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Elon Musk, 52 anni, terzo uomo più ricco del mondo (foto Epa/Zbigniew Meissner) Nel primo trimestre 2024 la Tesla di Elon Musk ha consegnato 386 mila auto elettriche: l’8,5% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno prima e il 20% in meno rispetto al trimestre precedente. Gli analisti, che prevedevano vendite oscillanti da 443 a 457 mila auto, giudicano il dato disastroso: un brusco stop dopo 10 anni di crescita molto rapida in un mercato ancora in espansione, anche se non più euforico come in passato. I mercati vedono un futuro difficile per i pionieri dell’auto elettrica: Musk, che ha già dovuto cedere a Jeff Bezos la palma di uomo più ricco del mondo a causa del declino del valore delle azioni Tesla (dall’inizio dell’anno hanno perso quasi un terzo del loro valore in una Borsa in forte crescita), ieri è andato incontro a un’ulteriore batosta, perdendo un altro 5%. Da un’indagine degli analisti di Sensor Tower emerge, poi, che Twitter-X ha perso il 18% degli utenti nell’ultimo anno e il 23% dall’acquisizione da parte del geniale imprenditore di origine sudafricana. X nega che le cose vadano così male e sostiene di avere ancora 250 milioni di utenti (comunque sempre meno dei 259 milioni della proprietà precedente). Ma Sensor Tower ha informazioni molto dettagliate e attesta anche che, spaventati dall’invasione di messaggi di odio o pornografici e di falsità di ogni genere (conseguenza dall’eliminazione dei filtri dei contenuti immessi rete), la maggior parte dei grandi inserzionisti di Twitter hanno smesso di fare pubblicità sulla rete sociale acquistata da Musk nell’ottobre del 2022. Corsa in salita per Elon anche nella conquista dello spazio, la sua vera passione: anche il terzo prototipo del supervettore Starship che dovrebbe riportare l’uomo sulla Luna e poi condurlo alla conquista di Marte, è esploso in volo. Stavolta è entrato in orbita e ha trasmesso molti dati, tanto che SpaceX ha dichiarato la missione un successo. Ma l’avventura marziana, vera ambizione esistenziale di Musk, si allontana: pazienza per Barack Obama che l’ha dichiarata inverosimile e inutile, con tutto quello che c’è da fare sulla Terra. L’imprenditore, sempre più in sintonia con la destra radicale di Trump, può anche deridere l’ex presidente democratico per il suo anatema. Ma ora anche lo scienziato Martin Rees, astronomo della Casa reale britannica, ha definito gli obiettivi marziani imprese non realistiche, «un’illusione pericolosa». Musk non è il tipo che si scoraggia davanti alle difficoltà. Anzi, ha spiegato più volte che, per dare il meglio di sé, ha bisogno dello stress provocato dal concreto rischio di un fallimento. E poi lui è sempre più indispensabile per il governo federale, e soprattutto per il Pentagono, con la sua ormai fittissima rete di 5.500 satelliti Starlink e con i missili di SpaceX usati dai militari per le missioni spaziali più segrete. L’imprenditore di origine sudafricana, che ha rivoluzionato l’industria dell’auto e quella dello spazio, da quando è entrato nel mondo dei social media è divorato dalla megalomania, ma non può negare di vivere un momento molto difficile. Grave, soprattutto, è la crisi di Tesla che è alla base della sua potenza finanziaria. Certo, dagli assalti degli houthi che, bloccando il traffico commerciale attraverso Suez e il Mar Rosso, hanno rallentato i rifornimenti a molte industrie europee, all’incendio doloso di una centrale elettrica di Berlino che ha lasciato per un po’ senza energia lo stabilimento tedesco della Tesla, non mancano giustificazioni per questo cattivo andamento. Ma oggi l’azienda di Musk non ha difficoltà a produrre: fa fatica a vendere. Anche nell’ultimo trimestre ha costruito 46 mila vetture in più rispetto a quelle che è riuscita a distribuire. Cala la sua penetrazione nel mercato cinese dove, oltre alla concorrenza di Byd che l’ha ormai surclassata, deve ora fronteggiare quella dei giganti della telefonia — Xiaomi e Huawei — entrati nel mercato dell’auto elettrica con prodotti di alta qualità, con autonomia superiore a quelli di Tesla e a prezzi nettamente più bassi. L’azienda di Musk — che deve fronteggiare concorrenti più agguerriti anche negli Usa e in in Germania — ha un gran bisogno di allargare e rinnovare la gamma, ma il nuovo Model 2 non arriverà prima della fine del 2025 mentre nessuno sa se lo spigoloso Cybertruck, per ora venduto col contagocce, uscirà mai da questa condizione di veicolo di nicchia. Per Musk il problema è grosso perché l’ipervalutazione di Tesla che l’ha reso ricchissimo era basata sull’aspettativa che l’azienda fosse destinata a restare stabilmente la leader incontrastata in un mercato dell’auto elettrica in continua espansione. Invece l’entusiasmo per questo tipo di veicolo si sta raffreddando ovunque. Ma, mentre gli altri produttori guadagnano, lentamente, quote di mercato, Tesla le perde e sembra destinata a continuare così per un bel po’. |
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