OpenAI supera i 2 miliardi di ricavi, Sam Altman a caccia di 7 mila miliardi per i chip
di Alessia Conzonato
Lo Stato potrà utilizzare l'intelligenza artificiale per scovare gli evasori fiscali. L'ok arriva dall'Unione europea nella settimana in cui c'è stato il via libera del Coreper (il Comitato dei rappresentanti permanenti) all’Artificial Intelligence Act, l'accordo provvisorio raggiunto dal trilogo l'8 dicembre scorso e, di fatto, la prima legislazione al mondo a livello orizzontale e di ampio respiro sull’IA. Dunque, lo Stato potrà utilizzare l'intelligenza artificiale per scovare gli evasori fiscali e combattere il riciclaggio di denaro sporco. L'Unione europea ha ritenuto il rischio legato alle nuove tecnologie non elevato in questo ambito e, dunque, l'IA è uno strumento utile per le amministrazioni pubbliche nella lotta all'evasione e senza le tutele previste per l'utilizzo dell'IA ad alto rischio a cui sono soggette le autorità per il contrasto dei reati.
di Alessia Conzonato
Scendendo più nel dettaglio, nel testo del preambolo del futuro regolamento dell’AI Act, approvato dal comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell'Unione europea, le tecnologie utilizzabili nella lotta all’evasione e alla criminalità legata al riciclo di denaro sporco «non dovrebbero essere classificate come sistemi di IA ad alto rischio utilizzati dalle autorità di contrasto a fini di prevenzione, accertamento, indagine e perseguimento di reati». Il testo ora dovrà essere approvato formalmente dal Consiglio e anche dalla plenaria del Parlamento europeo nell’aprile prossimo.
Il testo è il frutto di lunghi negoziati tra Consiglio, Parlamento e Commissione. Il problema è dato dalle responsabilità che scaturiscono dall’uso dell’intelligenza artificiale. Nel documento si legge che le azioni «che comportano determinati usi dei sistemi di IA sono caratterizzate da un significativo squilibrio di potere e possono portare alla sorveglianza, all'arresto o alla privazione della libertà di una persona fisica, nonché ad altri impatti negativi sui diritti fondamentali garantiti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea». Per questa ragione, si è raggiuto un accordo nello stabilire che «è opportuno classificare come ad alto rischio (...) una serie di sistemi di IA destinati a essere utilizzati nel contesto delle attività di contrasto in cui l'accuratezza, l'affidabilità e la trasparenza sono particolarmente importanti per evitare conseguenze negative, mantenere la fiducia del pubblico e garantire la responsabilità e un ricorso efficace». Questi principi però non dovrebbero applicarsi ai procedimenti fiscali. Le amministrazioni potranno così avvalersi ampiamente dell’intelligenza artificiale.
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