Italia già davanti a un bivio contro l'Albania a Euro 2024
Gli azzurri non possono sbagliare all'esordio contro l'Albania, da cui dipenderà il futuro all'Europeo tedesco. Carica Spalletti: «Siamo i protagonisti di un sogno»
Dopo fiumi di parole e tante, forse troppe, lezioni di tattica, è l’ora dell’Italia. L’attraversiamo con la frenesia, la curiosità e l’eccitazione della prima volta. Anche con la stella dei vincitori appuntata sul petto, sporcata però dalla mancata qualificazione al Mondiale in Qatar. Risultati diversi e contraddittori che ci rendono imprevedibili, come vorrebbe essere il nostro gioco liquido nella speranza di non finire dentro la prigione del tatticismo esasperato.
Italia già davanti a un bivio
Italia-Albania, stasera dentro il suggestivo Westfalenstadion, è la partita più semplice di un girone complicato, ma al tempo stesso è inquietante e scivolosa. E non tanto perché le indicazioni delle amichevoli con Turchia e Bosnia non hanno fugato i dubbi sulla reale consistenza della Nazionale, quanto perché siamo già davanti a un bivio: vincere l’esordio ci garantirebbe un pezzo di qualificazione. Un primo, prezioso, mattoncino. Se non ci riuscissimo, la strada diventerebbe subito in salita, considerando il valore di Spagna e Croazia, prossime sgradite rivali.
Il muro rosso dell'Albania
Le Aquile albanesi, che contro di noi hanno sempre perso, quattro volte su quattro, aspettano con impazienza questo esame e saranno spinte, ancora più dell’Italia, dal muro rosso di tifosi. Per una volta, forse solo questa, saremo in netta minoranza (20 mila contro 40 mila) anche se i nostri connazionali si faranno sentire nella curva solitamente occupata dai gialloneri del Borussia Dortmund. E ai tifosi si appella Spalletti. Saranno, dice lui, il nostro valore aggiunto.
Eroi e giganti, la carica di Spalletti
Anche per il c.t. è un esordio pesante. La sua carriera trentennale è stata ricca e intensa, basti pensare allo scudetto con il Napoli due anni fa, ma guidare la Nazionale è un’altra cosa. «Sono emozionato e tanto, ma più mi avvicino alla partita e più questa emozione diventa dolce e non tossica. So che non sarà facile, l’Albania è una buona squadra, Sylvinho un bravo allenatore e i giocatori, che vengono in larga parte dalla serie A, ci conoscono bene. Ma ho fiducia. A volte le traiettorie del pallone sono incomprensibili, ma sono convinto che faremo vedere il calcio che vogliamo. Non ci garantirà i tre punti, però ci aiuterà a formare un corpo unico con la nostra gente, con i sessanta milioni di tifosi che ci seguono e dovranno giocare con noi. Siamo i protagonisti del sogno degli italiani che da bambini uscivano al mattino con il pallone sottobraccio e tornavano la sera con la maglietta sudata e le ginocchia sbucciate. Noi siamo i loro giganti e i loro eroi. E gli eroi non hanno paura».
Leader Donnarumma e volti nuovi
Un Paese intero si tuffa nella diciassettesima edizione dell’Europeo. Non siamo favoriti, nonostante la vittoria di Wembley. Non lo eravamo neppure allora. Ma avevamo più certezze. Quella di oggi è un’Italia da scoprire. In tutti i sensi. Il ritiro di Iserlohn è diventato una specie di fortezza inviolabile dove il c.t. ripassa la lezione insieme ai suoi discepoli nella speranza di trovare l’alchimia giusta. Abbiamo una squadra giovane, senza stelle, senza grandi vecchi e senza leader, anche se Donnarumma si candida per diventarlo. Sono nove gli uomini che c’erano tre anni fa con Mancini e sono stati confermati da Spalletti. Cinque potrebbero giocare titolari stasera.
Italia, la probabile formazione contro l'Albania
Il punto di riferimento è il vecchio e enigmatico Lucio, che svicola sulle domande che possono dare vantaggi agli avversari. In difesa la coppia giusta sembra quella formata da Calafiori e Bastoni, in mezzo al campo Barella ha recuperato e dovrebbe giocare. Il dubbio è sulla posizione di Chiesa: a tutta fascia con la difesa a tre oppure più avanti, in linea con Frattesi e Pellegrini, dietro Scamacca «che è molto cresciuto», dice il c.t.. Non è più il tempo della play station, ma l’argomento è molto sentito dalla stampa straniera e Spalletti ha un sussulto di rabbia sull’argomento: «Non ho mai detto di essere contrario ai giochi, abbiamo allestito una sala apposta e anche io mi sono cimentato. Però di notte si dorme». Buffon, che qui il Mondiale lo ha vinto nel 2006, scalda il cuore della truppa: «Ragazzi divertitevi e mostrate il vostro valore. Siete forti e potete vivere un Europeo da protagonisti». I sogni sono desideri.