Saleh Al Arouri era nella lista di morte. Lo sapeva bene. Israele lo aveva indicato pi� volte come uno dei possibili bersagli della campagna per eliminare i vertici di Hamas all’estero. E lui non si nascondeva, contava probabilmente di essere protetto a Beirut, con l’aiuto degli Hezbollah filoiraniani e degli stessi pasdaran.
Chi era Saleh Al Arouri, il numero 2 di Hamas ucciso da Israele a Beirut: su di lui una taglia da 10 milioni
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Al Arouri era un nemico temuto da Israele e Usa: sapeva di essere nella lista di morte, e non si nascondeva, considerando di essere protetto a Beirut con l'aiuto degli Hezbollah e dei pasdaran iraniani
Arouri, a sinistra, con il leader di Hamas, Hanyieh (LaPresse)
Considerato tra le principali figure dell’ufficio politico, originario della Cisgiordania, ha assunto un doppio ruolo. Il primo pubblico, viaggiando tra Turchia, Libano, Qatar, rilasciando interviste, facendo annunci sempre dai toni duri. Un volto e una voce per spiegare le posizioni della fazione, per dettare condizioni sugli ostaggi, per rilanciare la grande sfida al nemico. Pi� discreta ma concreta la seconda missione in collegamento con la leadership dell’interno della Striscia, in particolare Yahia Sinwar e Mohammed Deif, lo stratega delle Brigate Ezzedine al Qassam. Alcuni analisti lo hanno messo in contrapposizione ad altri personaggi, giudizi non sempre netti, non di rado tentativi di seminare tempesta tra i ranghi dei miliziani.
Un profilo comunque sempre rilevante, un nemico temuto dallo Stato ebraico e dagli Usa. Che, dopo la crisi di Gaza, avevano alzato la taglia sulla testa di Al Arouri da 5 a 10 milioni di dollari presentandolo come l’anello di congiunzione tra la diaspora e il braccio militare, con una visione molto vicina (dicevano) a quella dell’Iran rispetto all’ala �pragmatica�. Non � stato neppure escluso - secondo una versione - che abbia partecipato a vertici preparatori dell’offensiva Diluvio al Ansa insieme a ufficiali della divisione Qods dei pasdaran. Tesi respinta da quanti ritengono che i capi a Gaza non abbiano fornito troppi dettagli su quanto sarebbe avvenuto il 7 ottobre con l’assalto ai kibbutz.
Sono aspetti minori in una guerra senza confini e dove Israele non si � posto dei limiti. Il premier Netanyahu, la Difesa e l’intelligence hanno promesso di fare ci� che avvenuto. Gerusalemme ha formato una task force ribattezzata Nili per dare la caccia agli avversari, ha unito le conoscenze dello Shin Bet, del Mossad e dell’intelligence militare per agire nei Territori palestinesi e in qualsiasi Paese della regione. Ha usato fondi estesi per reclutare spie ed ha evocato una �nuova Monaco� alludendo alla lunga vendetta contro i presunti responsabili della strage ai Giochi Olimpici in Germania nel 1972. Una storia mai finita.
Dopo la guerra al Fatah, � iniziata quella ad Hamas e Jihad, con tattiche simili, operazioni vicine e lontane. A Dubai, in Tunisia, in Malaysia e a Gaza. Nuovi omicidi mirati, nuovi elenchi di target, altri ordigni, raid aerei, sicari. Infatti i paesi amici della fazione islamica hanno preso sul serio le dichiarazioni di Netanyahu. La Turchia, dove al Arouri era di casa insieme ad altri militanti, ha reagito eseguendo retate (l’ultima marted�) di presunti �collaboratori� del Mossad ed ha minacciato ritorsioni pesanti.
Il Qatar, importante per le trattative diplomatiche, avrebbe chiesto a Gerusalemme di non toccare i suoi ospiti. E allora non � strano che il fendente sia arrivato a Beirut, da sempre arena insanguinata, con uno stato debole e condizioni favorevoli. Fu cos� anche dopo Monaco e per anni.
L’eliminazione di al Arouri � una ferita seria per Hamas, anche se nessuno � insostituibile e la fazione � abituata alle perdite. Anzi, le prove difficili l’hanno rinforzata, tra retorica del martirio e desiderio di non vedere di un millimetro. Allo stesso tempo � un segnale per l’Hezbollah, realt� dominante in Libano e partner solido dei Mujaheddin palestinesi. Il drone killer ha scovato il bersaglio nel suo feudo.
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2 gennaio 2024 (modifica il 2 gennaio 2024 | 19:32)
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