
Freni: “Parametri realistici, manterremo gli impegni senza tornare all’austerity”
ROMA - “L’Italia ridurrà il debito in maniera realistica, graduale e sostenibile: saremo in grado di rispettare un impegno che dobbiamo innanzitutto agli italiani”, assicura il sottosegretario all’Economia Federico Freni dopo il via libera dell’Italia al nuovo Patto di stabilità.
Avete detto sì al nuovo Patto. Eppure fino a poche ore prima dell’accordo eravate scettici. Perché avete cambiato idea?
“Le trattative si chiudono sempre al termine di un confronto ampio e costruttivo. Abbiamo detto sì perché il nuovo Patto di stabilità recepisce gran parte delle nostre richieste, a iniziare da un percorso di risanamento più lungo per via di un impegno puntuale sugli investimenti. Nessun capriccio”.
Cosa vi ha convinto di più?
“Il fatto che l’Europa ha preso atto della necessità di non soffocare la crescita con una correzione dei conti pubblici troppo gravosa e soprattutto ingiustificata: non torneremo all’austerity. È un buon compromesso, che dobbiamo soprattutto alla capacità ed alla tenacia del ministro Giorgetti”.

I nuovi parametri su debito e deficit sono sostenibili?
“Sì. L’Italia ridurrà il debito in maniera realistica, graduale e sostenibile, nell’ambito di un quadro complessivo che garantirà un supporto strutturale agli investimenti, soprattutto a quelli del Pnrr. Saremo in grado di rispettare un impegno che dobbiamo innanzitutto agli italiani: i rubinetti della spesa vanno regolati per evitare che la casa si allaghi. Ma serve gradualità e non si deve fare confusione: le regole fiscali sono solo un mezzo per raggiungere la sostenibilità finanziaria complessiva, come da sempre sostiene la Lega”.

Tocca al Mes. Il sì al Patto è il preludio alla firma del nuovo Fondo salva-Stati?
“Ogni fiume arriva al mare. Sul Mes si esprimerà il Parlamento e il governo, doverosamente, rispetterà la decisione delle Camere”.
Più che un’agenda di governo sembra un tour de force. Non si poteva almeno evitare di trascinare la manovra a ridosso dell’esercizio provvisorio?
“L’immagine del burrone è sempre affascinante, ma anche quest’anno la manovra sarà approvata entro la fine dell’anno. Lamentare lungaggini nell’iter parlamentare è un paradosso: non si può accusare il governo di silenziare il Parlamento e allo stesso tempo chiedere di chiudere il prima possibile”.
Però chiuderete la Finanziaria il 29 dicembre.
“Se i tempi si sono allungati è perché si è voluto dare piena legittimità alle sensibilità di tutti i partiti, e sottolineo tutti, come ha dimostrato l’ottimo lavoro fatto in Senato”.
Notte lunga e tormentata quella che ha sciolto i nodi a Palazzo Madama.
“Una delle scene centrali del Don Carlo di Verdi si svolge “a mezzanotte, nel giardin della regina”: così anche la manovra ha, da sempre, il suo punto di svolta nella notte. È una tela che va tessuta con pazienza: dialogo e confronto sono stati determinanti per arrivare a un giusto equilibrio”.

Alla manovra serve ancora il via libera della Ragioneria. L’anno scorso scovò 44 errori. Quest’anno avete fatto i compiti per bene?
“Nessuno è perfetto, ma tutti possono migliorare. C’è chi ha lavorato all’ufficio legislativo del ministero dell’Economia, in stretto raccordo con la Ragioneria e le altre strutture tecniche, per 62 ore di fila, non dormendo per due notti consecutive. Uno sforzo senza precedenti per assicurare un’attività istruttoria preventiva che potesse salvaguardare il lavoro del Parlamento. E così è stato”.
Forza Italia insiste per una proroga del Superbonus. Arriverà il decreto di Natale per salvare i lavori dei condomini in ritardo?
“Di fronte a un conto che a fine anno sfonderà il muro dei 100 miliardi esiste solo un’opzione: prendere atto della realtà. Forse qualcuno scalpita per mettere una pallina in più sull’albero degli italiani, ma a furia di addobbare alla fine tutto cede. Chi cura il bilancio dello Stato cura l’interesse di tutti e non può permettersi soluzioni tossiche: la cessione dei crediti, al netto degli effetti sul Pil, è tossica per le casse pubbliche. Al più si può ragionare su una tutela per i lavori che alla fine dell’anno registreranno un avanzamento a ridosso del 100%”.