L’INTERVISTA Paolo Merloni (Ariston): «La nazionalizzazione? Sorpresi dall’azione russa, cerchiamo di capire»

«Siamo molto amareggiati dall’iniziativa intrapresa dalle autorità russe. Avevamo deciso di mantenere i nostri asset nella Federazione Russa per tutelare i nostri investimenti e il futuro delle persone che per oltre 20 anni hanno vissuto con professionalità i valori del nostro gruppo. Stiamo attivamente lavorando con consulenti legali e autorità per comprendere il da farsi». Con queste parole Paolo Merloni, presidente di Ariston Group prende posizione a meno di 48 ore dall’esplodere di una crisi che presenta le caratteristiche di un fulmine a ciel sereno all’interno di una relazione ultraventennale proficua per entrambe le parti tra la Federazione Russa e l’azienda di Fabriano.

In Russia dal 2005

Venerdì scorso il presidente russo Vladimir Putin aveva firmato un decreto per il trasferimento temporaneo delle filiali russe dell’italiana Ariston e della tedesca Bosch alla russa Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Il decreto, che è stato postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus Llc, controllata da Ariston Holding, e la Bsh Household Appliances Llc, controllata da Bsh Hausgerate, del gruppo tedesco Bosch. Non sono noti i motivi della decisione. Tuttavia, dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha posto sotto «gestione temporanea» i beni di numerose aziende occidentali, giustificando queste mosse come ritorsioni per le azioni di altri Paesi contro imprese russe, colpite da sanzioni. Il gruppo Ariston, «attivo industrialmente nella Federazione Russa da quasi 20 anni e con rapporti molto corretti con le istituzioni locali, non è stato informato preventivamente del decreto ed è estremamente sorpreso da questa iniziativa», sottolinea una nota dell’azienda italiana. «In attesa di spiegazioni sull’inatteso provvedimento, stiamo valutando le implicazioni, anche dal punto di vista della governance e della gestione» si legge nella nota.
Ad oggi, il gruppo Ariston possiede nella Federazione Russa uno stabilimento inaugurato nel 2005 e dedicato al riscaldamento dell’acqua situato a Vsevolozhsk, a 20 km da San Pietroburgo, con circa 200 dipendenti diretti e indiretti, che produce sistemi avanzati ad alta efficienza per il mercato domestico, ha un centro di eccellenza per lo sviluppo locale un ufficio commerciale a Mosca.

L’intervento del Mimit

Il gruppo ha generato circa 100 milioni di euro di fatturato nella Federazione Russa nel 2023 e «ha una significativa base patrimoniale per operare nel mercato locale, risultato di quasi due decenni di investimenti», aggiunge la nota. Il mercato russo costituisce circa il 3% del giro d’affari complessivo di Ariston group, che nel 2023 ha registrato un fatturato di circa 3,1 miliardi di euro, occupa oltre 10 mila dipendenti nel mondo, ed è presente in 43 Paesi.
Di fronte all’esplodere del caso «il governo farà sicuramente tutto quello che è nelle sue disponibilità per tutelare questa importante e significativa azienda italiana attiva in un settore qual è quello dell’elettrodomestico su cui siamo impegnati perché è uno dei settori trainanti del Made in Italy», ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in un punto stampa a margine della conferenza programmatica di Fdi in corso a Pescara. «Ne ho parlato con il presidente della Regione Marche Acquaroli e ovviamente lo risentirò per quanto riguarda il caso specifico di Ariston lunedì in un confronto, in una call insieme a Paolo Merloni per capire cosa si possa fare di più e di meglio per tutelare l’azienda». «Prima di tutto bisogna ben capire quale sia lo sviluppo della situazione, lo sta approfondendo anche la nostra rete diplomatica in modo specifico, so tra l’altro che il ministro Tajani lunedì incontrerà i rappresentanti diplomatici russi».

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