L’ambasciatore di Israele Schutz: «Il malinteso con il Vaticano? Un errore nella traduzione: non “deplorevole” ma “sfortunata”»

di Gian Guido Vecchi

Il rappresentante di Israele presso la Santa Sede chiarisce il suo commento alla dichiarazione del cardinale Parolin ma critica l’uso di parole come �la guerra a Gaza�. �Dal 7 ottobre � una guerra condotta contro Israele� spiega

L’ambasciatore di Israele Schutz: «Il malinteso con il Vaticano? Un errore nella traduzione: non “deplorevole” ma “sfortunata”»

CITT� DEL VATICANO — �Purtroppo il mio italiano � tra lo scarso e l’inesistente, la nostra routine di lavoro � in inglese. La parola che abbiamo usato nel comunicato originale era regrettable , e mi attengo a essa. Per quanto riguarda la traduzione pi� accurata in italiano, lascio la parola a chi � bilingue�.

Raphael Schutz, ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, sorvola con prudenza. Mercoled�, una nota dell’ambasciata aveva definito �deplorevole� la dichiarazione del cardinale Pietro Parolin sulla �carneficina� in corso a Gaza. Ieri, la precisazione: l’aggettivo regrettable �poteva essere tradotto in modo pi� preciso con “sfortunata”�. Nel linguaggio diplomatico sono sfumature significative.

Ambasciatore, come definirebbe i rapporti attuali tra Israele e Santa Sede?
�� importante che le relazioni in generale, comprese quelle diplomatiche, si basino sempre sulla franchezza e sulla trasparenza. Finch� esisteranno questi elementi, sar� pi� facile contenere le differenze di opinione e di prospettiva, come quelle attuali�.

Il Segretario di Stato vaticano ha parlato del �coraggio di non perdere la speranza� e detto che la Santa Sede � pronta a dare �il suo contributo�. In che modo potrebbe aiutare?
�Non ho il minimo dubbio sulle buone intenzioni del Vaticano. Condivido anche l’invito di Parolin a non perdere la speranza. Nella storia ebraica e israeliana ci sono stati molti momenti di difficolt�, ma la speranza � sempre stata ed � tuttora presente. Tuttavia, non mi sento qualificato per determinare quale sarebbe in questo momento il modo pi� efficace per la Santa Sede di incanalare la sua autorit� morale unica�.

Non � normale che il Papa si preoccupi per i civili e chieda un �cessate il fuoco�?
�Ci sono alcuni punti da considerare. Il linguaggio, anzitutto: dire “la guerra a Gaza” � una rappresentazione errata della realt�. Dal 7 ottobre c’� una guerra condotta contro Israele da almeno quattro fronti — Libano, Siria, Yemen oltre a Gaza — con tutti gli aggressori sostenuti e riforniti dall’Iran. Quando poi Gaza viene citata pi� volte, mentre le citt� e i kibbuz israeliani attaccati il 7 ottobre in modo criminale non vengono affatto menzionati per nome, si crea l’impressione che essi e la sofferenza dei loro abitanti siano meno importanti. Se si aggiunge l’omissione di qualsiasi menzione dei circa duecentomila mila sfollati israeliani nel sud e nel nord del Paese, il risultato � ci� che chiamo un deficit di empatia. I numeri creano coscienza�.

In che senso?
�Se le sofferenze della popolazione di Gaza, senza dubbio terribili, vengono citate decine di volte, ma il diritto di Israele a difendersi o addirittura a esistere viene menzionato solo una o due volte nello stesso periodo di tempo, l’impressione, giusta o sbagliata, � che una sia pi� importante dell’altra�.

E il cessate il fuoco?
�Non � un obiettivo in s�. L’obiettivo � rendere Israele di nuovo sicuro per i suoi abitanti. Se il cessate il fuoco � solo un modo per dare ad Hamas il tempo di riarmarsi, allora � un premio per l’aggressore. Ecco perch� rifiuto le parole generiche superficiali�.

Trentamila morti a Gaza. Non siete andati troppo oltre il diritto di difesa?
�Non siamo d’accordo con l’affermazione di una presunta natura sproporzionata dell’operazione israeliana e, naturalmente, nemmeno sul termine “carneficina”. Rispetto ad altre forze militari occidentali, ogni serio esperto militare concorder� sul fatto che l’Idf fa molto di pi� per cercare di ridurre al minimo le vittime civili, ma la realt� di Gaza, dove Hamas si � intenzionalmente assimilato alla popolazione civile, lo rende molto difficile�.

La poeta Edith Bruck ha criticato Netanyahu: �Ha danneggiato gli ebrei della diaspora�.
�Sono tra i tanti fan di Bruck e ho avuto il raro onore di conoscerla personalmente. Molte persone, tra cui molti ebrei in tutto il mondo e anche in Israele, criticano il governo israeliano e il premier Netanyahu. Questo � legittimo e fa parte di societ� pluralistiche e democratiche. Su un punto, per�, mi permetto di dissentire da Bruck: gli antisemiti non hanno bisogno di Netanyahu come scusa. L’antisemitismo esisteva prima dell’esistenza di Israele, prima di Netanyahu e purtroppo continuer� a esistere anche dopo il suo mandato�.


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16 febbraio 2024 (modifica il 16 febbraio 2024 | 08:54)

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