Podolyak, consigliere di Zelensky: «La Russia vuole destabilizzare l'Europa. Dobbiamo lavorare insieme, noi siamo la vostra prima linea»

diLorenzo Cremonesi

Il consigliere di Zelensky, Podolyak: «È una guerra ibrida e subdola»

DAL NOSTRO INVIATO
ODESSA - «Senza dubbio il risultato delle elezioni europee era in qualche modo molto prevedibile. Mi sembra sia possibile affermare, senza troppi dubbi, che vi è stato un cambiamento della politica paneuropea. Direi che è un dato assolutamente oggettivo», ci dice a caldo Mikhailo Podolyak, uno dei più noti consiglieri del presidente Volodymyr Zelensky, che ieri sera era rimasto occupato sino alle ore piccole nel suo ufficio per analizzare i dati e le valutazioni che arrivavano dalle capitali della Ue. La nostra intervista per telefono è stata continuamente ritardata dal ritmo della cronaca e dalla questione delle armi all’Ucraina, oltreché dalla preoccupazione della possibile crescita del fronte filorusso: tutti fattori questi che restano al centro della riflessione sia in Europa che a Kiev.

Ma come valuta i risultati elettorali? Non crede che l’Ucraina sia oggi un poco più isolata?
«Tengo a sottolineare due cose. In primo luogo, non collegherei i risultati alla sola influenza della Russia. E, in seconda istanza, non parlerei assolutamente di un crollo della politica europea tradizionale».

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Cioè?
«Un certo trionfo della destra, compresi i successi di alcuni gruppi radicali, è legato al desiderio dell’elettorato europeo di vedere una politica comune parecchio più dura e risposte più severe alle principali sfide contemporanee».

Può specificare?
«La gente vuole meno burocrazia, meno decisioni differite, meno paura di chiamare le cose con il loro vero nome, meno lunghe discussioni, meno multiculturalismo: tutti fattori che conducono a un futuro incerto, opaco. Osservo che regole di fondo diverse iniziano a funzionare per gruppi sociali diversi».

In sintesi?
«L’elettorato europeo chiede certezze, meno complicazioni, esige responsabilità a chiarezza. La gente si aspetta adesso che venga detto esplicitamente cosa capiterà domani. I partiti al governo devono dare risposte comprensibili da tutti, non procrastinare il dubbio».

E la crescita dei partiti filorussi, il rischio che si rafforzino gli elementi contrari a mandarvi armi per fare argine assieme contro il pericolo Putin e il suo nuovo imperialismo?
«Per ciò che concerne la Russia, parlerei di un particolare paradosso. La destra europea, tranne poche eccezioni, comprende benissimo tutti i rischi che la Russia sta portando nel continente. La Russia mira al dominio esclusivo, che porta avanti con mille tipi di intimidazione e minacce».

Ovvero?
«La guerra ibrida combattuta nelle forme più subdole. La Russia impone il diritto dei forti, stravolge le norme del diritto internazionale così come le avevamo costruite dopo la fine della Seconda guerra mondiale. La Russia ci minaccia, tutti. Agisce nel buio con omicidi mirati, attentati, impone forme subdole di corruzione, finanzia i nemici della democrazia, mina le basi della nostra convivenza civile».

Ma lei crede davvero che le destre europee condividano questo discorso?
«La maggioranza lo capisce benissimo. Il regime di Putin è interessato alla totale instabilità europea, alla debolezza dei vostri governi, lavora per garantire l’incapacità dei principali partiti politici europei di prendere decisioni difficili e metterle in pratica in modo coerente. La cosa curiosa è che, se osserviamo con maggiore attenzione, rileviamo che la politica di Mosca è assolutamente prevedibile e così lo sono le sue rivendicazioni. Avere un nemico prevedibile facilita le nostre difese».

Conseguenze?
«Dal regime di Mosca non giunge nulla di promettente per i partner europei. Occorre esserne tutti consapevoli».

Macron, che voleva mandare soldati francesi in Ucraina e chiedeva la cooperazione degli altri Paesi europei, adesso indice le elezioni, rischia il suo governo e addirittura la sua carriera. La Germania vede la crescita dell’ultradestra. Cosa può fare l’Ucraina?
«L’Ucraina deve fare ancora di più per diffondere in modo continuativo, intenso e coerente le giuste informazioni sul carattere estremamente pericoloso e destabilizzante della Russia odierna. Occorre che il pubblico europeo sia informato e consapevole, non vedo molte altre strade. Noi siamo la vostra prima linea, lo paghiamo sulla nostra pelle ogni giorno e abbiamo la missione di mettervi in allarme, la nostra società deve comunicare continuamente con le altre società europee. Dobbiamo lavorare assieme, anche con i partiti che sono apparentemente distanti».

11 giugno 2024 ( modifica il 11 giugno 2024 | 13:45)

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