccato la spina a Conte ha capito che le giravolte si pagano�.
Ed eccola, l’ultima foto della lunga giornata di tregua elettorale. Sono le otto di sera, Meloni e Tajani salgono sul volo di linea che li riporta a Roma, ma Salvini non c’�. L’altro vicepremier resta in Sardegna fino a domani a caccia di voti tra Cagliari, Nuoro e Olbia. E mentre la politica italiana discute delle sue parole a difesa di Putin sulla morte di Navalny, lui lascia che a parlare siano gli atti. Uno in particolare, sottolineato in verde dallo staff del leader leghista. � la dichiarazione dei ministri dei Trasporti del G7, firmata anche da Salvini, in cui si parla di �guerra illegale di aggressione della Russia contro l’Ucraina�.
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22 febbraio 2024 (modifica il 22 febbraio 2024 | 07:16)
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