Genova, la manager Icon e lo stop a Spinelli: «Soldi a Toti? Sarebbe corruzione»

diGiuseppe Guastella e Andrea Pasqualetto

I sospetti del pm: Spinelli voleva schermarsi dietro al maxi fondo britannico (suo socio al 45%). Il fondo disse di no e lui dovette versare a Toti a nome della Spinelli srl i 40 mila euro che ora gli costano l’accusa di corruzione 

Genova, la manager Icon e lo stop a Spinelli: «Soldi a Toti? Sarebbe corruzione»

Giovanni Toti (Ansa)

DAI NOSTRI INVIATI 
GENOVA - Per evitare di comparire tra i finanziatori di Toti, Aldo Spinelli voleva usare come schermo il fondo di investimento inglese Icon da 8 miliardi di dollari di capitale, suo socio al 45%. Il fondo disse di no e l’imprenditore dovette versare al governatore a nome della Spinelli srl i 40 mila euro che ora gli costano l’accusa di corruzione. È l’ultimo sospetto che emerge dall’inchiesta che ha terremotato la Liguria mettendo in fibrillazione la politica nazionale.

C’è un’insuperabile norma che non può essere violata nelle regole di Icon: vietato sovvenzionare in qualsiasi modo la politica. Quando il gip Paola Faggioni chiede se pensavano di finanziare Toti «tramite il fondo» Icon, il figlio di Aldo Spinelli, Roberto, nega decisamente: «No, non è così»; ma nella pagina successiva del verbale aggiunge: «Scusi, io ho fatto Legge e ho anche studiato negli Stati Uniti, non posso chiedere a un fondo di schermarmi. Sarei come mio padre, sarei uno scemo totale, mi scusi. Non faccio una roba del genere perché so già la risposta, mi prendono per scemi quelli di Londra». Nascondendosi dietro un altro soggetto, un imprenditore potrebbe evitare si pensi che abbia dato soldi a un pubblico ufficiale in cambio di un favore: esattamente l’accusa mossa all’84enne. Il figlio smentisce sostenendo che il padre voleva solo il beneplacito del socio per finanziare Toti attraverso la Spinelli srl. Ma le intercettazioni agli atti danno agli inquirenti una lettura diversa.

Ivana Semeraro cura da Londa per Icon i rapporti con il gruppo Spinelli. Il 17 settembre 2021 il governatore dice a Spinelli che a fine mese sarà prorogata la concessione Rinfuse alla quale l’anziano imprenditore tiene moltissimo, e aggiunge: «Ricordati che io sto aspettando anche una mano». Lo stesso giorno Roberto Spinelli è al telefono con Semeraro che gli spiega: «Sto parlando internamente su questa donazione al Comitato (…) per me non è facile (…) ho parlato già con due persone». «Ma anche io non lo farei (…) ma lo fan tutti?», replica Roberto Spinelli. «Infatti è tutto legale, è tutto permesso, è solo che poi, cioè, per noi è una questione di regola generale a livello mondiale perché così non dobbiamo dare spiegazioni a nessuno e quindi è una policy che adottiamo», risponde la manager. «A me quello che mi gira le balle, ora, a parte le cose vostre interne, che poi fanno comunque queste cose qua poi sono pubbliche», ribatte Spinelli jr. riferendosi al fatto che i finanziamenti ai partiti devono essere pubblicati dai politici.

Semeraro ha fatto ricerche sul Comitato: «Devo dare spiegazioni (…) promuove iniziative sociali, culturali, però ispirate ovviamente ai valori del partito» di Toti, «però non ti nascondo che sono richieste molto…». Roberto: «Ragionaci un po’, poi dimmi qualcosa». Tre giorni dopo la donna chiama il padre per dirgli che la risposta di Icon è no: «È un problema di reputazione, perché (…) questi pagamenti possono essere sempre un po’(…) visti come corruzione. (…) Lo so che per te è importante supportare a livello locale...». A dicembre arriva la proroga e Aldo versa i 40 mila a Toti. Il figlio dice che si è arrabbiato con il padre che ha «dribblato» il suo divieto ordinando le operazioni al direttore finanziario.

Lunedì l’inchiesta riparte con le audizioni di testimoni e con i pm che riascolteranno la registrazione dell’interrogatorio del gip di Roberto Spinelli, dopo il giallo legato alla frase in cui diceva che Toti «voleva finanziamenti illeciti», corretta dai suoi legali con una pec al giudice in «finanziamenti leciti». Forse un semplice refuso, un errore di comprensione o un lapsus. Proseguirà la sfilata di testimoni. Sabato è stato sentito Giorgio Carozzi, membro per la città di Genova dell’Autorità portuale, che al pm avrebbe confermato di aver subito pressioni per dire sì a Rinfuse (sebbene all’Ansa poi abbia negato). Fatto su cui sarà chiamato a testimoniare il sindaco di Genova Marco Bucci.

19 maggio 2024 ( modifica il 19 maggio 2024 | 07:30)

- Leggi e commenta