La nuova Guerra fredda degli smartphone: come l'intelligenza artificiale sta spaccando Occidente e Cina
Nel mondo delle telecomunicazioni mobili, l’IA allarga il solco tra i due mondi e avvicina il «decoupling» tecnologico

Nell’universo della tecnologia il motore immobile da almeno 15 anni è lo smartphone. Lo dicono i fatturati e anche l’importanza concreta nelle vite di tutti. Ma se fosse l’intelligenza artificiale a impossessarsi di quel ruolo centrale? E se, entro pochi anni, il telefono diventasse solo il più venduto tra i dispositivi dipendenti da un software, sempre più pervasivo, basato sull’AI? Un’ipotesi, per ora.
Al Mobile World Congress 2024 ad esempio abbiamo visto un prototipo «appless» di smartphone di Deutsche Telekom basato sulla piattaforma di AI di Qualcomm: le app spariscono e il ruolo di intermediazione tra l'utilizzatore e quello che chiede viene svolto completamente dall'AI. «Prenotami un volo da qui a Milano»: basta dirlo o digitarlo e l'AI fa quello che normalmente otteniamo attraverso l'app di una compagnia area o di un aggregatore di voli tipo Skyscanner e simili.
A questo scenario, ipotetico, si affianca invece una certezza: l’intelligenza artificiale sta allargando il solco tra Oriente, o meglio tra Cina, e Occidente. Sarà proprio l’AI a portare a quello che gli esperti chiamano «decoupling tecnologico». In Cina iniziamo a vedere telefoni con l’AI al centro. E altrettanto accade sui nostri mercati. Ma si tratta di funzioni e LLM (grandi modelli linguistici) completamente diversi a seconda dei due mercati, pur essendo a volte declinati sugli identici (per hardware e design) dispositivi.
(Beninteso: Occidente e Cina sono già da anni mondi separati per le app, visto che Pechino vieta praticamente tutti i servizi più diffusi dalle nostre parti, sostituiti da equivalenti locali. Ma l'irruzione dell'AI sugli smartphone è destinata a cambiarli in modo pervasivo e i modelli linguistici e le Gen AI saranno radicalmente diversi tra i due mondi, per motivi politici e legislativi più che tecnologici e industriali).

Alla fiera di Barcellona
Per capire questa e altre tendenze è bene guardare al Mobile World Congress, la maxi-fiera globale della telefonia che parte proprio oggi a Barcellona. Tra i protagonisti c’è la cinese Honor, il cui esempio è paradigmatico dell’impatto dell’AI.
Il nuovo modello top di gamma Magic 6 Pro, appena uscito da noi, in madrepatria integra un LLM da 7 miliardi di parametri chiamato MagicLM. Lavora non sul cloud ma sul dispositivo stesso grazie a Magic Portal, un’interfaccia che integra grazie all’AI i vari servizi e app del telefono, senza che gli sviluppatori siano chiamati a creare in via preventiva queste sinergie. Honor parla di IUI, cioè Intelligent UI (che sta per User Interface): capire il contesto dai contenuti del telefono, ma anche dai gesti e persino dal movimento degli occhi dell’utente, e suggerire in maniera proattiva l’azione giusta. Attivare una ricerca prima di digitarla o anticipare un servizio, dai pagamenti alla prenotazione di un taxi. Tutto questo sul «nostro» Magic 6 Pro non c’è o meglio ce n’è una porzione molto ridotta. L’azienda cinese, sul mercato occidentale, per ora adotta una posizione attendista: «Il nostro dipartimento di Ricerca e sviluppo sta valutando tutta una serie di aspetti — dice Pier Giorgio Furcas, Commercial Director di Honor Italia —, dalla privacy alla sicurezza. Stiamo vedendo come si muove l’Europa. Sono mondi, Oriente e Occidente, che sull’AI si stanno spostando in direzioni abbastanza diverse». Poi aggiunge: «L’impressione è che al centro del nostro sistema ci sarà nel futuro un nuovo sole, che sarà non tanto un dispositivo, ma piuttosto il software, in grado di far funzionare al meglio l’intelligenza artificiale. E in Cina su questo aspetto stanno lavorando moltissimo».
L’era degli «AI Phone»
Chi più di tutti ha puntato sull’AI è Samsung (azienda del Far East ma solidamente collocata nel «campo» occidentale), che con il recente lancio dei Galaxy S24 ha parlato esplicitamente del primo «AI Phone», di uno smartphone bagnato nel fiume dell’intelligenza artificiale, con molte funzioni dedicate e «on device», capaci di funzionare sul dispositivo, senza cloud. «Investiamo nell’AI da oltre un decennio — ci dice Paolo Bagnoli, Head of MX Marketing and Retail di Samsung Electronics Italia —. Abbiamo individuato gli utilizzi primari dello smartphone, dalla mail all’online banking fino alla ricerca di prodotti e declinato il potenziale grezzo dell’intelligenza artificiale in attività in grado di migliorare la qualità della vita». Tra le funzioni dei Galaxy S24 più apprezzate nelle prime settimane di commercializzazione, Bagnoli cita la capacità di tradurre le telefonate in tempo reale e la modifica creativa delle foto scattate.
Al Mobile World Congress tutti i big
A Barcellona ci saranno tutti i principali marchi del settore. Xiaomi porterà i suoi smartphone 14 e 14 Ultra, in cui l’AI verrà declinata — anche grazie alla partnership con Leica — nel mondo della fotografia d’eccellenza. L’altro trend del settore è quello degli smartphone pieghevoli, in cui si inserisce soprattutto Motorola, tornata a crescere in Europa (5% di quota, +73%) e in Italia grazie alla fascia economica ma anche ai «foldable» come Razr 40 e 40 Ultra. «È una tendenza che come Motorola cavalchiamo, insieme ad AI, qualità premium, sostenibilità e inclusività. Questo ci ha portato a una quota di mercato del 12% in Italia, più che raddoppiata in un anno» dice Carlo Barlocco, Executive Director & General Manager, MBG Italy. Quello dei «foldable phone» è una delle tendenze che ha salvato in parte il mercato nel 2023. In Italia, dicono i dati di Gfk, gli smartphone venduti sono calati dell’11,1% (12 milioni di pezzi, erano 13,5 milioni nel 2022 e ben 14,5 milioni nel 2021). A fronte di questo crollo, i ricavi complessivi hanno tenuto, scendendo solo del 2,1%: «Il prezzo medio è salito — ci dice Fabrizio Marazzi di Gfk — a 417 euro nel 2023, dai 340 del 2021». Su questa crescita pesano i pieghevoli e (soprattutto) i modelli premium: «Per il 30% di chi compra uno smartphone contano le caratteristiche tecniche, più di prezzo e promozioni. Riteniamo che l’AI sarà vista come un’innovazione e aiuterà il mercato».