Biden avvisa l’avversario, Iran usa la tattica dello «specchio»

di Guido Olimpio

Continua la proxy war tra Washington e Teheran. La Casa Bianca cerca di soffocare l’incendio. Raisi: non saremo noi ad attaccare per primi

 Biden avvisa l’avversario, Iran usa la tattica dello «specchio»

Stati Uniti e Iran provano a ribadire delle regole di ingaggio, per duellare senza colpirsi direttamente evitando un’escalation. Un rischio che in Medio Oriente � sempre presente a prescindere dalle intenzioni iniziali.

Il Pentagono ha annunciato una imminente rappresaglia dopo gli attacchi sferrati dalle milizie filoiraniane in Giordania, Siria e Iraq. Le indiscrezioni ipotizzano uno strike nel fine settimana, altre parlano di una missione prolungata, su pi� livelli. I target, per�, dovrebbero essere sempre gli alleati regionali di Teheran. Secondo la Cnn la dirigenza iraniana sarebbe �nervosa� per le iniziative delle fazioni, notizia che implicherebbe una mancanza di controllo stretto sui leader dei gruppi e dunque toglierebbe responsabilit� agli ayatollah.

Una spiegazione accolta con scetticismo da alcuni commentatori: Washington – affermano – sta �avvisando� l’avversario, ha dato modo ad alti ufficiali dei pasdaran di lasciare le zone d’operazione per far rientro in patria, numerosi esponenti delle milizie si sono messi al riparo. Joe Biden intende muovere entro certo limiti e cerca di soffocare un altro �incendio�. Almeno temporaneamente, anche perch� la Cia e i suoi diplomatici sono assorbiti dal negoziato tregua-ostaggi su Gaza. La Repubblica islamica si dispone a specchio. Il presidente Raisi, venerd� mattina, ha affermato: non saremo noi a iniziare una guerra ma reagiremo se aggrediti. Posizione consueta, linea per tenere testa agli Stati Uniti ma anche un modo per circoscrivere l’arena. I movimenti armati e finanziati dai mullah, assistiti dai guardiani della rivoluzione, sono obiettivi accettabili.

Inoltre, lo scontro con gli Usa diventa una medaglia, gonfia la propaganda, accresce il prestigio. I miliziani servono all’Iran per colpire ma anche per �offrire� agli avversari dei bersagli secondari. Hanno depositi, bunker, batterie di missili ben noti all’intelligence occidentale e a quella israeliana. Con una differenza. Gerusalemme — lo ha fatto anche oggi a Damasco — conduce una sua campagna particolare dando la caccia a dirigenti militari iraniani inviati nella regione.

Resta l’incognita degli Houthi. Ogni giorno conducono un’incursione in Mar Rosso, impiegano droni, missili e, nelle ultime ore, un barchino radiocomandato pieno d’esplosivo. Una tattica simile a quella degli ucraini in Mar Nero. Il battello sarebbe stato distrutto dall’Us Navy con l’intervento di una delle unit� in pattugliamento nella zona . Diversi esperti della questione yemenita sono convinti che il movimento sciita abbia maggiore autonomia o comunque persegue una strategia di lotta continua in quanto pensa di trarne vantaggi. I combattenti, con le loro mosse lungo la rotta commerciale, sono diventati la componente pi� �popolare� dell’Asse della Resistenza ma anche quella con maggiore capacit� di incidere.


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2 febbraio 2024 (modifica il 2 febbraio 2024 | 11:46)

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