Il ritorno a casa degli ostaggi liberati a Rafah, il lungo abbraccio con le mogli di Fernando e Louis

di Greta Privitera

I due, cognati e amici, hanno origini argentine. Sono stati liberati a Rafah dopo il raid notturno delle forze israeliane. hanno perso molto peso

Il ritorno a casa degli ostaggi liberati a Rafah, il lungo abbraccio con le mogli di Fernando e Louis

Tra tutte le fotografie che mandano i portavoce delle famiglie degli ostaggi, ce ne � una che colpisce per la sua bellezza dolorosa, quasi caravaggesca. Saranno i colori contrastanti — quel blu acceso del lenzuolo dell’ospedale, la maglia verde — o sar� quella luce che arriva da sinistra, ma l’abbraccio collettivo tra i prigionieri di Hamas appena liberati e le loro famiglie rimane negli occhi.

Erano 127 giorni che Fernando Simon Marman, 70 anni, e Louis Har, 60, attendevano questo momento. Ieri, in un raid notturno a Rafah — la citt� sul confine con l’Egitto, che ospita un milione e quattrocentomila profughi —, in un’operazione congiunta condotta dall’esercito israeliano, lo Shin Bet (i servizi segreti) e la polizia, i due uomini di origine argentina sono stati liberati. Erano nascosti al secondo piano di un edificio di quel territorio che intanto andava a fuoco sotto i bombardamenti israeliani che, secondo fonti palestinesi, hanno fatto almeno 67 morti — il totale delle vittime palestinesi � arrivato quasi a 28mila.

�Alle tre del mattino di luned� abbiamo ricevuto una telefonata a sorpresa. Ci hanno detto che erano in Israele. Siamo molto felici e rivederli � stato emozionante. Ci siamo subito abbracciati�, ha raccontato il genero di Har, Idan Barzano, al quotidiano Haaretz. I due uomini sono stati portati allo Sheba Medical Center, un ospedale che si trova nel centro di Israele, per accertamenti: �Le condizioni sono stabili�, dicono i medici. Anche se nelle chat delle famiglie degli ostaggi si dice abbiano perso molto peso.

Il 7 ottobre, Har e Marman erano stati rapiti dalla casa di Clara, 63 anni , sorella di Fernando e compagna di Louis, dal kibbutz Nir Yitzhak, al confine con la Striscia di Gaza. Quella mattina, i miliziani hanno preso tutti: Fernando, Louis, Clara, l’altra sorella Gabriela, 59 anni, la figlia Maya, 17, e anche il cane, Bella. Le tre donne sono state rilasciate come parte dell’accordo con Hamas, ma � con la scarcerazione dei due uomini che si chiude il cerchio: ora sono tutti liberi.

�Oggi abbiamo parlato solo di quello che � successo qui, e non di quello che � accaduto a loro�, racconta sempre Barzano. Non si sa ancora se siano stati tutto il tempo in un appartamento a Rafah o in qualche tunnel della Striscia. Non sappiamo se abbiano subito torture, che cosa abbiano visto, ascoltato, provato.

�In questo momento, la pi� grande preoccupazione di Louis � sapere come stanno i nipoti�. Infatti, nel sito dedicato agli ostaggi rimasti a Gaza, Har � descritto come �un nonno generoso (ha quattro figli, dieci nipoti), immigrato dall’Argentina, conosciuto per le sue capacit� gastronomiche e per la passione per il ballo�. Marman come �un padre buono, un grande appassionato di calcio�. I due — ci dicono — sono molto amici. Il loro rapimento � stato raccontato da Clara, liberata il 28 novembre: �I terroristi sono riusciti a buttare gi� tutto quello che avevo messo davanti alla porta della safe room . Sono entrati nella stanza e mia sorella ha detto in spagnolo “Ci uccidono tutti”�.

Clara ha anche condiviso le fatiche della sua liberazione: �Quando mi hanno detto che il mio nome rientrava nella lista dei “liberi”, non potevo essere felice di tornare a casa senza mio fratello e Louis. Ho risposto “resto qui con voi”, ma per loro non era un’opzione. Ci trovavamo a Rafah, cos� vicini al nostro kibbutz�. Prima di lasciare la Striscia, la sua prigione, e fare ritorno in Israele, Clara ha chiesto ad Har se volesse mandare un messaggio alla loro grande famiglia. Lui ha risposto cos�: �Aspettatemi nei “verdi giardini”, vi amo moltissimo e presto ci rivedremo e ci abbracceremo�. Har aveva ragione: in questi tempi di bombe e morte, sono 24 ore che gli abbracci di questi uomini tornati liberi ci raccontano la storia di una famiglia riunita.


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13 febbraio 2024 (modifica il 13 febbraio 2024 | 06:55)

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