DAL NOSTRO INVIATO
GERUSALEMME - Quanti errori. Che presunzione. Ai primi d’agosto, due mesi prima dell’attacco, i servizi israeliani dello Shin Bet ricevettero il messaggio da un informatore a Gaza: �Hamas sta preparando una operazione gigantesca nella settimana di Yom Kippur�. Ma si trattava d’una soffiata vecchia maniera, raccolta non si sa come, mentre gli 007 sono ormai abituati a lavorare solo sulle cosiddette Sigint, le intercettazioni elettroniche. Nessuno ci fece caso. E fu solo l’inizio d’una serie di topiche — documentate dalla tv israeliana Canale 12 e dal New York Times — cos� incredibili da portare al massacro del 7 ottobre.
7 ottobre, tutti gli errori commessi da Israele: poche armi e nessuna comunicazione
Due mesi prima dell’attacco il messaggio di un informatore a Gaza: �Hamas sta preparando un’operazione gigantesca�

Palestinesi si impadroniscono di un tank dopo aver attraversato la barriera di confine, il 7 ottobre (Afp)
Soldati in licenza e senza un piano di difesa
L’accusa � dell’ex vice capo della Divisione Gaza, Amir Avivi: �Un attacco a sorpresa non era previsto�. �Non ci si prepara per cose che si ritengono impossibili�, si giustifica l’ex consigliere di Bibi Netanyahu, Yaakov Amidror. A maggio, l’intelligence segnala �addestramenti speciali� di Hamas.
Eppure, a fine settembre, l’esercito sposta cento uomini dei corpi speciali in Cisgiordania, lasciando sul confine di Gaza solo tre generici battaglioni di fanteria e uno di tank: tutti insieme — errore strategico elementare — e tutti troppo vicini alla Striscia. Per la festa di Yom Kippur, poi, 1.500 soldati vengono mandati in licenza, compreso qualche comandante. Finisce che nella base di Nahal Oz i soldati debbano scappare. E che solo poco prima delle 9 del mattino tocchi allo Shin Bet, cosa rara, ordinare la mobilitazione militare.
Niente comunicazioni ufficiali, si usava Whatsapp
La centrale operativa di Tel Aviv riceve l’allarme alle 7,43. Ma passa un’ora, prima che qualcuno capisca l’enormit� dell’attacco e dia un ordine sul da farsi, inviando �tutte le forze disponibili a Sud�. Inspiegabile, l’assenza di comunicazioni. Il generale Barak Hiram, credendo di trovarsi in un’operazione di routine, va verso Gaza in auto: le cose cambiano, quando sul cellulare gli arrivano messaggi d’aiuto dei suoi soldati.
S’alza un elicottero di par�, ma i suoi target li individua solo leggendo le notizie su Telegram. L’unit� d’�lite Maglan viene allertata, per� nessuno le dice dove andare. Un’altra si muove alle 13,30 di propria iniziativa, senza ordini diretti. A guidare i primi interventi � un semplice cittadino di Netivot, un quarantenne che riceve via social le richieste disperate dal rave party e le gira ai militari. Solo alle 11 si viene a sapere che � in corso il peggiore dei massacri, nel kibbutz di Kfar Aza.
In prima linea coi riservisti e senza armi
L’impreparazione militare viene denunciata da molti soldati. Armi leggere, talvolta niente visori o giubbotti antiproiettile, di fronte a Hamas che usa lanciarazzi, piazza mine, ha mitragliatrici pesanti. La primissima linea a ridosso della Striscia � affidata alla Kitat Konenut, una specie di guardia civile formata da volontari: gente addestrata a casaccio, male equipaggiata.
Anche i riservisti, chiamati alla difesa, sembrano uscire dal film �Kippur� di Amos Gitai: David Ben Zion racconta al New York Times che in genere servono 24 ore, prima che le autorit� approvino �la lista della spesa� di quel che serve in combattimento. Hamas blocca le strade d’accesso, isolando l’intero comando militare della regione sud: in una base, i soldati vengono ammazzati mentre dormono ancora nelle camerate.
Tutti dicono: impossibile che Hamas ci invada
Buona parte dell’intelligence non crede che da Gaza possano preparare una vera guerra. E Hamas � trattato come un �semplice� caso di terrorismo. Si riducono le intercettazioni elettroniche, nessuno nota che da giorni siano fuori uso i dirigibili-spia posizionati sulla Striscia.
C’� un rapporto che individua solo pochi punti deboli della barriera difensiva: i terroristi apriranno 30 varchi. �Loro avevano armi superiori�, rivela il riservista Yair Ansbacher. E anche la Divisione Gaza si trova sottodimensionata per le festivit�. �Ma dov’� l’esercito?�, si chiedono i primi soldati, mandati allo sbaraglio nell’orrore del pogrom. Il governo israeliano ha aperto un’inchiesta su questo disastro. Non ora, non subito, ma qualcuno pagher�.
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30 dicembre 2023 (modifica il 30 dicembre 2023 | 19:56)
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