Il premier moldavo: “Soldati, hacker e TikTok. Putin non ci vuole nell’Ue e ha iniziato la guerra ibrida”

BUCAREST – La Transnistria continua a finire sulle prime pagine dei giornali. Migliaia di soldati russi sono stanziati nella regione separatista della Moldavia e ogni tanto, come la scorsa settimana, una falsa notizia evoca lo spettro di un intervento militare da Mosca. Dopo il cessato allarme, il premier della Moldavia, Dorin Recean, avverte, però, che non è affatto finita. «Putin ha già scatenato una guerra ibrida totale contro di noi», spiega in quest’intervista a Repubblica registrata a margine del congresso dei Popolari europei. E l’esponente del Partito di azione e solidarietà, lo stesso della presidente filoeuropeista Maia Sandu, ammette che ci sono alcuni aspetti di quella guerra inquietanti, «incontrollabili», come la disinformazione che viaggia su TikTok e Telegram. In vista delle elezioni presidenziali in Moldavia di novembre, la situazione non potrà che peggiorare: «Putin vuole impedire a tutti i costi che la Moldavia entri nella Ue», sottolinea.

La settimana scorsa sembrava che la Transnistria fosse a un passo dal chiedere aiuto militare a Mosca. Era falso ma la notizia ha creato un certo scompiglio anche in Occidente. E ha mostrato ancora una volta che la Moldavia è un bersaglio privilegiato della disinformazione russa.

«La Russia è intenzionata a bloccare il nostro percorso verso l’Unione europea. Non vuole che ci scegliamo il destino che vogliamo. Vladimir Putin pensa che la Moldavia sia ancora nella sfera d’influenza della Russia. Nel 1992 Mosca sostenne il separatismo in Transnistria e da allora truppe russe sono illegalmente stanziate lì».

Come un memento a non sentirvi troppo liberi. E com’è la situazione adesso?

«Adesso ha scatenato una guerra ibrida totale contro di noi. Siamo subissati di cyber attacchi, di falsi allarmi bomba e di altre strategie per alimentare l’ansia nella popolazione. Tra l’autunno del 2022 e la primavera del 2023 Mosca ha pagato miriadi di manifestanti e addestrato squadre per attaccare la polizia e creare il caos nelle strade e intorno ai palazzi governativi. E ora siamo anche in una fase delicata».

Si riferisce alle elezioni presidenziali di novembre?

«Sì e al referendum sull’Europa. In vista di quegli appuntamenti importanti la Russia ha anche corrotto i partiti, finanziato quelli filorussi. Uno è stato dichiarato persino incostituzionale»

Il partito di Ilan Shor. A proposito: “Repubblica” ha raccontato l’anno scorso come esponenti di Forza Italia come l’eurodeputato Fulvio Martusciello e l’ex governatore del Piemonte Alberto Cirio. abbiano pesantemente sostenuto l’opposizione filorussa. Lo fanno ancora? In che rapporti siete con Forza Italia?

«Qui al congresso del Ppe ho incontrato Antonio Tajani, abbiamo parlato dei rapporti commerciali tra i nostri Paesi. Abbiamo ottime relazioni con Forza Italia. Bisogna sempre distinguere il partito da singoli esponenti».

Torniamo a Shor.

«Quel partito serve, aiutato da violente campagne di disinformazione e propaganda, a distruggere la reputazione dell’Europa».

E avete abbastanza mezzi e soldi per contrastare le campagne di disinformazione della Russia? Putin non bada notoriamente a spese e voi siete un Paese piccolo, con mezzi limitati. È Davide contro Golia?

«Abbiamo rafforzato molto i nostri mezzi per contrastare la disinformazione. Ma è molto difficile combatterli su alcuni canali, ad esempio su Telegram o su TikTok. Abbiamo già chiuso 12 canali televisivi che trasmettevano propaganda russa, e collaboriamo proficuamente con Google e Facebook che hanno scelto dei partner fidati in Moldavia per arginare le fake news. Ma su Telegram e TikTok è quasi impossibile batterli».

Quando prevedete di aderire alla Ue?

«Il nostro obiettivo è il 2030 ma dobbiamo ancora attuare molte riforme, creare delle istituzioni, rafforzare lo stato di diritto...».

Soprattutto, dovete risolvere il problema della Transnistria. Come fate ad aderire alla Ue con una regione che si proclama autonomista e nasconde truppe russe sul suo territorio?

«Stiamo integrando la regione di là del Nistro già dal punto di vista economico e sociale, a piccoli passi. Stiamo facendo progressi negli scambi commerciali, nei transiti, nei movimenti. Anche per loro la prospettiva dell’integrazione europea è positiva, importante».

Nei giorni scorsi la leader del partito filorusso in Gagauzia, Evghenia Gutul, è andata in visita da Putin per chiedergli un sostegno. Cosa succede lì?

«Un altro trucco per destabilizzarci».

Cosa succederà se l’attuale presidente filoeuropeista Maia Sandu perderà le elezioni di novembre contro l’opposizione filorussa?

«Faremo di tutto perché vinca. Lei rappresenta il futuro della Moldavia nella Ue».

Però non ha risposto alla domanda. E se perde, cosa succede? L’Ucraina e l’Europa dovrebbero guardarsi da un altro Paese nemico? Avremmo perso un altro alleato a Est?

«Ripeto, facciamo di tutto perché vinca Sandu. E dobbiamo anche spiegare bene ai cittadini moldavi quanto é fondamentale per il loro futuro».