Il capo della polizia dopo le cariche a Pisa: “Verifiche severe sugli agenti”

Pisa — «È successo un casino». Era ancora la mattina di venerdì quando ai piani alti della questura qualcuno ha presagito che le ore successive non sarebbero state affatto facili. I video della carica di via San Frediano iniziavano a girare, lasciando pochi dubbi sull’eccessiva violenza dell’azione di alcuni uomini delle due squadre del reparto mobile di Firenze. Poi, ieri, sono arrivate anche le parole di Mattarella e l’atmosfera nella polizia pisana, che già in mattinata aveva ricevuto richieste di spiegazioni dal Viminale, è diventata ancora più tesa. Si è fatto largo il timore di conseguenze disciplinari per i vertici. Anche se la questura resta divisa tra chi difende l’operato dei colleghi e chi sostiene che siano stati fatti errori.

L’intervento di Pisani

In serata ha parlato il capo della polizia, Vittorio Pisani, che ha sottolineato come nessuna manifestazione sia stata vietata in Italia. «Purtroppo a Firenze e a Pisa i nostri operatori hanno posto in essere iniziative che dovranno essere analizzate singolarmente e verificate con severità e trasparenza». E poi: «Le decisioni adottate in sede locale sui servizi di ordine pubblico non sono determinate da scelte politiche. È nostro dovere garantire il dissenso».

Intanto si cercano di chiarire le responsabilità in piazza. La procura ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti, incaricando delle indagini i carabinieri. «È praticamente tutto nelle immagini dei video che sono circolati», confidano gli investigatori. Da quelle si individueranno i poliziotti che hanno ecceduto, in certi casi rincorrendo i giovani dopo averli colpiti una prima volta.

L’informativa del questore

Il questore di Pisa, Sebastiano Salvo, ha inviato ai pm una informativa con l’elenco di chi era in piazza, indicando la catena di comando, cioè il nome del dirigente della questura incaricato del servizio, quelli degli altri funzionari, degli uomini della digos e del reparto mobile. Ma in procura sono arrivate anche le generalità di alcuni manifestanti. È un fallimento se dei ragazzini di 16 anni finiscono in ospedale, avrebbe confidato il questore ai suoi sulla scia delle parole di Mattarella, «ma bisogna ricostruire cosa è successo e chiarire quali sono le eventuali responsabilità da una parte e dall’altra», ha aggiunto.

I 13 referti del pronto soccorso, di certo, dimostrano quali conseguenze possano avere gli errori commessi da chi deve tutelare l’ordine pubblico. Di proteste di quel tipo, pro Palestina, in questo periodo a Pisa se ne fanno una alla settimana. Quella dell’altro giorno era pure poco partecipata, un’ottantina tra studenti e esponenti dei centri sociali.

Ora si cerca di capire chi ha fatto partire la carica e come mai. In base alle regole dell’ordine pubblico, tocca al dirigente responsabile decidere se è necessario muovere la celere. Il servizio era guidato da un uomo di lungo corso della questura pisana, sul punto di essere promosso e trasferito in un’altra città. Anche per questo c’è chi ritiene che il via potrebbe non averlo dato lui (cosa che comunque non escluderebbe le sue responsabilità) ma il caposquadra del reparto mobile. Infine, c’è anche l’ipotesi che sia stata addirittura la decisione autonoma di alcuni membri della celere, cosa che sarebbe comunque molto grave. Sarebbero partiti quando uno di loro è finito a terra per una spinta. Sul perché della carica, invece, si analizzeranno bene i video. Sempre secondo la questura ci sarebbero 15 minuti di girato precedente alle manganellate nel quale si vedrebbe l’aggressività dei manifestanti. I video disponibili fino ad ora, però, mostrano solo la violenza di uomini in divisa che rincorrono alcuni ragazzini.

Lo striscione degli ultras

A Pisa dopo quello che è successo c’è un’atmosfera pesante, le forze dell’ordine sono criticate dalle madri cinquantenni come dagli ultras della squadra locale (gioca in serie B) che ieri hanno lasciato uno striscione sotto la questura chiedendo le dimissioni di Salvo. Proprio la curva, tradizionalmente di sinistra, di recente ha goduto di una certa libertà, quando prima di una partita con lo Spezia, ha organizzato una manifestazione per lo stadio finita in piazza dei Miracoli. E nella stessa piazza, nel novembre scorso, erano arrivati pure gli antagonisti srotolando dalla torre una bandiera della Palestina. In città raccontano i due episodi per far capire come l’esercizio dell’ordine pubblico a Pisa ultimamente sia ben poco omogeneo.

La manifestazione di venerdì, dicevano ieri in questura, non era autorizzata, cosa non rara. In via San Frediano, però, al contrario che nelle occasioni precedenti, i ragazzi non hanno spiegato ai funzionari della polizia dove volevano andare. Non c’è stato un accordo sul percorso e il timore della polizia di non controllare i manifestanti, una volta entrati in piazza dei Cavalieri, ha surriscaldato l’atmosfera. I giovani volevano passare, i poliziotti temevano che finissero in piazza dei Miracoli, a farsi le foto sotto la torre. Quella stessa torre, “violata” più volte in passato, ma che adesso viene protetta a colpi di manganello.