Pensione dei medici a 72 anni? L’ipotesi, poi la retromarcia
di Margherita De Bac e Claudia Voltattorni
Il (quasi) via libera alla seconda manovra del governo Meloni arriva quando il sole inizia a sorgere. Sono le 5.43 in punto, quando al termine di una seduta notturna la commissione Bilancio del Senato approva i quattro emendamenti presentati dal governo, per poi accoglierne anche uno dell’opposizione, per il contrasto alla violenza sulle donne. Rimane fuori la questione del Superbonus, che non otterrà la tanto attesa proroga. L’ultimo spiraglio, per consentire a migliaia di cantieri non conclusi di usufruire dell’agevolazione al 110%, potrebbe arrivare con il «Milleproroghe».
In mattinata dovrebbe arrivare anche l’ultimo sigillo, con il mandato al relatore. E venerdì la legge di bilancio arriverà di Palazzo Madama per la fiducia e con l’approvazione finale dell’Aula.
Salve dai tagli inizialmente previsti le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Restano penalizzate quelle anticipate ma c’è un taglio più soft per i sanitari con una riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro. I dirigenti medici e gli infermieri potranno, se vorranno, rimanere al lavoro fino ai 70 anni. Questi i dettagli tecnici: «Le decurtazioni non si applicano “ai soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2023 e nei casi di cessazione dal servizio per raggiungimento dei limiti di età o di servizio”». Poi: «L’accesso alla pensione anticipata «è consentito se risulta maturata un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il trattamento pensionistico decorre trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi». Per quanto riguarda medici, infermieri, dipendenti enti locali, insegnanti d’asilo e ufficiali «il trattamento pensionistico decorre trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti se sono maturati entro il 31 dicembre 2024, 4 mesi se sono maturati entro il 31 dicembre 2025, 5 entro il 31 dicembre 2026, 7 mesi entro il 31 dicembre 2027 e 9 mesi entro il 31 dicembre 2028.
Prevista anche la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo Stretto, che viene confermato, con una parte delle risorse prese dal Fondo di coesione. Confermati i 40 milioni del «tesoretto» per le modifiche parlamentari spettante alle opposizioni sono stati impiegati per il contrasto alla violenza sulle donne. Anche la maggioranza ha votato a favore. Applauso in commissione dopo il via libera alla misura.
Cento milioni di euro saranno invece stanziati in favore delle Regioni a statuto ordinario per l’anno 2024 al fine di coprire i maggiori costi determinati dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche degli anni 2022 e 2023 e la riduzione di 250 milioni di euro di somme disponibili per investimenti stabiliti nel Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.
Via libera anche all’emendamento, caro a Forza Italia, che chiarisce la questione della cedolare secca al 26% per gli affitti brevi. Nella disposizione approvata si precisa che l’aliquota ridotta al 21% si applica ai redditi derivanti da contratti di locazione breve relativi a una unità immobiliare, individuata dal contribuente in sede di dichiarazione dei redditi. Inoltre, l’emendamento prevede l’accesso nel 2024 al fondo per l’acquisto della prima casa anche per le famiglie numerose.
Tra gli emendamenti bocciati c’è la proroga dello smart working per i lavoratori fragili del settore pubblico, per i quali il termine scadrà il 31 dicembre del 2023.
«È stato approvato un emendamento del governo per contrastare il disagio abitativo. A questo scopo sono stati stanziati 100 milioni di euro che verranno utilizzati per elaborare modelli sperimentali di edilizia residenziale pubblica», dichiara la sottosegretaria all’Economia e Finanze Lucia Albano.
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18 dic 2023
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