Eredità Del Vecchio, intesa vicina: il valore della cassaforte Delfin passa da 30 a 40 miliardi

Nicoletta Zampillo, Rocco Basilico, Leonardo Maria Del Vecchio e Claudio Del Vecchio

Da sinistra in alto in senso orario, Nicoletta Zampillo, Rocco Basilico, Claudio Del Vecchio e Leonardo Maria Del Vecchio

Sono giorni di scambi intensi, contrassegnati dalle proposte di modifica di alcuni punti dello statuto della Delfin, dal rilascio di opinioni e aggiustamenti. C’è ancora del lavoro da fare per gli otto eredi della cassaforte fondata da Leonardo Del Vecchio che tra le quote in Essilux e Covivio, più le partecipazioni in Mediobanca, Generali e Unicredit, esprime un valore di mercato passato da 30 a 40 miliardi in due anni. È un’operazione di trasformazione che ha richiesto tempo e pazienza ma dopo lunghi dialoghi e confronti, gli otto soci che posseggono il 12,5% a testa di Delfin sembrano allineati sulla nuova versione di tre punti chiave dello statuto.

La data di convocazione

Si tratta di tre capitoli che potrebbero essere sottoposti all’assemblea degli azionisti chiamata ad approvare i conti del 2023. Una data di convocazione non è agli atti ma, secondo quanto emerge, la plenaria potrebbe tenersi lunedì 11 maggio e potrebbe rivelarsi un’opportunità per tenere a battesimo le nuove regole societarie.

La distribuzione dei dividendi

Nessuna rivoluzione rispetto a quanto impostato da Leonardo Del Vecchio, solo una migliore disciplina. In primo luogo sui dividendi la cui distribuzione oggi vede un tetto al 10% degli utili di Delfin. L’asticella non è fissata ma potrebbe collocarsi tra il 30 e il 40%. Se l’accordo arrivasse in tempo, da maggio potrebbero entrare in vigore le nuove regole consentendo agli eredi di chiudere il capitolo dell’eredità. Potrebbero così essere superati temi come le tasse, la distribuzione degli immobili e l’attribuzione al presidente di Delfin, (presidente e ceo di Essilux), Francesco Milleri, delle azioni della multinazionale, secondo le volontà del fondatore.

Il cda di Delfin

L’altro capitolo riguarda l’incarico dei consiglieri di Delfin, che Del Vecchio ha voluto a vita con regole simili a quelle di un trust. Si ragiona su vari modelli, uno dei quali quello di Essilux che ha rinnovi ogni tre e cinque anni.

Il tema del recesso

Al vaglio sono le ipotesi relative alla modalità di nomina dei consiglieri, anche per garantire la rappresentanza dei rami in minoranza rispetto ad altri. Ci sono infatti Paola, Marisa e Claudio, nati dal primo matrimonio con Luciana Nervo; Leonardo Maria Del Vecchio, chief strategy officer del colosso Essilux, nato dal matrimonio con Nicoletta Zampillo, madre anche di Rocco Basilico; Luca e Clemente, frutto dell’unione con Sabina Grossi. Il terzo aspetto riguarda regole più chiare per l’eventuale recesso per chi volesse uscire, un’opzione che Del Vecchio aveva già previsto. Il lavoro è intenso tra i soci e i loro legali. Se lo schema di lavoro si trasformerà in accordo è ipotizzabile che possano anche venire meno le cause partite nei mesi scorsi. Starà ai soci scegliere se afferrare l’opportunità o rinviare ancora. Ipotesi, quest’ultima, peraltro da non escludere perché non tutte le posizioni sono davvero allineate.

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