Macron all’attacco: «Non mi dimetterò, gioco per vincere»
Indice una conferenza stampa, pio la rimanda. Tra le tante ipotesi, c’era quella che fosse pronto a lasciare in caso di sconfitta e a ripresentarsi per un terzo mandato (vietato dalla legge)
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - La confusione è tale che la conferenza stampa indetta per ieri all’ultimo momento da Emmanuel Macron per «fare chiarezza sulle elezioni anticipate» è stata, sempre all’ultimo momento, posticipata a oggi pomeriggio, e a tarda serata ancora da confermare, perché c’è poco da fare chiarezza: la politica francese si sta disgregando e riaggregando, le novità e gli annunci arrivano uno dopo l’altro, e quando un leader parla non si sa mai, ormai, a nome di chi, se il partito lo seguirà o se invece è pronto a farlo fuori.
Lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e il voto anticipato che per volontà di Macron si svolgerà prestissimo, il 30 giugno e il 7 luglio, stanno provocando enorme agitazione tra i politici e, ogni sera, manifestazioni spontanee contro il Rassemblement national di nuovo stra-favorito, il panico dei sindaci costretti a riorganizzare i seggi elettorali, e le notti insonni della sindaca di Parigi Anne Hidalgo e del ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, chiamati al rush finale per i Giochi olimpici del 26 luglio (già carichi di problemi e minacce), proprio mentre la Francia attraversa uno dei momenti più instabili della sua storia.
Ma comunque, in un’intervista al Figaro Magazine, sul volo di ritorno dal paese martire dei nazisti di Oradour sur Glane, Macron assicura che no, non è diventato pazzo. «No, per niente, posso confermarlo. Io non penso che alla Francia. Andare alle urne era la buona decisione, nell’interesse del Paese. E voglio dirlo ai francesi, non abbiate paura. Andate a votare».
Tra le tante dietrologie che si sono diffuse poche ore dopo l’annuncio, c’era anche la teoria che Macron fosse pronto a dimettersi, in caso di nuova sconfitta alle legislative, magari per ripresentarsi per un terzo mandato. A parte che una nuova candidatura all’Eliseo gli resta in ogni caso preclusa dalla legge, Macron chiarisce che non ha alcuna voglia di dimettersi, anche perché «gioco per vincere».
«Il mio è un gesto di grande fiducia nei confronti del popolo francese. In questo modo ho creato un’elezione intermedia per chiarire la situazione. La politica, è una dinamica. Non ho mai creduto ai sondaggi. La decisione che ho preso apre una nuova era. Una nuova campagna elettorale comincia, e non bisogna basarsi sui risultati delle europee per fare previsioni sulle politiche».
Anche se il presidente francese non ci ha mai creduto, va detto che almeno per il 9 giugno i sondaggi hanno azzeccato tutte le previsioni. È uno dei paradossi di queste europee in Francia: uno sconvolgimento improvviso e grandioso, provocato da risultati previsti fino al punto percentuale, confermati e ripetuti per mesi.
E anche se tutto poi dipenderà dal gioco delle alleanze e delle desistenze che ancora si stanno decidendo, i sondaggi nuovi vanno per ora nella stessa direzione: RN al 35%, la sinistra unita nel Front Populaire al 25%, la maggioranza macronista uscente ferma al 18%, la destra gollista al 9%, Reconquête di Zemmour al 4% (ricerca Ifop).
Mentre il premier Gabriel Attal, superato lo choc (Macron non lo aveva avvisato della decisione), riappare per dire che sarà lui a condurre la campagna elettorale per la maggioranza di governo, un indebolito Macron si appresta ad affrontare una serie di importanti appuntamenti internazionali. Il primo è domani, al G7 in Puglia, dove sarà accolto da una raggiante Giorgia Meloni.