F1 pagelle Gp Silverstone: Hamilton 104 (vittorie), la McLaren rovina tutto (4), Ferrari (5) scuderia confusa
Lewis Hamilton torna a vincere sul circuito di casa a Silverstone, arginando il ritorno di Verstappen (9). In casa Ferrari Sainz da 6,5, Leclerc da 5,5 ma il disastro lo aveva fatto sabato
Il ritorno del Re Leone. Con commozione pari alle lacrime che lui ha speso dopo il trionfo davanti alla folla biblica di Silverstone, la «sua» gente, la F1 s’inchina di nuovo a Sir Lewis Hamilton. Il trionfo nel British Grand Prix, arginando il ritorno di Max Verstappen, non solo è qualcosa di atteso da due anni e sette mesi (in Arabia l’ultimo successo, il 5 dicembre 2021) ma è anche la smentita a chi lo voleva ormai incapace di rinverdire i fasti da sette volte campione del mondo. Bollito? Ma quando mai…
Lewis Hamilton: 104
Il criterio adottato per «pagellare» Max Verstappen — il numero di vittorie in carriera — va usato pure per Lewis e per la sua indimenticabile giornata. I numeri creano sempre il corteo di un fuoriclasse e i 104 primi posti di Hamilton, oltre ai 199 podi e al centro numero 9 a Silverstone — nessuno in un singolo circuito ha vinto più di lui —, formano uno sciame regale. «È stata una lunga attesa, ma ho combattuto ogni giorno per tornare a certi livelli: adoro questo team, al quale sarò sempre legato»: parole in linea con l’impresa, che spiegano pure le sofferenze dell’astinenza. Sir Lewis, 39 anni, ha sverniciato Russell quando la pista non era già più asciutta, ha ghermito il primato a Norris al giro 40, approfittando anche dell’arresto troppo lungo al pit stop del giovane connazionale (sbaglio costato almeno 1 secondo in più), e ha fatto degli ultimi 12 giri un manuale di resistenza.
Max Verstappen: 9
La corsa si era messa male, la sua RB20 (con un fondo differente da quello di Perez) era stata messa in scacco dal duo della Mercedes e da quello della McLaren. Ma è bastato che gli eventi — la pioggia — sparigliassero la situazione rispetto a un andamento che sarebbe stato inevitabile per fare sì che Max spiegasse come mai, nonostante non vinca da due Gp di fila (fatto che non si verificava da due anni) è un tri-campione che veleggia verso il poker di titoli (nella classifica piloti ora è a +84 su Norris, a +105 su Leclerc e a +109 su Sainz). «Ho preso le decisioni giuste, passando per tempo alle intermedie e poi tornando, non senza rischi, alle slick», ecco la sua puntuale sintesi. Le mescole per il finale erano poi quelle giuste: con le «hard» la sua monoposto volava.
Mercedes: 9
«Siamo stati stupidi fino ad oggi». Così parlò non Zarathustra ma James Allison, l’ex d.t. ferrarista approdato nel 2017 alla Mercedes ma dirottato nel 2021 sul progetto Ineos per la Coppa America di vela e «riesumato» nell’aprile 2023 per occuparsi di nuovo della F1 (con estensione del contratto fino al 2026 firmata lo scorso gennaio). Bene, pare che gli intoppi che stavano frenando le W15 fossero meno complicati di quanto immaginato: la soluzione era sotto il naso, ma nessuno la vedeva. Ora che l’arcano pare svelato (era la sospensione anteriore da modificare? Probabile: quella precedente provocava i ferali saltellamenti) si sta rivedendo una Mercedes competitiva.
Nico Hulkenberg: 8,5
Grande gara del veterano tedesco che l’anno prossimo lascerà la Haas per trasferirsi alla Sauber (Audi dal 2026). Se Hamilton è il man of the day, lui arriva secondo. Ha avuto — a differenza di Magnussen — i nuovi aggiornamenti, ma ha saputo dimostrare che funzionano e che il team americano può pensare di insidiare nel resto della stagione la posizione in classifica della Racing Bull. Il numero chiave per la Haas è il 6: sesto posto per Nico a Silverstone, sesta piazza da inseguire nel Mondiale.
George Russell: 8
Premesso che ha avuto una sfiga terribile (ritiro obbligato al 34° giro a causa di un problema al sistema di raffreddamento del motore), il voto nasce dal bel gesto a fine gara: è andato a salutare Hamilton, quasi accarezzandolo. Galanteria sincera e non scontata, anche se Lewis era l’idolo che George da bambino vedeva correre e vincere a Silverstone. Non ha sprecato la partenza dalla pole, per un po’ ha comandato le operazioni, ma poi si è afflosciato, divorato in sequenza da Hamilton, Norris e Piastri.
Lando Norris: 7
Termina con le gomme soft, mentre Piastri aveva le medie che funzionavano meglio: scelta sua o del team? Nel primo caso deve finire dietro la lavagna, nel secondo farebbe bene a chiedere i danni. Verstappen non riesce a rimontare Hamilton, ma lui sì, altro che: lo taglia come il burro, in rotta verso la Stowe. Stavolta tra i due amici non ci sono scintille, ma Lando ancora una volta raccoglie meno di quanto potrebbe, anche se il podio davanti al pubblico di casa è meglio di un pugno nell’occhio.
Oscar Piastri: 7
In varie fasi è molto più convincente di Norris, al quale arriva a punzecchiare il lato B. Ma la McLaren lo trasforma, chissà perché, in agnello sacrificale: rinuncia a coinvolgerlo in un pit stop in sequenza con Norris e lo fa rientrare un giro dopo, mandando all’aria i suoi piani. Fregato due volte: lui sì dovrebbe chiedere i danni.
Aston Martin: 6,5
Come la Ferrari, va in retromarcia sugli sviluppi e torna agli assetti «antichi»: Stroll (cenni di esistenza in vita agonistica) e Alonso (che non si arrangia male con quello che passa il convento) ringraziano: se non altro non c’è la figuraccia a un tiro di schioppo dalla sede della scuderia. Ma il suo Mondiale continua ad essere ben sopra il «par».
Carlos Sainz: 6,5
Tiene a bada Hulkenberg, che sabato con la VF-24 aveva beffato il Cavallino. Due anni fa Carlos su questo asfalto centrava la prima vittoria della carriera, stavolta la musica è ben diversa con il quinto posto (a 47 secondi da Hamilton!) che è comunque una pezza sulle voragini della Ferrari.
Alexander Albon e Yuki Tsunoda: 6
Fanno il loro verso nel sottoclou del Gran Premio, la zona in cui ci si scanna per qualche punto. Il «giap» della Racing Bulls va di nuovo meglio di Ricciardo, mentre pensando ad Albon (e a Sargeant, che una volta tanto fa qualcosa di decente, pur diventando il primo escluso dal «top 10») ci sovviene — inevitabile controcanto — che la Williams da queste parti un tempo dominava.
Charles Leclerc: 5,5
Il danno grosso era stato fatto al sabato, con la mancata qualificazione al Q3. Charles ha provato a reagire all’incresciosa situazione con una bella partenza (3 posizioni guadagnate), ma con l’idea di ribaltare il proprio destino ha accettato un azzardo — il passaggio alle gomme intermedie prima che iniziasse a piovere — che non ha pagato. Ha chiuso doppiato: week end da dimenticare.
Ferrari: 5
L’unica buona notizia arriva… da Hamilton, in rosso dal 2025. Torna sempre più d’attualità la famosa frasaccia «anche quest’anno vinceremo l’anno prossimo»: Leclerc e Sainz navigano staccatissimi, rispettivamente terzo e quarto in classifica, dal leader Verstappen. Ma più che i numeri è negativa l’impressione di una scuderia confusa, che va per tentativi sperando di imbroccarla.
McLaren: 4
Ad occhio ha la macchina migliore, tuttavia non riesce a mandarla all’incasso per errori marchiani. Tre almeno le cavolate a Silverstone 2024: la rinuncia al doppio pit stop, l’overlap inflitto a Piastri – che ne aveva eccome per puntare al successo –, la scelta sbagliata delle gomme slick per Norris. Se fosse a Woking, Briatore caccerebbe metà team.
Sergio Perez: 2
Dopo l’erroraccio in qualifica — per il quale la Red Bull ha deciso di farlo partire dalla pit lane — non poteva ambire a qualcosa di memorabile, anche se nel passato ricordiamo sue rimonte dalla coda del Gp. Ma quelle volte — difficile trattenere il pensiero cattivo — non aveva ancora rinnovato il contratto… Deve però stare attento: Helmut Marko è capace di fargli lo scherzo di mandarlo via anche dopo averlo confermato. Pare comunque che Sergio abbia ricevuto un’offerta da London Taxi…