Stefano Pioli e il Milan in crisi: ora la fiducia è a tempo

Il Diavolo � di nuovo spalle al muro. E lo � soprattutto Stefano Pioli, mai come oggi. Per adesso il tecnico rossonero resta al suo posto, cos� si � deciso dopo una doverosa riflessione, ma qualcosa � cambiato, perch� rispetto a prima la fiducia � con riserva: la propriet� � (giustamente) furiosa e pretende una reazione netta gi� nella prossima partita, sabato 30 a San Siro contro il Sassuolo, storica bestia nera del Milan. L’ottavo di Coppa Italia col Cagliari il 2 e la trasferta di Empoli del 7 saranno altri due controesami delicatissimi.

Un altro rovinoso passo falso potrebbe a quel punto costare carissimo all’allenatore, che ieri ha diretto la seduta di scarico a Milanello in solitudine, prima del rompete le righe di oggi e domani. Anche se poi, in caso di esonero, il problema resta sempre lo stesso: chi prendere al suo posto? Individuare un sostituto adeguato alla situazione emergenziale e al progetto non � affatto semplice: sul mercato un profilo non c’�.

La riflessione (lucida) che viene fatta ai piani alti di Casa Milan � la seguente: quali garanzie pu� dare, oggi come oggi, un nuovo allenatore? Di certo non basta per far guarire d’un colpo tutti gli infortunati. Per quello, le soluzioni sono solo due: il tempo e il mercato di gennaio, che sar� decisivo per rimpolpare una difesa a pezzi. Si fa il nome di Abate, promettente coach della Primavera, amico di Zlatan Ibrahimovic. Ma avrebbe senso scaricargli addosso tutta questa responsabilit�, ora come ora, senza esperienza? E col rischio di bruciarlo?

L’indecente pareggio di Salerno, in casa dell’ultima in classifica, ha lasciato segni. E non poteva che essere cos�. Per il risultato che complica la corsa Champions, ma soprattutto per la prestazione, per l’atteggiamento, oltre che per l’ennesimo infortunio muscolare della stagione, quello di Tomori: lesione al flessore, niente operazione ma lo stop sar� lungo. Con trenta infortuni stagionali, la situazione � ormai paradossale.

E le giustificazioni pubbliche di Pioli dopo ogni partita non bastano pi�: se qualche testa deve saltare, fra preparatori e fisioterapisti, che salti subito. Anche se la verit� � che ormai � troppo tardi: gli errori nella preparazione, nei carichi di lavoro e nella prevenzione inefficace portano ormai a questi effetti e perci�, realisticamente, da qui in poi ci� che conta � contenere al massimo i danni.

Un altro problema poi � il rimpallo interno di responsabilit�. In questo senso un ruolo fondamentale lo avr� Ibrahimovic, che con la sua esperienza e la sua conoscenza della complessa galassia rossonera potr� dare una mano. Anche se, va ricordato, il suo � un ruolo di consulenza, quindi non ha incarichi decisionali diretti. Ma una mano la potr� dare. Anzi la deve dare. La sua parola, questo � certo, peser�.

Il suo debutto da senior advisor, venerd� in tribuna all’Arechi, dove si � beccato anche qualche insulto dai tifosi salernitani ai quali ha risposto con un paio di occhiatacce delle sue, non � stato memorabile. Ma sar� per lo meno servito per iniziare a farsi un’idea dei mali di questo Diavolo incostante. Anche i big stanno deludendo: Hernandez e Leao sono stati fra i peggiori a Salerno. Anche per l’atteggiamento, quasi che la partita, il contesto, non li riguardasse. L�, il caro vecchio Ibra spaccatutto pu� lasciare il segno. Siamo a Natale ed � inaccettabile che Rafa, 7 milioni di stipendio, abbia segnato tre gol. Come Jovic.

L’attaccante serbo � l’unica buona notizia: il suo risveglio consentir� alla dirigenza di concentrare il budget sulla difesa, che � la vera priorit�. Nel mirino Lenglet dell’Aston Villa e Mukiele del Psg. Il mercato sar� decisivo e non bisogner� sbagliarlo. Ma da solo non baster�. N� per il Milan n� per Pioli.

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