Eredità Agnelli, la «residenza fittizia» di Marella, Margherita e i fratelli Elkann: le motivazioni della conferma del sequestro
Dalla presunta residenza in Svizzera della vedova dell’Avvocato, confermata ai pm dai dipendenti sentiti, discendono i reati contestati ai protagonisti dell’inchiesta
«I vizi» rilevati dal Riesame sul primo sequestro del 20 febbraio «vanno considerati oggi sanati mediante questo secondo provvedimento, che è innegabile come sia “novum”». Lo scrivono i giudici del Riesame nell’ordinanza con cui viene confermato il decreto emesso dai magistrati torinesi il 6 marzo nell’ambito dell’inchiesta sull’eredità Agnelli e con il quale hanno trattenuto i documenti cartacei e digitali che avrebbero dovuto restituire dopo il parziale annullamento. Nelle 22 pagine il collegio ripercorre l’intera vicenda in cui sono indagati i tre fratelli Elkann – John, Lapo e Ginevra – lo storico commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Robert Urs Von Gruninghem e ribadisce il «fumus commissi delictis» dell’impianto accusatorio formulato dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti.
Il cardine dell’inchiesta è la presunta residenza fittizia di Marella Caracciolo Agnelli in Svizzera: secondo i magistrati, la donna almeno dal 2014 avrebbe vissuto in Italia per la maggior parte del tempo, limitandosi a trascorrere nel Paese elvetico solo due mesi estivi. Il cambiamento di abitudini – evidenzia il Riesame – emerge anche dalle testimonianze delle «persone a lei più vicine», governanti o segretarie. Tredici i dipendenti che sono stati sentiti dai pm durante l’inchiesta e alcuni hanno confermato «l’assoluta ed incontestata permanenza in Italia», in particolare nell’ultimo «periodo di sofferenza» per l’incedere della malattia.
Il Riesame sottolinea come informazioni «convergenti» siano giunte da alcuni dipendenti escussi, mentre altre meno rilevanti sono arrivati da altri lavoratori «essendo emerso come essi siano stati loro malgrado divisi in due schieramenti e compulsati, prima della convocazione, da ambo i contendenti della causa civile»: causa che vede contrapposti Margherita Agnelli (figlia dell’Avvocato e Donna Marella) e i tre figli Elkann.
Dalla presunta residenza fittizia della vedova dell’Avvocato discendono i reati contestati ai protagonisti dell’inchiesta. Tra cui la truffa ai danni dello Stato – rimproverata a John, Lapo e Ginevra – per il mancato pagamento della tassa di successione in relazione a un patrimonio di circa 900 milioni di euro ereditato alla morte della nonna e fino ad allora custodito in un conto off shore a lei – secondo l’accusa - riconducibile.
Gli avvocati difensori – Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi, Carlo Re – avevano sostenuto davanti al Riesame che il mancato pagamento dell’imposta andasse considerato un illecito di natura amministrativo perché non previsto tassativamente nel novero dei reati tributari. Non la pensano così i giudici, che evidenziano che «nel caso di specie il meccanismo fraudolento, di natura mista tra artificio (l’esterovestizione della residenza della de cuius), il raggiro (il tacere una circostanza essenziale, ossia che in realtà la defunta Marella C. risiedesse in modo prevalente in Italia) e la conseguente omissione di dichiarazione in Italia; quest’ultima è quindi l’atto finale di una più complessa e progressiva fattispecie truffaldina, non riducibile ad un mero inadempimento conseguente alle frodi a monte escogitate».
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