Rtx e Safran hanno impugnato davanti al Tar del Lazio il veto opposto dal governo all’operazione Microtecnica. Il ricorso è frutto della decisione dell’esecutivo italiano di esercitare il golden power per bloccare l’acquisto da parte del gruppo francese Safran della società con base a Torino, oggi di proprietà del colosso americano della difesa Rtx. Il provvedimento è motivato dal fatto che Microtecnica fornisce ricambi e manutenzione per i jet Eurofighter e Tornado, programmi Nato e quindi di interesse nazionale.
Le ragioni del ricorso
«Siamo stati costretti a presentare appello dalle clausole del contratto, per mantenere in vita l’intera operazione», spiega Jeff Shockey, responsabile delle relazioni istituzionali di Rtx. Il passaggio di Microtecnica rientra infatti nella più ampia cessione da parte di Rtx della inglese Collins, controllante di Microtecnica, a Safran nell’ambito di un affare da 1,8 miliardi di dollari. «Restiamo impegnati nell’operazione e intendiamo trovare una soluzione alle preoccupazioni del governo», aggiunge Shockey.
Le motivazioni del golden power
Nel decreto la presidenza del Consiglio ha motivato lo stop con il timore che Safran non avrebbe assicurato la dovuta priorità alle linee di produzione per la difesa italiana. Di conseguenza il gruppo francese potrebbe offrire come rimedio impegni vincolanti su tali commesse. L’obiettivo dei due gruppi coinvolti è infatti di salvaguardare la transazione nella sua interezza. «Rimaniamo convinti che la vendita sarebbe positiva per Microtecnica, per i dipendenti e i soggetti coinvolti», conclude.
Le intenzioni di Safran
Complice la pausa natalizia il dialogo sarebbe alle battute iniziali e quindi l’esito non è al momento prevedibile. Qualora il governo dovesse esigere come condizione per il via libera l’esclusione di Microtecnica dal perimetro della vendita, gruppi italiani potrebbero essere interessati all’azienda piemontese con 620 dipendenti, tre stabilimenti e 162 milioni di ricavi. Del resto, a novembre, all’indomani del veto governativo, la stessa Safran aveva lasciato intendere che avrebbe concluso l’acquisizione di Collins Aerospace, con o senza Microtecnica.
La pista italiana
Chi potrebbe nel caso farsi avanti? Fra gli addetti ai lavori ricorre con insistenza il nome di Mecaer, altra azienda piemontese (Borgomanero), nata da uno spin-off di Leonardo e ora controllata dal Fondo italiano di investimento, affiancato dal private equity Usa Stellex. La società con 160 milioni di ricavi è attiva nello stesso settore di Microtecnica, produce cioè sistemi di controllo di volo e di atterraggio: d’altronde l’ingresso di Fii in Mecaer era proprio finalizzato al consolidamento della filiera aeronautica italiana.
La storia di Microtecnica
Per Microtecnica si tratterebbe dell’ultima di una lunga serie di peripezie societarie. Fondata nel 1929, Microtecnica si specializza nella meccanica di precisione ma all’esplodere del secondo conflitto mondiale si dedica interamente alla produzione bellica, arrivando a contare 3000 dipendenti. Dopo aver subito devastanti bombardamenti dagli alleati, nel dopoguerra si reinventa fabbricante di apparecchi cinematografici. Poi, torna di nuovo a lavorare per l’industria militare, fornendo vari componenti e ricambi per aerei ed elicotteri, civili e soprattutto militari. Negli anni, cambia diversi proprietari, sino a finire nel 2020 sotto il controllo di Rtx. A luglio di quest’anno, però, il colosso americano decide di vendere a Safran e siamo così ai giorni nostri con l’opposizione del veto italiano. Che potrebbe aprire un nuovo capitolo nella storia di Microtecnica.
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12 gen 2024
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