Ferrari a Silverstone, crisi tecnica, errori, Leclerc depresso. Come se ne esce
A Silverstone la Ferrari è apparsa in totale confusione, ha perso tempo sugli sviluppi e ha tentato una strategia rischiosa, che non ha pagato, con Leclerc. «Un incubo». Il team principal Vasseur rilancia: «Tornare indietro e bocciare gli sviluppi è stato giusto, ripartiremo da qui»
Tre esami di fila, tutti falliti. L’ultimo qui affrontato in totale stato di confusione. La campagna d’estate doveva rappresentare il salto di qualità, si è rivelata un clamoroso flop aggravato dalla decisione di tornare a una versione precedente della macchina. Che in F1 significa rinnegare mesi di ricerche, cioè fare un regalo agli avversari. Dalla Spagna a qui la Mercedes, ex quarta forza, ha fatto il doppio dei punti della Ferrari (97-50), lasciando stare McLaren e la Red Bull di Max, di «un’altra categoria» come hanno detto Leclerc e Sainz.
Charles sempre più frustrato, dovrebbe tirare su la squadra e invece è caduto in depressione e commette errori a raffica: «È un incubo che ormai va avanti da 3-4 Gp, dobbiamo uscirne». La soluzione non è certo quella di tentare «strategie aggressive» come la chiamata anticipata per passare alle intermedie: «Dal muretto mi hanno detto che avrebbe iniziato a piovere forte, quindi ero d’accordo che ci avremmo provato. Poi è arrivata l’acqua, siamo stati gli unici a buttare nel cesso la gara così».
Ferrari, nervosismo diffuso
Il nervosismo è enorme, il passo indietro sugli sviluppi è stato pagato con un prezzo elevato. Vasseur riesce persino a parlare di un quadro più chiaro: «L’anno scorso in Olanda ci era già capitato, in quella gara ci siamo fermati ad esaminare la situazione e poi è cominciato il recupero. Tornare alla configurazione precedente è stato giusto, basta osservare il risultato di Carlos».
Se fosse vero a Budapest dovrebbe correre un’altra Rossa, ma come si fa a vedere un po’ di luce dopo una batosta così? Sulla chiamata di Leclerc che è costata un altro zero (Charles era partito bene): «È chiaro che non fosse giusta, era al limite, ma dovevamo essere un po’ aggressivi per puntare in alto. È stata una scelta collettiva». Infine le voci sull’uscita di Enrico Cardile: «È ancora il nostro direttore tecnico». L’unico sorriso è per Hamilton: «Se lo meritava».