David Oman: «L’Europa è in pericolo, deve continuare a sostenere Kiev»

�Le agenzie di intelligence sono in massima allerta in Europa� perch� pu� esserci il rischio di un’escalation jihadista che faccia leva sulla guerra in Medio Oriente. E la stessa Europa deve continuare a sentirsi in pericolo per il fronte ucraino: �� fondamentale che si continui a sostenere Kiev�. A dirlo � David Omand, ex direttore del Quartier generale per la sicurezza del governo inglese (Gchq), intervenuto a un incontro dell’Associazione per il Progresso del paese di Alfredo Ambrosetti, dove ha presentato il suo ultimo libro: �How to survive a Crisis� (edizioni Viking).

Il 7 ottobre in Israele la crisi � stata immediata, una guerra. Era inevitabile?

�Era inevitabile che un attacco cos� violento e brutale contro i civili israeliani, compreso l’uso terrificante della violenza sessuale come arma e la presa di ostaggi su larga scala, scatenasse una feroce risposta. Ci� potrebbe essere stato parte del piano di Hamas per provocare un conflitto pi� ampio. Non ci si pu� aspettare che una nazione tolleri un attacco come quello del 7 ottobre senza rispondere per legittima difesa. Ma il conseguente elevato numero di vittime tra donne e bambini a Gaza solleva preoccupazioni a livello internazionale. L’impatto sulla popolazione civile � chiaramente grave: si tratta di una grande crisi rispetto alla quale fatico a vedere una conclusione pacifica nel prossimo futuro�.

Durante il suo incontro in Italia ha parlato del rischio di una �guerra pi� ampia�, a cui accennava anche poco fa. Anche alla luce dei sette arresti di gioved�, esiste davvero il rischio di un’escalation jihadista in Europa con il Medio Oriente come pretesto?
�Dovremo aspettare e vedere se la rabbia evidente in molte delle nostre comunit� si tradurr� in ulteriori attacchi terroristici da parte di estremisti violenti, se ne sono gi� verificati alcuni in tutta Europa anche prima dei nuovi arresti. Non ho dubbi che le nostre agenzie di sicurezza e di intelligence siano in massima allerta, ma sappiamo quanto sia difficile per loro anticipare atti di violenza individuali�.

Il 7 ottobre abbiamo assistito a un fallimento dell’intelligence israeliana? O a nuove capacit� di Hamas?
�Vedo in primo luogo un grave fallimento politico da parte del primo ministro israeliano e del suo gabinetto nel ritenere da diversi anni che Hamas potesse essere isolato all’interno di Gaza, dietro una sofisticata recinzione di confine, e utilizzato come contrappeso all’Autorit� Palestinese. Una politica che pu� aver portato a un pregiudizio inconscio da parte di alti funzionari dell’intelligence, secondo cui Hamas non avrebbe potuto rappresentare una minaccia su larga scala: � stato cos� trascurato il significato dei report di intelligence. Hamas ha invece effettuato un’attenta raccolta di informazioni sui suoi obiettivi�.

Quanto � importante trovare una soluzione alla crisi ucraina?
�� una grande e sanguinosa guerra che infuria in Europa. Nessuna delle due parti mostra alcun segno di essere disposta a cedere terreno e ci� rende al momento impossibile un giusto cessate il fuoco. Quindi, � probabile che questa guerra prosegua fino al 2024 inoltrato. � fondamentale che le nazioni europee continuino a sostenere l’Ucraina anche il prossimo anno�.

Esiste un’alternativa al ritiro completo e definitivo della Russia?
�Gli ucraini lottano e sacrificano la vita per la libert� del loro Paese contro un aggressore esterno. Ma le loro scelte sovrane saranno inevitabilmente vincolate dalla possibilit� di fare affidamento sulla continua assistenza militare e finanziaria degli Stati Uniti dopo le elezioni presidenziali e congressuali del prossimo novembre, e dalla possibilit� che la solidariet� dimostrata finora dalle nazioni europee persista.

� possibile che Putin fosse male informato sulle prospettive della resistenza militare dell’Ucraina?
�Trovo difficile spiegare il piano russo iniziale, profondamente imperfetto, di rovesciare il presidente Zelenskiy e conquistare l’Ucraina con solo forze leggere, senza concludere che dietro ci fosse un lavoro di intelligence poco accurato. Ma possono esserci spiegazioni correlate: � probabile che i servizi segreti russi non siano riusciti a valutare correttamente la situazione in Ucraina, visti i loro pregiudizi contro il regime di Kiev. Pu� anche darsi che i capi dell’intelligence non abbiano detto tutta la verit� al loro presidente, sapendo che non avrebbe accolto con favore valutazioni dell’intelligence che non si adattavano ai suoi pregiudizi. E una possibile terza ragione � che l’autocrate semplicemente scoraggiava la consulenza professionale e consultava solo una piccola cabala dei suoi amici politici. Ho il sospetto che tutte e tre le ragioni abbiano contribuito al fallimento iniziale della Russia�.

La pandemia da Covid, poi l’Ucraina, quindi Israele, storie diverse in cui per� la globalizzazione sembra mostrare parecchi punti deboli, dai rischi sanitari a quelli energetici fino al senso di sicurezza…
�I pianificatori del settore privato e quelli governativi devono riconsiderare i rischi della dipendenza da singoli fornitori alla fine di una catena di approvvigionamento molto lunga e fragile. La vulnerabilit� di quelle catene � diventata una questione di sicurezza nazionale. Ci� non significa che dovremmo abbandonare i benefici reali del commercio internazionale, ma bisogna aumentare la resilienza delle catene logistiche, in particolare proteggendole dagli attacchi informatici e salvaguardando i dati da cui dipendono, avendo pi� di una fonte di approvvigionamento in uso e limitando la dipendenza dai fornitori in paesi con un rischio reale di instabilit�.

Almeno sulla carta, gli euroscettici potrebbero concordare.
�Sono numerosi i problemi globali che ci attendono, compreso il cambiamento climatico e l’uso della tecnologia digitale: non possono essere gestiti dalle singole nazioni. La politica populista rende pi� difficile costruire le soluzioni di cui abbiamo bisogno�.