Caso Toti, Salvini invia gli ispettori al porto di Genova. Sul tavolo dei pm decine di segnalazioni di corruzione

diAlessandro Fulloni

La decisione del ministro dei Trasporti. Il suo vice Rixi: «Evitare il blocco dei lavori». Intanto il procuratore replica alle critiche di Toti che lamentava di non essere ancora stato ascoltato: «Nessun obbligo sui tempi»

DAL NOSTRO INVIATO
GENOVA - «Siamo in una situazione non semplice, però dobbiamo andare avanti». Ore 10 di ieri, convegno sulla portualità. Il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi palesa quella che definisce una «preoccupazione meramente tecnica» ma il cui peso è colossale, 1,3 miliardi di euro, il valore delle nuove opere previste nell’infrastruttura: «Se ci sono degli atti in autorità portuale non legittimi, il rischio vero è che ciò comprometta alcune cantierizzazioni». Per questo il ministero retto da Matteo Salvini «manderà anche — è l’annuncio di Rixi — una commissione ispettiva, è necessario avere un indirizzo molto chiaro. Una cosa che va verificata subito». Bisogna controllare tutte le carte, dunque, e alla svelta.

Certi appuntamenti in calendario sono infatti ravvicinatissimi: uno cruciale è per venerdì, quando sarà installato il primo cassone della nuova diga sul fondale.

Non ci fosse stata l’indagine sulla corruzione, con trenta indagati, tra cui il governatore Giovanni Toti ai domiciliari e l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Signorini finito in carcere, l’inaugurazione sarebbe stata in pompa magna, un po’ come lo scorso anno quando alla prima gettata di ghiaia presenziò lo stesso Salvini. Ora però nemmeno è chiaro se la verrà confermata la cerimonia che battezzerà la nuova diga, l’opera più importante finanziata dal Pnrr che promette di cambiare il volto del porto entro il 2026, con l’accesso anche per le grandi navi.

Di sicuro chi lavora nell’infrastruttura vuole che l’opera vada avanti. E speditamente. Ieri lo ha ribadito Beppe Costa, presidente dei terminalisti di Confindustria. Bisogna pensare «al futuro che non è solo di questa città, ma dell’intero Nord Ovest, a cui si accede tramite il porto».

Intanto, però, procede anche l’indagine coordinata dal procuratore Nicola Piacente, quella che oltre alle presunte mazzette sta facendo luce su un voto di scambio con l’aggravante mafiosa. Sul tavolo dei pm che seguono il procedimento stanno giungendo, un po’ come ai tempi di Tangentopoli, decine di segnalazioni, molte anonime, di casi di corruzione anche vecchi di 20 anni, soprattutto su Rapallo e Sestri Levante.

Ieri è stato ascoltato per cinque ore, come persona informata sui fatti, Giorgio Carozzi, ex giornalista de Il Secolo XIX e poi membro del comitato portuale in rappresentanza del Comune. Carozzi si era mostrato in un primo momento contrario alla concessione per 30 anni del «Terminal Rinfuse» al gruppo Spinelli, insieme all’avvocato Andrea La Mattina, nel board con la Regione, e all’ex presidente dell’autorità portuale di Savona Rino Canavese. Per i pm ci sarebbero state pressioni affinché votassero a favore. La Mattina e Carozzi poi cambiarono il loro voto mentre Canavese fu l’unico a opporsi. «Stupito dallo scandalo? Sono cinquant’anni che scrivo di porto, figurarsi se mi sorprendo» ha detto in serata il giornalista lasciando la Procura.

Quanto a Toti, non c’è l’obbligo di sentirlo. Secondo il procuratore «così come qualsiasi indagato, può presentare una memoria» o fare «spontanee dichiarazioni al Riesame». Una precisazione giunta da Piacente dopo che da giorni si rincorrevano indiscrezioni sulle date dell’interrogatorio chiesto dal governatore. Il suo avvocato, Stefano Savi, ora precisa: «Non solleviamo alcuna questione, non depositeremo alcuna memoria, restiamo a disposizione». E «a disposizione» lo è anche il sindaco Marco Bucci, pure lui intercettato, che ha inviato una lettera alla Procura.

Circa le dimissioni di Toti, è poi Rixi a dire che «ognuno decide, non scarichiamo nessuno ma non condizioniamo neanche le cose». Semmai serve «continuità amministrativa». Infine un altro scoglio, la nomina del presidente dell’Autorità. Il commissario straordinario Paolo Piacenza è tra gli indagati (abuso d’ufficio). Il successore, per legge, dovrebbe essere concordato con il governatore. Del rebus, si è discusso ieri al ministero.

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17 maggio 2024 ( modifica il 17 maggio 2024 | 21:57)

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