Interrogatorio Giovanni Toti, l'avvocato del governatore: «I finanziamenti? Nessun favoritismo. L’interesse era solo mantenere la pace»
Il legale del presidente della Liguria: «Questa vicenda deve essere letta sapendo come vanno da secoli le cose in porto»
Si annuncia lungo e non facile il primo interrogatorio di Giovanni Toti. Ad assistere di fronte ai pm il governatore della Liguria, ai domiciliari per corruzione, sarà l’avvocato Stefano Savi.
Avvocato, come ha trascorso Toti questi giorni?
«Impegnato nella lettura del fascicolo (9 mila pagine, ndr) per capire esattamente quali erano gli elementi utilizzati dall’accusa e fornire una versione difensiva».
Ha superato lo choc?
«È stata dura. Ha un carattere molto positivo ed ha immediatamente reagito rimboccandosi le maniche per difendersi, nonostante le preoccupazioni per la Regione».
Ora è pronto?
«Siamo pronti».
Dopo l’arresto, si disse che con le dimissioni sarebbe tornato libero. Perché non ci sono state?
«Fin dall’inizio ha detto che è una valutazione che sarà fatta, ma non in solitaria perché ha delle ripercussioni notevoli sul quadro istituzionale e deve essere assunta dopo aver consultato i suoi collaboratori e le forze politiche della sua maggioranza».
Quando sarà libero. Pensa dopo l’interrogatorio?
«Noi presenteremo un’istanza convinti che sia accolta. Sicuri no, perché non dipende da noi».
Cosa ve lo fa sperare?
«Essendo già stati sentiti molti testimoni, l’esigenza di tutelare l’indagine da influenze dovrebbe essere stata superata, e se si pensa che Toti possa reiterare il reato in vista delle prossime elezioni questo non può accadere perché ad esse non è interessato».
L’accusa più grave riguarda la proroga della concessione Rinfuse che Spinelli avrebbe ottenuto con tangenti per 40 mila euro a Toti, intervenuto sull’Autorità portuale.
«Questa vicenda deve essere letta sapendo come vanno da secoli le cose in porto dove ci sono sempre state delle grandi guerre tra terminalisti in concorrenza tra loro, poi concluse con grandi paci».
Come tra Spinelli e Aponte, soci nelle Rinfuse?
«Sì. È interesse pubblico mantenere la pace in modo che il porto vada avanti senza intralci. Toti non promette qualcosa a Spinelli, fa un’attività di mediazione. Va ricordato che la proroga è stata decisa dall’Autorità portuale sulla base di parametri precisi. Quando si chiude la vicenda, si lamentano sia Spinelli che Aponte. Se tutti sono un po’ scontenti e un po’ contenti, vuol dire che non si è fatto l’interesse di nessuno».
Come spiegherete i finanziamenti di Spinelli al Comitato Toti?
«È il vero punto di un’accusa che si ritiene che ogni qualvolta ci si interessi di qualcuno non si possa ricevere niente o viceversa. Toti afferma di aver fatto ciò che ha fatto in altre centinaia di casi, di cui faremo un elenco, sia per chi ha contribuito ai suoi Comitati sia per chi non lo ha fatto, perché guardava all’interesse pubblico che era di agevolare gli investimenti in Liguria. Molti sono andati da lui, qualcuno mandato anche dall’opposizione, ma si è sempre comportato con tutti allo stesso modo e alla luce del sole. Non vedeva nulla di male ad invitare a contribuire come ha fatto con Spinelli, che ha dato soldi a tutti i partiti. I fondi che arrivavano passavano per vie ufficiali rispettando le regole, quando ciò non è avvenuto i finanziamenti sono stati rifiutati o restituiti».
C’è anche un’accusa di corruzione elettorale per poche centinaia di voti promessi alle ultime Regionali dalla comunità dei riesini in cambio di alcuni posti di lavoro, peraltro non trovati.
«È emerso che quelle persone lo facevano un po’ con tutti i gruppi politici, ma si parla di una cena organizzata dai suoi collaboratori di cui Toti sapeva solo che riguardava la comunità riesina».
E la questione dei 55 mila euro che nel 2022 dal conto del Comitato Toti vanno ad un conto personale del governatore usato per la attività politica? Un po’ strano.
«È stato tutto vagliato dalla Guardia di Finanza, nessuno ha contestato un centesimo fuori dalle regole. Anticipava il denaro per l’attività politica e poi veniva rimborsato, oppure veniva bonificata una somma per far fronte alle spese. Il conto era gestito dalla tesoriera del Comitato».
Anche il risarcimento a Paita (Italia viva) per la causa civile per diffamazione?
«Si trattava di una questione che rientrava totalmente nell’attività politica».
Che rapporto c’è tra Toti e Spinelli?
«Forse un po’ al di là la consuetudine, per il carattere di Spinelli, ma non oltre un rapporto di lavoro tra un presidente che si occupa di fatti di interesse della regione ed un imprenditore».