Musetti contro Djokovic alle Olimpiadi, perché Lorenzo può andare finale: «Non ho mai giocato così bene a tennis»

diGaia Piccardi, inviata a Parigi

L'azzurro ha dato una lezione a Zverev ed in semifinale trova Nole «E stavolta  si gioca su tre set»

Il ragazzo che gioca il tennis dei gesti bianchi degli avi, è il pioniere che riscrive una pagina di storia del tennis italiano. Lorenzo Musetti da Carrara, Italy, giocatore intagliato con mano felice nelle cave di marmo in cui lavora il padre Francesco, ritocca il record di Uberto de Morpurgo, bronzo proprio qui a Parigi cento anni fa, nell’Olimpiade 1924, quando lo sport era mestiere per amatori e nobili con molto tempo libero: 44 Paesi, 3 mila atleti, il barone de Morpurgo, classe 1896 come i primi Giochi dell’era moderna, vincitore della finalina per il terzo posto con il padrone di casa Jean Borotra, che veniva dal trionfo a Wimbledon.

Lorenzo apprende l’informazione (non lo sapeva) e sorride: «Beh, un secolo dopo sarà anche ora di rinfrescare la storia...». Al Roland Garros, sul campo Lenglen rivestito con i cinque cerchi e, a un certo punto, con il tetto chiuso per timore della pioggia (decisione gradita perché la chiusura ha portato un po’ d’ombra in un giovedì di caldo africano), Musetti ha giocato il match quasi perfetto contro il campione olimpico in carica Alexander Zverev, finalista al Bois de Boulogne due mesi fa sconfitto da Carlos Alcaraz, numero 4 del mondo. «Sarebbe stata la partita perfetta se non mi fossi fatto fare il break del 5-4 — sottolinea l’azzurro — ma sono contento: in questo momento sento di poter battere chiunque e sono fiducioso anche per lo swing sul cemento americano, che comincerà dopo l’Olimpiade».

Quella di Lorenzo al rivale tedesco è stata una lezione di tennis su terra, dispensata nella giornata felice di un periodo felicissimo, propiziato dal bagno d’umiltà delle due finali challenger (Cagliari e Torino) quando il toscano faceva fatica a passare il primo turno dei tornei. Parliamo di fine aprile, non di anni fa. Eppure in pochi mesi, tra rosso e erba, il giovane papà di Ludovico è riuscito a ribaltare l’inerzia negativa, per trasformarla in energia positiva. Sono arrivati il fantasmagorico terzo turno con Djokovic sul centrale a Parigi, la semifinale a Stoccarda con Berrettini, la finale al Queen’s con Paul sconfitto qui ai Giochi da Alcaraz, la semifinale a Wimbledon, la finale a Umago, che con il senno di poi — anziché il passaggio di una scellerata programmazione — appare come la giusta rincorsa per il rosso olimpico.

È con nei muscoli le tossine di questo tour de force che Musetti ha regolato 7-5, 7-5 uno Zverev travolto dalla verve dell’avversario, che gli ha tagliato le gambe con la sua gamma infinita di smorzate. «Finalmente mi sento all’altezza del gioco e della solidità dei top 10 — spiega —, peccato che l’Olimpiade non dia punti...». Venerdì 2 agosto ritrova Djokovic (6-3, 7-6 a Tsitsipas con intervento del fisioterapista al ginocchio operato), per la terza volta di fila, certo di garantirsi la finalina per il bronzo (l’altra semifinale è Alacaraz-Aliassime) mentre la premiata ditta Jasmine Paolini-Sara Errani cerca la finale contro le ceche Muchova e Noskova.

Questo Musetti non ha più paura di niente: «Al bronzo non penso. Penso piuttosto a conquistare la finale dei Giochi. Il servizio è migliorato: con Fritz nei quarti ho messo a segno il 50% di prime. Concedo pochissimi errori gratuiti, sto giocando il mio miglior tennis». L’esultanza di Lorenzo è già un trend sui social: braccia larghe e poi in dito indice puntato verso lo scudetto tricolore sul petto. «Lo faccio dal primo giorno, ormai è un rito, è giusto ripeterlo». E il Djoker ferito ma mai morto, Lorenzo? «Tre mesi fa mi sconfisse sulla distanza, ma ora si gioca due set su tre. Tutto è possibile». Allez.

2 agosto 2024

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