�� come quando al binario della stazione saluti dei parenti su un treno in partenza�. Seggio numero 757. Periferia nord-est di Mosca, quartiere abitato da impiegati di basso o medio grado, operai, studenti e tanti pensionati. In linea d’aria sono pochi chilometri di distanza dalla Mosca bene del centro all’interno di Sadovoe kolzo, l’anello dei giardini, considerato da sempre il nido dell’intellighenzia che proprio in queste ore � stata definita come �marcia� dalla presidente della Commissione elettorale Ella Pamfilova, nonch� luogo di tutte le grandi manifestazioni degli anni passati. Ma � gi� come essere in un altro mondo, in un’altra Russia, quella pi� profonda e meno conosciuta.
Mosca, seggio 757: «Almeno qui in fila non mi sento solo» (ma le proteste più grandi sono all’estero)
Conta esserci: non sembra l’inizio di qualcosa, piuttosto un addio o un arrivederci. Met� del popolo del �mezzogiorno contro Putin� invalida la scheda o scrive il nome di Navalny

La coda fuori da un seggio di Mosca (Afp)
Alle 11.45 non c’� quasi nessuno. Il seggio � allestito nella palestra di una scuola media. Alla parete � appeso lo striscione di plastica che annuncia per cosa si sta votando. Il logo delle elezioni presidenziali del 2024 � la lettera latina V, che � anche uno dei simboli pi� conosciuti dell’Operazione militare speciale in Ucraina. Dietro l’urna e la cabina da due posti separati, un cesto da basket. �Ti danno la scheda solo se prima riesci a fare centro� scherza qualcuno. Nessun rafforzamento della sorveglianza. Solo due ufficiali di polizia che all’ingresso chiedono di estrarre dalle tasche oggetti metallici e telefonini prima di farli passare attraverso il metal detector. All’improvviso, come dal nulla, la palestra comincia a riempirsi. La coda � fatta di giovani o persone di mezza et�. Tutti sembrano concentrati, consapevoli del momento, e pervasi da una malinconia riassunta dalla frase pronunciata da una mamma che tiene per mano il suo bambino piccolo. Non sembra l’inizio di qualcosa, quanto piuttosto un addio, o un arrivederci.
Anche ai bordi della capitale � giunto un riflesso del Mezzogiorno contro Putin. Ovunque nelle grandi citt� russe sono state registrate code, o piccoli incrementi di presenza ai seggi intorno alle 12 di ieri, l’ora che era stata scelta proprio perch� le precedenti elezioni avevano dimostrato come fosse quello il momento della minore affluenza. �Per me � importante vedere le facce delle persone che sono qui� dice un moscovita di mezza et�. �Se non altro, capisco che non sono solo, che ci sono altri che condividono le mie idee politiche�. Conta esserci, non chi si vota. Qualche rapido sondaggio tra le persone in coda consegna esiti diversi. Una buona met� indica il nome Vladislav Davankov. � l’unico �sfidante� a non essersi finora pronunciato a favore della guerra in Ucraina, ma anche il socio in affari del miliardario Yuri Kovalchuk, il miglior amico di Vladimir Putin. L’altra met� del �popolo di mezzogiorno� rende invalide le schede contrassegnando due o pi� caselle, scrivendo il nome di Aleksei Navalny o di altri oppositori incarceratati, lasciando scritte che augurano a Putin di andare in pensione, che lo chiamano criminale di guerra. In qualunque caso, scelte disperate. Nella Russia di oggi, non c’� alternativa.
Boris Nadezhdin vota nel seggio dell’universit� fisico-tecnica di Dolgoprudnyj, piccola citt� alle porte di Mosca, dove il candidato pacifista escluso dalle liste in extremis lavora come docente. Viene accolto da centinaia di studenti. �Siamo qui per dimostrare la nostra posizione civica, in modo pacifico e autorizzato� dice uno di loro. �Vogliamo solo un Paese tranquillo e prospero, e pensiamo che questo governo si debba dimettere pacificamente, altrimenti come ci insegna la Storia, potrebbero esserci sconvolgimenti�. Dietro di lui, si scorge Nadezhdin che invita con un gesto il ragazzo e i suoi compagni a misurare le parole, di questi tempi non si sa mai.
Sui social media � in corso una battaglia a colpi di grandangolo. Gli account della propaganda favorevole al Cremlino pubblicano foto dove sembra che non ci fosse anima viva, quelli dell’opposizione mostrano assembramenti di dimensione contenuta che solo con un notevole sforzo di fantasia possono essere definiti una moltitudine. Come spesso accade quando la riuscita di un evento � confutabile, la verit� sta nel mezzo. La folla, e quindi le immagini-feticcio dall’effetto balsamico per le illusioni occidentali, c’� stata, ma altrove, lontano dalla Russia. A Erevan, capitale dell’Armenia e dei mobilitati in fuga dalla guerra, a Londra, a Vilnius, nelle citt� dove vivono grandi comunit� di russi espatriati. Soprattutto a Berlino, dove Yulia Navalnaya ha dato prova di coraggio presentandosi davanti all’ambasciata russa, accolta da applausi, e cori di incoraggiamento. Nelle piccole code del mezzogiorno moscovita invece prevaleva il silenzio. Anche al seggio 757, dove alla richiesta di un commento, la maggior parte delle persone presenti all’iniziativa ha risposto con un sorriso e una scrollata di spalle. L’altra Russia tace, ma almeno esiste.
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17 marzo 2024 (modifica il 17 marzo 2024 | 19:58)
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