Ferrari, sviluppi bocciati: a Silverstone Leclerc e Sainz con la vecchia macchina. E anche Hamilton si preoccupa

diDaniele Sparisci, inviato a Silverstone

In Ferrari vince la confusione: limiti di leadership in ogni reparto, scelte sbagliate, si torna alla macchina del Canada, ma Leclerc si trova male e non riesce a indicare una direzione. Sainz: «Guardate dov'era la Mercedes sei gare fa e dov'è ora, il quadro è chiaro»  

La Ferrari aveva firmato per la Brexit ancora prima di arrivare sull’isola, accompagnata da dubbi che ieri sono diventati ombre nere. Facce nervose vicino al garage, stavolta anche Vasseur ha perso l’ottimismo di sempre. Tutt’attorno sventolano Union Jack: tre britannici nelle prime tre posizioni delle qualifiche, non era mai successo nel Gp di casa. Hamilton in linea con il mood dei rossi: in prima fila ma è stato battuto (ancora) da Russell, è annoiato e costretto a rispondere — a monosillabi — a domande del tipo: «Se avessi saputo che la Mercedes sarebbe andata così l’avresti lasciata per la Ferrari?». Gelido sì del sette volte campione del mondo, a cui forse qualche preoccupazione inizia a venire.

Sviluppi bocciati per limitare i saltelli

Nella sua prossima squadra regna la confusione, la catena di errori che ha portato al vicolo cieco in Inghilterra parte da lontano e denota un ambiente inquieto e limiti di leadership a tutti livelli: tecnico, gestionale, dei piloti. Soprattutto di Leclerc, smarrito al momento di indicare una rotta, lui che è identificato come capitan futuro. Impreciso e fuori dalla top 10, al volante della macchina del tempo. Quella che l’ultima volta aveva guidato un mese fa in Canada, e trenta giorni in F1 sono un’altra era. Ore di briefing serale, anche concitate, incroci di numeri e di valutazioni fra i dati della pista e quelli del simulatore a Maranello — uniti alle indicazioni dei piloti — hanno partorito l’idea di tornare alla vecchia configurazione, quella precedente Barcellona, dopo un venerdì di prove comparative. 

Andare a ritroso significa regalare tempo agli avversari che hanno portato novità funzionanti. Perché è stato fatto? Per limitare i rimbalzi aerodinamici, i saltelli — effetto collaterale dell’ultima versione del fondo —, sulle curve ad alta velocità dell’ex aeroporto inglese per la Rossa sarebbero stati ingestibili. Le conseguenze del passo indietro però sono state dolorose. Leclerc difende la decisione («È stata quella giusta, i test che abbiamo fatto ci torneranno utili. Ma niente alibi: abbiamo perso prestazioni da un po’») ma lascia filtrare un ritardo nell’esecuzione: «Prima delle qualifiche, qui non avevo mai guidato sull’asciutto il vecchio “pacchetto”». Già, ma allora perché in previsione della pioggia nelle ultime libere di ieri mattina, non lo ha provato al venerdì, almeno in una sessione? È un altro controsenso.

Sainz si è adattato meglio

Anche per questo motivo Sainz si è adattato meglio del compagno, ma il prezzo da pagare è stato altissimo comunque. Partire settimo dietro alla Haas di Hulkenberg, un team clienti motorizzato Ferrari, è uno smacco enorme per un gruppo che dopo Montecarlo si aspettava di lottare per il campionato costruttori e parlava di Mondiale aperto. Aperto lo è davvero, ma per gli altri: «Loro sviluppano meglio, noi non abbiamo né fiducia né ritmo. Se guardiamo dove era la Mercedes sei gare fa e dov’è ora, il quadro è chiaro» spiega Sainz.

Toto Wolff, tornato direttore d’orchestra, sta rimettendo in carreggiata un team saccheggiato di tecnici dai rivali. Oltre alla doppietta è arrivata anche la prima vittoria in F2 del giovane Andrea Kimi Antonelli, una sua scommessa. Ogni passo in avanti delle Frecce è un messaggio per Verstappen, il vero erede designato di Hamilton, ieri incappato in un errore che lo ha condannato alla seconda fila mettendolo di nuovo accanto all’amico Norris. La pioggia, attesa oggi, potrebbe creare scompiglio. «Non eravamo campioni prima, non siamo stupidi adesso» dice Vasseur. Vero, ma basterebbe soltanto un po’ più di equilibrio a volte.

7 luglio 2024 ( modifica il 7 luglio 2024 | 07:23)

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