Iran, incursioni e attacchi per farsi notare: così gli ayatollah imitano Kim Jong-un

di Guido Olimpio

Attacchi con droni e missili lasciano qualche interrogativo. C’� (anche) un aspetto militare: come la Nord Corea testano gli equipaggiamenti, anche per propaganda

Iran, incursioni e attacchi per farsi notare: così gli ayatollah imitano Kim Jong-un

Una guardia davanti al centro culturale iraniano di Rawalpindi, in Pakistan. I due Paesi si sono scambiati colpi senza avvertirsi: ma entrambi miravano ai ribelli beluci.

Molte analisi si concentrano sulla raffica di attacchi con droni e missili da parte dell’Iran. Con interrogativi. In Kurdistan il raid ha devastato la villa di un noto imprenditore, deceduto insieme alla figlia ed altri congiunti. La versione iraniana invece sostiene di aver eliminato un agente del Mossad, noto in codice come Fox, attivo nella regione da un ventennio. Con lui sarebbero stati uccisi quattro collaboratori. Una ricostruzione di Press TV ha aggiunto un dettaglio: l’agente si muoveva nella zona da quasi venti anni, reclutando informatori e pianificando possibili operazioni. L’accusa di collusione tra curdi e lo spionaggio israeliano consueta da parte di Teheran, ribadita dalle autorit� con numerose inchieste che hanno coinvolto elementi della minoranza irachena. Il passato ha raccontato di come i separatisti abbiano ottenuto appoggio da parte di Israele che per un certo periodo li ha considerati uno strumento contro Saddam Hussein. Un rapporto successivamente rivisto in chiave anti-iraniana, con oppositori a fare da quinta colonna in alcuni sabotaggi all’interno dell’Iran.

In Siria lo strike dei pasdaran ha distrutto un edificio presentato da Teheran come la base dello Stato Islamico, protagonista di diversi attentati, compreso il massacro di Kerman. Reporter arabi, per�, hanno raccolto informazioni contrastanti: la casa era vuota da mesi e non � mai stata usata dal Califfato, bens� era a disposizione di fazioni qaediste. Un esperto ha poi sottolineato che se il bombardamento fosse stato la rappresaglia alla strage avrebbe dovuto prendere di mira la provincia del Khorasan, ossia la componente dell’ex Isis che ha i suoi rifugi in Afghanistan. � infatti quest’ala del movimento ad aver inviato i due attentatori suicidi tra i fedeli del mausoleo dedicato al generale Soleimani. E la presunta mente, definito tagiko, � entrata in Iran il 19 gennaio e scappato due giorni prima dell’esplosione. Nel raccontare i suoi spostamenti la sicurezza ha evitato di citare un paese specifico limitandosi a parlare di confine meridionale – ha annotato il sito Amway – e questo porta al triangolo Pakistan-Balucistan-Afghanistan, area dove hanno rifugi i guerriglieri di Jaysh al Adl, il terzo obiettivo dell’Iran.

Probabile gli ayatollah abbiano scelto l’obiettivo in terra siriana per tre ragioni: gli iraniani sono alleati del regime di Assad che lascia fare; colpire nel quadrante afghano pu� avere ripercussioni nei rapporti non facili con i talebani; un’operazione simbolica contro il movimento terroristico sunnita ma anche un avvertimento, indiretto, ad Israele.

Infine, c’� l’aspetto strettamente militare. La Repubblica continua a sviluppare il proprio arsenale per medio e lungo raggio, le incursioni sono servite anche per provare i sistemi. Gli iraniani stanno ripercorrendo il binario percorso dalla Nord Corea con la quale, non a caso, collaborano da lungo tempo. Pyongyang ha testato ogni tipo di equipaggiamento, a ripetizione, per perfezionare i �prodotti� e ragioni propagandistiche.


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19 gennaio 2024 (modifica il 19 gennaio 2024 | 17:09)

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