Le Poste inseguono i grandi patrimoni: che cosa c’è nel piano Del Fante (poi il Tesoro venderà)
di Edoardo Di Biasi
Il governo lavora alla cessione di PagoPA, società che si occupa di gestire i pagamenti indirizzati alla pubblica amministrazione, all'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, e a Poste Italiane. A questo passaggio si fa riferimento all'interno di un articolo sull’It-Wallet, l'applicazione d'identità digitale su cui il governo sta ancora lavorando.
A prevederlo è un articolo del decreto Pnrr. «Ai fini del rafforzamento dell'interoperabilità tra le banche dati pubbliche e di valorizzazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati di cui all'articolo 50-ter del decreto legislativo n. 82 del 2005, nonché di razionalizzazione e di riassetto industriale nell'ambito delle partecipazioni detenute dallo Stato, sono
attribuiti rispettivamente all'Istituto Poligrafico e Zecca dello
Stato S.p.A., in misura non inferiore al 51 per cento, e, per la
restante quota di partecipazione, al fornitore del servizio
universale di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 22 luglio
1999, n. 261, i diritti di opzione per l'acquisto dell'intera
partecipazione azionaria detenuta dallo Stato nella società PagoPA
S.p.A.», si legge nel decreto.
di Edoardo Di Biasi
Vale a dire che il 51% andrà alla Zecca dello Stato e la quota restante a Poste Italiane. Secondo quanto riporta Repubblica, sarebbe proprio l’entrata in scena di Poste a preoccupare due banche italiane che avrebbero già chiesto dei pareri legali sull’operazione. In vista di un possibile ricorso all’Antitrust. Uno dei due pareri evidenzia che, se Poste controllasse PagoPa, potrebbe escludere i suoi concorrenti dalla piattaforma.
Sulla questione è intervenuto anche il Pd, che ha presentato un’interrogazione. «Tale operazione si inserisce nel solco delle privatizzazioni previste dal governo per recuperare 20 miliardi di euro nel triennio 2024-2026, ha suscitato la protesta di molti enti creditizi che denunciano l'aggiramento delle norme sulla concorrenza. Per questo motivo ho presentato una interrogazione al ministero per gli Affari europei e al Mef, sottoscritta da tutto il gruppo del Pd, nella quale chiedo di sapere quali siano le motivazioni che hanno portato al coinvolgimento di Poste italiane Spa nell'operazione di cessione di quote di capitale di PagoPA; se intendano chiarire quale sia li corrispettivo minimo atteso dalla suddetta cessione e quali siano i criteri che saranno adottati dai soggetti nominati dal ministero dell'Economia e delle finanze per la definizione della cessione delle quote di PagoPA alle parti acquirenti; se non ritengano che la cessione di quote di capitale di PagoPA a Poste Italiane Spa comporti problematiche di natura concorrenziale», dice Daniele Manca, capogruppo Pd in commissione Bilancio a Palazzo Madama.
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