WhatsApp, in arrivo la svolta nel segno dell'apertura chiesta dell'Ue: cosa cambia per 2 miliardi di utenti

I prossimi aggiornamenti dell'app di Meta permetteranno di ricevere messaggi anche da altre piattaforme, come ha imposto l'Ue con il Dma. Ma per la rivoluzione serve tempo: bisogna conciliare apertura e crittografia ent-to-end

WhatsApp sta per introdurre i nomi utente? Consentiranno di chattare senza dare il numero di telefono

Dopo diversi anni di poche novità e un'esperienza d'uso quasi stagnante, nel 2023 sono stati molti gli aggiornamenti che Meta ha portato sulla sua app di messaggistica più diffusa in Italiua, WhatsApp. Dalla possibilità di modificare i messaggi, all'introduzione dei canali e la facoltà di usare un account su più dispositivi, la rincorsa alle mille funzionalità già previste su Telegram è iniziata con un po' di ritardo ma è proseguita a buon ritmo. Ma con le prossime novità,  ancora ufficiose, la svolta sarebbe epocale e permetterebbero agli utenti (più di 2 miliardi a livello mondiale) di poter comunicare con chiunque, senza più barriere. La parola chiave è interoperabilità.

Cosa chiede l'Europa

Qualche anno fa si era registrata la (breve, poi in gran parte rientrata) fuga degli utenti dopo il caos norme, che ha visto molti sperimentare o spostarsi su piattaforme alternative, come Telegram o Signal. Ora entra in gioco un regolamento europeo. Meta lo scorso settembre è stata designata come una delle 6 aziende gatekeeper, ovvero influenti società tech con milioni di utenti, secondo quanto prescrive il Digital Markets Act (Dma).  E WhatsApp è una delle app su cui Meta dovrà intervenire: il Dma sarà pienamente in vigore a partire dal 7 marzo 2024.
L'Europa ha chiesto di aprire la piattaforma e di poter ricevere e inviare messaggi da altre app, quali Signal, iMessage, Messenger, etc. Il tutto senza compromettere la privacy e la sicurezza, attraverso la crittografia end-to-end. Tenere insieme le due esigenze (interoperabilità e sicurezza) non è banale.

Sarà l'utente a scegliere

Raggiunto da Wired, Dick Brouwer, direttore tecnico della piattaforma di messaggistica di proprietà Zuckerberg, ha spiegato che è impegnativo assicurare privacy e sicurezza consentendo allo stesso tempo l'interoperabilità. Brouwer, che a suo tempo lavorò all'integrazione della crittografia sulle piattaforme Meta, afferma che l'organizzazione è soddisfatta dei progressi raggiunti. Dell'interoperabilità tra Messenger e WhatsApp se ne parla già da tempo, almeno nei rumors. Tuttavia, con la spinta dell'Ue, questo discorso diventa sempre più concreto. Ma all'utente spetterà comunque la possibilità di scegliere. 

Anche per evitare messaggi di spam o tentativi di truffa, l'utente potrà scegliere se aderire o meno ad un sistema più aperto. In tal caso i messaggi delle altre app saranno visualizzati in una sezione separata nella parte superiore dei messaggi in arrivo. La funzionalità è apparsa in una versione di sviluppo di WhatsApp. La necessità di mantenere l'app al sicuro, ha portato all'iniziativa di creare una sezione in cui conservare i messaggi provenienti da app di terze parti. Al momento non è in programma la possibilità di ricevere Sms, ma anche in quel caso finirebbero in una cartella terza. 

I perché della svolta

L'idea alla base è che un utente non dovrebbe aver bisogno di conoscere quale sia l'applicazione utilizzata da amici, parenti o familiari per potersi mettere in contatto con loro. Un protocollo unico, insomma, come accade per la posta elettronica. Inoltre, dovrebbe essere consentita la possibilità di inviare un messaggio da un'app all'altra senza averle scaricate entrambe. 
La novità non sarà comunque usufruibile a breve. Nuovi dettagli sono attesi per la primavera, e serviranno ancora mesi concessi dall'Ue affinché possa essere adottato questo upgrade, che ha richiesto anni di sviluppo. 

Le difficoltà riscontrate 

Le app più comuni contano numeri enormi, anche miliardi di utenti. Va da sé quanto possa essere complesso attuare un progetto simile, anche perché ogni società potrebbe cercare di convincere le altre ad utilizzare i propri sistemi, perché ritenuti più sicuri. Proprio come Meta, che preferirebbe che le altre piattaforme utilizzassero un protocollo di crittografia Signal, su cui si basano le proprie, così come quelle di Google e Skype

Ulteriori difficoltà si riscontrano nella "compatibilità" tra un'app e l'altra. Quel che viene considerato sicuro per WhatsApp, potrebbe non esserlo ad esempio per app di popolarità minore. Ancora, se WhatsApp richiede l'utilizzo di un numero di telefono per il funzionamento, per altre app potrebbe non essere necessario; le app con meno diffusione saranno inoltre "costrette" ad utilizzare gli stessi sistemi selezionati da quelle più utilizzate, per mantenere competitiva e interoperabile la propria applicazione. Anche la sicurezza e la privacy saranno argomenti delicati. Al momento non è ipotizzabile quali e quanti saranno i rischi per l'interoperabilità e non lo sarà finché non sarà una funzione concreta. Di certo, se lo sviluppo tra le varie piattaforme viaggerà a tempi e ritmi diversi, emergeranno problemi di sicurezza. Ciò che è sicuro e che ci vorrà del tempo, prima di poter scrivere al nostro contatto su Telegram da WhatsApp.

  

8 febbraio 2024

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