Genova e l'inchiesta su Toti, il procuratore: «Non abbiamo obblighi sui tempi dell'interrogatorio»
Nicola Piacente replica alle accuse della politica: «Ha rifiutato l'interrogatorio di garanzia, quello sì era subito in calendario secondo le procedure»
Il presidente della Regione Giovanni Toti «così come qualsiasi indagato, può presentare una memoria» o fare «spontanee dichiarazioni al Riesame». È quanto precisa il procuratore di Genova, Nicola Piacente, in merito alla fissazione della data in cui il governatore potrebbe essere sentito, ovvero nella settimana tra il 27 maggio e il 2 giugno. Quello davanti al pubblico ministero «non è un interrogatorio di garanzia» e dunque «non è obbligato a farlo» .
Sempre in via generica, continua il procuratore «l'indagato che decide di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip, può fare dichiarazioni spontanee. Anche al Riesame e se c'è urgenza può presentare memorie». L'unico momento in cui la procura è obbligata a interrogare l'indagato «è nella fase della chiusura indagini». In tutte le altre fasi, «è una decisione del pm sul se e sul quando».
Il procuratore Piacente ricorda così, con la procedura penale alla mano, che non sta agli indagati dettare o tentare di dettare i tempi dell'inchiesta: parole, quelle del magistrato, per respingere l'idea, ventilata soprattutto dal centrodestra, che l'inchiesta stia bloccando strumentalmente l'attività amministrativa.
Non ultime le affermazioni del viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, secondo il quale l'inchiesta blocca la nomina del nuovo presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale. A spiegarlo è stato il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi a margine di un convegno nel capoluogo ligure: «Il problema è che con l'arresto del presidente della
Regione l'intesa non sappiamo a chi chiederla. Abbiamo un'impasse
dal punto di vista formale su come procedere».