Rester� fermo per un pezzo l’arbitro Marco Di Bello: la sua direzione in Lazio-Milan 0-1 di venerd� sera all’Olimpico � stata giudicata pessima dai suoi superiori, che lo terranno a casa per diverse settimane, probabilmente un mese. Una punizione severa, non la prima per il fischietto brindisino, peraltro un internazionale, protagonista di una stagione negativa.
Serie A, l’arbitro Di Bello fermato un mese dopo Lazio-Milan: per l’Aia decisioni giuste ma «gestione disastrosa»
Per i vertici arbitrali Marco Di Bello ha fatto bene a non dare il rigore per l’intervento di Maignan ed � anche corretta l’espulsione di Pellegrini: ma � stata �disastrosa� la gestione della partita
Il rigore per la Lazio non c’era e giusta espulsione di Pellegrini
Gli viene imputato di non aver saputo gestire la partita, trasformatasi anche per colpa sua in una vergognosa rissa da saloon, con 11 ammoniti e 3 espulsi. Troppi. Un pessimo spettacolo. Attenzione: non c’entra la valutazione sul calcio di rigore reclamato dai laziali a inizio partita sullo 0-0 per l’uscita di Maignan su Castellanos, che per i vertici non era da fischiare. L� quindi di Bello non ha sbagliato.
Ma pessima gestione di Di Bello della gara
E nemmeno sull’episodio della prima espulsione, quella per doppia ammonizione di Pellegrini, che ha generato la reazione isterica dei bianconcelesti. La palla era in gioco e il terzino non poteva non essere punito per la trattenuta su Pulisic. Disastrosa (questo l’aggettivo che circola stamattina nei palazzi dell’Aia) invece la gestione generale. L’arbitro, considerato un esperto, non ha saputo tenere in mano la partita, che gli � subito sfuggita di mano.
Disappunto per le frasi di Lotito
Allo stesso tempo i vertici arbitrali non nascondono il disappunto per le bordate del presidente della Lazio, Claudio Lotito, che in tv a fine partita si � scagliato contro il direttore di gara parlando di �sistema calcio inaffidabile�, denunciando che la sua squadra � stata �violentata� e che si far� sentire �nelle sedi opportune� (quali?). Da tempo l’Aia chiede maggior rispetto da parte di calciatori, allenatori e dirigenti, anche di fronte a errori evidenti, che gli arbitri sono i primi ad ammettere pubblicamente, cosa che un tempo non avveniva.
Stagione arbitrale negativa
Resta il fatto che la stagione dei fischietti 2023/24 � indiscutibilmente sotto le aspettative. Incidono diversi fattori: 1) il ricambio generazionale con molti giovani inesperti; 2) un chiaro rigetto per la Var che a volte si usa troppo e a volte troppo poco; 3) le lotte intestine e gli scontri politici interni all’associazione, che ha diverse correnti, con la conseguenza che viene a mancare la necessaria compattezza d’intenti. Fisiologico che, per quanto il designatore Gianluca Rocchi stia dando il massimo per crescere una nuova generazione, con coraggio e idee, alla fine spesso chi va in campo finisce per commettere errori gravi.
Di Bello, i precedenti
La notte horror di Di Bello ne � solo l’ultima prova. Il 41enne pugliese in questi anni pi� di una volta ha commesso errori decisivi. Uno, molto vistoso, all’inizio di questa stagione: fu lui a non vedere il rigore clamoroso in Juventus-Bologna, beccandosi (giustamente) uno stop punitivo dal suo designatore. Un mese, anche quella volta. Ricordate? Minuto 71’, gli emiliani sono avanti 1-0, Iling interviene in maniera chiaramente fallosa su Ndoye a due passi dalla porta bianconera, con Perin a terra: il contatto � solare, ben visibile anche dal vivo, senza bisogno di replay, sarebbe rigore ed espulsione, ma l’arbitro Di Bello tira dritto motivando alle panchine che i due �sono arrivati insieme sul pallone�.
Torna in mente una folgorante battuta di Silvio Berlusconi: �Come si chiama l’arbitro? Di Bello? Ecco, dovrebbe chiamarsi Di Brutto�. Era il 26 agosto 2022, il Monza aveva perso in casa 2-1 con l’Udinese e l’ex premier allora presidente dei brianzoli incener� alla sua maniera il fischietto brindisino.
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2 marzo 2024 (modifica il 2 marzo 2024 | 11:27)
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