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Joe Biden, 81, durante il suo terzo discorso sullo Stato dell’Unione: alle se spalle la vicepresidente Kamala Harris e lo speaker della Camera Mike Johnson (foto Afp/Saul Loeb) Sessantotto minuti di requisitoria serrata per denunciare minacce «interne ed esterne» alla democrazia e alle libertà dei cittadini americani. Un discorso definito dai media americani il più grintoso mai pronunciato da Joe Biden. Senza mai nominare Donald Trump per nome, il presidente ha attaccato per ben 13 volte quello che ha chiamato «il mio predecessore» su tutto: lo stop agli aiuti all’Ucraina, l’accordo bipartisan sull’immigrazione che proprio l’ex presidente ha fatto colare a picco, l’aumento del debito pubblico cresciuto soprattutto per via di duemila miliardi di sgravi fiscali da lui concessi soprattutto ai ricchi. E, poi, l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 e il tentativo di Trump di sovvertire l’esito del voto. Con l’accusa più netta: «Su quelle elezioni il mio predecessore ha sepolto la verità». E, ancora: «Non puoi amare il tuo Paese solo quando vinci». Non era mai successo che in un discorso sullo Stato dell’Unione un presidente attaccasse con tanta insistenza un suo avversario politico. Ma gli analisti non sono stati colti di sorpresa: è ormai iniziato, dopo il Supermartedì delle primarie, un testa a testa tra il presidente e Trump che durerà fino al voto del 5 novembre. Tutti, quindi, si aspettavano da Biden un discorso molto duro. Invocato anche dal suo partito che gli ha chiesto di dimostrare, davanti a un’opinione pubblica che deve in lui un vecchio presidente indebolito e vulnerabile, di avere ancora riserve insospettate di energia da spendere. Con alle sue spalle la vicepresidente Kamala Harris che si alzava di continuo per applaudirlo e lo speaker repubblicano della Camera, Mike Johnson, che faticava a mascherare il suo disagio rimanendo impassibile durante i passaggi-chiave del discorso o applaudendo in modo timido, guardingo, tenendo le mani quasi sotto il tavolo, Biden ha preso più volte di petto anche i repubblicani del Congresso: li ha provocati sulle tasse, sull’aborto, sull’immigrazione. I senatori democratici Elizabeth Warren del Massachusetts e Sheldon Whitehouse del Rhode Island applaudono Biden (foto Epa/Shawn Thew) E quando, rompendo la regola del decoro imposta da Johnson, qualche parlamentare repubblicano ha lanciato invettive contro il presidente, Biden è stato pronto a raccogliere e a polemizzare: sullo stop agli aiuti a Kiev («chi pensa che Putin si fermerà all’Ucraina si illude»), sulle tasse («volete regalare altri duemila miliardi ai ricchi?») e, soprattutto, sull’immigrazione. A Marjorie Taylor Greene, pasionaria di Trump che si è presentata in Parlamento vestita di rosso fiammante e gli ha urlato contro il nome di Laken Riley, una ragazza uccisa da un clandestino venezuelano, Biden ha risposto prontamente facendo le sue condoglianze alla famiglia da padre che ha perso figli giovani, ma ha anche rifiutato di criminalizzare tutti gli immigrati. Marjorie Taylor Greene, deputata trumpiana della Georgia (foto Epa/Shawn Thew) Di Europa ha parlato solo a proposito della guerra in Ucraina: democrazie sotto attacco, stigmatizzato il rifiuto dei repubblicani di dare via libera al pacchetto di aiuti militari a Kiev e di nuovo l’attacco a Trump per l’atteggiamento nei confronti della Russia: «Siamo passati dal “Gorbaciov abbatti quel muro” di Reagan al “Putin fai quello che vuoi dei Paesi Nato” del mio predecessore». E poi il contenimento della Cina non fornendole più le tecnologie più avanzate e strategiche degli Stati Uniti, mentre Trump, quando era alla Casa Bianca, ha fatto la faccia feroce con Pechino, ma non ha mai adottato misure efficaci. E il rebus mediorientale: riconoscimento del diritto di Israele di dare la caccia ai terroristi di Hamas che hanno fatto strage il 7 ottobre, ma anche l’obbligo per lo Stato ebraico di tutelare le vite dei civili palestinesi, inaccettabili i nuovi massacri e le sofferenze inflitte a gente inerme. Con l’annuncio della costruzione di un porto prefabbricato a Gaza per far affluire più rapidamente, su navi di grandi dimensioni, gli aiuti alla popolazione civile. Ma, avendo puntato su toni da campagna elettorale, Biden ha parlato soprattutto di aborto, diritti delle donne, economia. E lo ha fatto con accenti populisti: più tasse su imprese e miliardari, sgravi per i cittadini comuni, rilancio del ceto medio, tagli dei prezzi dei farmaci, no alla riduzione dell’assistenza sanitaria per gli anziani e all’aumento della loro età pensionabile. Continua a leggere sul sito del Corriere, cliccando qui. |
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