Sanità, così i pazienti scelgono così dove curarsi: la mappa della mobilità ospedaliera

Continuano le tensioni tra governo e Regioni in merito alla sanità: il decreto Pnrr prevede un taglio di 1,2 miliardi di euro relativi prevalentemente a opere per la sicurezza sismica delle strutture ospedaliere, o un impegno formale per la reintegrazione dei fondi. Ma la Conferenza delle Regioni nel parere alla Conferenza Unificata ha chiesto l’abrogazione di questa misura, al punto che sono pronte a portare la questione di fronte alla Corte Costituzionale. È l’ultimo capitolo di un tema già noto, per cui i livelli di assistenza sanitaria non sono uniformi su tutto il territorio nazionale e questo provoca una mobilità: sono molti, infatti, i pazienti che si spostano da una regione all’altra per curarsi.

La situazione sanitaria in Italia

Il servizio sanitario nazionale (Ssn) conta sempre meno medici di medicina generale. Secondo le stime, nel 2026 caleranno di 135 unità rispetto al 2022. Lo stesso vale per quelli d’urgenza: nel 2023 il 45% di chi ha lasciato l’incarico non è stato sostituito. Anche il calo di infermieri è un caso: in media in Italia ce ne sono 6,2 ogni mille abitanti, un numero ben al di sotto della media Ocse di 9,9. Su territorio nazionale, inoltre, sono diminuite le offerte per strutture ospedaliere e posti letto. Queste carenze rendono il Ssn non uniforme sul territorio nazionale e i livelli di assistenza diversi da regione a regione, al punto che è nato un vero e proprio fenomeno di mobilità sanitaria: un’Italia, sostanzialmente, divisa fra chi si cura dove vive e chi cambia regione per accedere alle cure mediche.

I livelli essenziali di assistenza (Lea) nelle regioni

L’insieme di prestazioni, servizi e attività che i cittadini hanno diritto a ottenere dal Ssn vengono chiamati Lea, livelli essenziali di assistenza, e hanno  l’obiettivo di garantire condizioni di uniformità nelle regioni italiane. Secondo le rielaborazioni della Fondazione Gimbe sui dati del ministero della Salute, però, su 21 regioni (considerando anche le due province autonome), solo 9 hanno una percentuale che supera l’80% di adempimento dei Lea: prima fra tutte Emilia-Romagna (con il 93,4%), seguita da Toscana e Veneto. Agli ultimi posti, Campania (58,2%), Bolzano (57,6%) e Sardegna (56,3%). Tra l’Emilia-Romagna e la Sardegna (la prima e l’ultima), ci sono 37,1 punti percentuali di differenza. Per questo, molti cittadini decidono di curarsi in un territorio diverso da quello di residenza. Secondo i dati Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), il trend della mobilità dei ricoveri in Italia, dal 2017 al 2022, è costante, con un saldo di poco meno di 3 miliardi di euro all’anno. A “guadagnarci” sono state: Lombardia ed Emilia-Romagna, con una saldo attivo pari a quasi 362 milioni di euro la prima e 337 milioni di euro la seconda, e poi Veneto (con “solo” 107 milioni di euro), Toscana, Piemonte, Molise e Trento. Il resto delle regioni ha avuto nel 2022 un saldo negativo, con Campania, Calabria e Sicilia nelle ultime posizioni. L’indice di fuga più alto è registrato dal Molise, che con oltre il 38% detiene il record per mobilità passiva. Al secondo posto la Basilicata e poi la Calabria.

L’autonomia differenziata 

Per questo si torna a parlare del processo dell’autonomia differenziata: il dibattito sul tema è iniziato nel 2017 ma solo di recente, lo scorso 14 febbraio, il disegno di legge di iniziativa governativa (su richiesta delle stesse regioni) è giunto  in Commissione Affari Costituzionali alla Camera dei deputati. Con questo provvedimento, si intende definire le intese tra Stato e regioni o enti locali in 23 materie, in primis la sanità ma anche istruzione, sport, energia, commercio, cultura e trasporti. In tal modo, gli enti locali potranno individuare percorsi anche differenti per garantire omogenei livelli essenziali di prestazioni, ampliando di fatto poteri e responsabilità delle regioni e con l’obiettivo che sia solo un primo passo per risollevare il Ssn.

L’evento

Questa è la fotografia attuale del sistema sanitario nazionale che sarà scattata all’evento «#SALUTE24 - Sanità pubblica: l’autonomia differenziata delle Regioni nell’Unione della salute», che si terrà lunedì 15 aprile alle 14.30 a Roma l’Esperienza Europa David Sassoli in Piazza Venezia 6c. L'evento sarà organizzato dalla piattaforma editoriale Withub, insieme al sito d’informazione con sede a Bruxelles Eunews, all’agenzia di stampa Gea Agency e a Fondazione art.49. All'evento interverranno, tra gli altri, del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, del presidente della Lombardia Attilio Fontana, del presidente della Toscana Eugenio Giani, della senatrice Beatrice Lorenzin, ministra della Salute 2013-2018, del Presidente di Egualia Stefano Collatina, del vicepresidente & general manager di Incyte Italia Onofrio Mastandrea e del presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. Oltre che in presenza, sarà possibile seguire i dibattiti in diretta streaming sul sito web www.withub.it/salute24/.

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