DAL NOSTRO INVIATO
TEL AVIV - Gli israeliani? Gli americani? I salafiti? I curdi? Come un’araba fenice, quasi scomparso dai radar del terrorismo internazionale, in realt� mai morto, risorge l’Isis e rivendica le ceneri di Kerman: sono stati due kamikaze dello Stato islamico, dice un proclama su Telegram, a colpire l’Iran nel pi� grave attentato della sua storia. 84 morti e 284 feriti, ma forse molti di pi�, che quasi oscurano la memoria degli attacchi di sei anni fa al santuario di Shiraz, al Parlamento di Teheran e al Mausoleo di Khomeini. Come i due suicidi siano arrivati fin l�, nella folla che partecipava alle solenni celebrazioni del �martire� Soleimani, non se lo spiegano nemmeno gli iraniani. Che considerano da sempre l’Isis una creazione di americani e sionisti, senza troppi distinguo: �Davvero dicono che non sono stati loro? — ironizza Mohammad Jashmidi, consigliere del presidente Raisi —: la volpe fiuta sempre la sua tana e fa danno pi� lontano�. Nemmeno gli ayatollah, per�, sembrano troppo convinti dell’ira che spandono: i funerali pubblici delle vittime sono stati cancellati, anche per evitare troppi slogan, e la Guida suprema Ali Khamenei invita i pasdaran a �pazientare�. Perch� � dal 7 ottobre che Teheran cerca di non lasciare troppe impronte. E di non scottarsi.
Iran, l’Isis rivendica il massacro. Gli americani colpiscono a Bagdad
A Kerman due attentatori suicidi. Blinken arriva in Israele per parlare di dopoguerra e ostaggi. Ucciso Al Saidi, capo del gruppo di milizie responsabili di oltre 100 attacchi agli Usa

L’incendio mediorientale s’allarga ogni giorno. Un’escalation che passa per episodi diversissimi fra loro, eppure legati da un sottile filo che qualcuno sembra condurre. Marted�, l’uccisione mirata in Libano del numero due di Hamas. Mercoled�, i due kamikaze Isis in Iran. Ieri � toccato all’Iraq: mentre entrava con l’auto in un garage di Bagdad, � stato ammazzato Mushtaq Taleb al-Saidi, per tutti Abu Taqwa, capo della sicurezza delle 70 milizie di Mobilitazione Popolare che sostengono il governo iracheno di Muhammad Sudani. Di sicuro, c’� che quest’esecuzione l’hanno decisa gli Usa: l’uomo, dicono, era la mente del centinaio d’attacchi a basi americane negli ultimi tre mesi, attentati condotti in chiave anti-israeliana. Nel puzzle iracheno � difficile prevedere l’effetto di quest’uccisione, perch� il cartello di Mobilitazione Popolare assembla un po’ di tutto — milizie sunnite, sciite, cristiane, yazide — e il collante � solo un forte antiamericanismo che, fin dai tempi del dopo-Saddam, ha fatto 600 morti fra militari e contractor Usa. Il debole governo sciita di Sudani, che si barcamena fra l’appoggio tanto dell’Iran quanto dell’America, � ora costretto ad affrontare una piazza che da tempo chiede la cacciata delle truppe di Washington.
Beirut, Kerman, Bagdad. E naturalmente, Gaza. Oggi arriva a parlarne Antony Blinken, segretario di Stato americano al suo sesto tour mediorientale in novanta giorni. Proprio nelle ore del nuovo discorso di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah tenuto a freno nelle sue rappresaglie per l’assassinio dell’hamasiano Arouri. Blinken vedr� tutti, ma soprattutto gli israeliani: c’� sul tavolo il piano per il dopoguerra nella Striscia e per l’apertura agli aiuti. Si parla anche della trattativa sugli ostaggi: ieri era il primo compleanno del pi� piccolo di tutti, Kfir Bibas, il pel di carota portato via col fratellino. Se Kfir sia ancora vivo, non si sa. Decine d’israeliani si sono radunati a Tel Aviv e hanno cantato una ninnananna. Sulla Rotschild, hanno esposto il disegno d’un bimbo seduto di spalle. Dentro il nero d’un tunnel. Davanti, c’era una minuscola torta con una candelina accesa.
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4 gennaio 2024 (modifica il 4 gennaio 2024 | 22:11)
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