L’accordo � questo: lui, Gilad Korngold, fermo a casa a guardare le notizie in tv, mentre lei, la moglie Nitsa, all’headquarter delle famiglie in Leonardo Da Vinci street, a Tel Aviv, ad aspettare le novit� insieme agli altri parenti delle oltre 240 persone che il 7 ottobre scorso sono diventate �gli ostaggi di Hamas�. Il primo che sa qualcosa, chiama subito l’altro. �Nessuno pu� capire quello che stiamo passando. Sono 46 giorni che non abbiamo notizie dei nostri bambini e dei nostri figli, le parole delle ultime ore ci danno speranza, ma abbiamo anche paura di illuderci�, dice al Corriere Korngold, che dentro Gaza ha i nipoti Yahel, 3 anni, e Naveh, 8, il figlio Tal, la nuora Adi e altri tre familiari.
I bambini prigionieri di Hamas e i parenti col fiato sospeso: «Verranno tutti rilasciati?»
Le voci di chi attende la svolta: �Nessuno pu� capirci�. Alcuni giovani, se liberati, potrebbero essere separati dai loro genitori. �Un passo alla volta�

Le parole che teme possano essere illusioni sono quelle che circolano sui giornali israeliani: �Ci sarebbe un’intesa tra Israele e Hamas. I miliziani rilascerebbero cinquanta persone tra donne e bambini, mentre Israele rilascerebbe in cambio 150 prigionieri palestinesi�. Nella lista potrebbero aggiungersi anche gli anziani. �Il 7 ottobre, mio figlio e la sua famiglia sono stati rapiti dal kibbutz Be’eri, erano andati a trovare i genitori di mia nuora, l’altro nonno � stato ucciso. Sono dentro una centrifuga di angoscia e speranza�, dice Korngold. L’immagine che lo tormenta, che non lo fa dormire, � quella dei nipoti al freddo, magari al buio di un tunnel: �Mi chiedo se Tal e Nitsa siano insieme ai piccoli. Piangeranno? Avranno fame? Dovrebbero essere a casa a giocare con le bambole e i Lego�. Con Yahel e Naveh, intrappolati a Gaza ci sarebbero altri 35 minori, uno nato proprio in questi giorni.
�Mentre i vostri figli sono a scuola, i piccoli israeliani sono ancora ostaggi dei terroristi di Hamas�, � il post comparso sull’account ufficiale dello Stato d’Israele su X, in occasione della Giornata Internazionale per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Sul profilo, sono state condivise le storie di alcuni di loro. Come quella delle sorelle Aviv, 2 anni, e Raz, 4, di cui circola l’ultima foto scattata proprio il 7 ottobre, nel rifugio antimissile della famiglia, mentre, sorridenti, fanno colazione sedute intorno a un piccolo tavolino imbandito. Gira anche quella di Abigail Edan, 3 anni. Quando Hamas ha preso d’assalto il kibbutz Kfar Azza non ha risparmiato i suoi genitori. Lei � riuscita a scappare e chiedere riparo ai vicini di casa. La famiglia Brodutch ha accolto Abigail, ma Hamas � arrivata anche da loro. I miliziani hanno rapito tutta la famiglia, la piccola superstite compresa.
Non sappiamo esattamente quante siano le madri rapite, �ma sappiamo che tra i 37 minori, 17 hanno meno di 12 anni, uno ha cinque mesi�, racconta Rebecca Brindza, portavoce delle famiglie degli ostaggi. �Vorrei che tutti potessero vedere gli occhi di queste persone. Nelle ultime settimane nessuno si � ricordato dei nostri piccoli. I bambini sono bambini, sia a Gaza che a Tel Aviv. Oggi � il giorno pi� bello degli ultimi 46 perch� per la prima volta c’� speranza, ma � anche quello con pi� angoscia. Quali sono i nomi di chi verr� rilasciato? Un ragazzo di 17 anni � un bambino? Quando inizieranno con le operazioni di liberazione?�. Domande e dubbi che tormentano i parenti mentre aspettano.
�Mia moglie usa sempre la metafora del respiro che manca. Il suo modo per resistere a questo disastro � stato trasferirsi a vivere nell’headquarter di Da Vinci street. In mezzo agli altri parenti, si sente capita e meno schiacciata dall’ansia. Lavora per liberare, e quindi lavora per rivedere figli e nipoti�, dice Korngold. La felicit� che gli procura immaginare il prossimo abbraccio con Yahel e Naveh � strozzata dal pensiero di suo figlio che di sicuro, per ora, non torner�: �Un passo alla volta�.
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22 novembre 2023 (modifica il 22 novembre 2023 | 07:06)
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