Maserati, 173 esuberi: 130 sono ingegneri e progettisti. La Fiom: addio ricerca

Anche per Maserati Modena si è tenuto l’incontro relativo alle uscite incentivate sugli esuberi di personale in applicazione dell’accordo quadro nazionale del gruppo Stellantis. Fiom Cgil non ha sottoscritto l’accordo per i 150 esuberi su Maserati, a cui si sommano 23 lavoratori a cartellino Stellantis, per un totale di 173 dipendenti.  Di questi, oltre 130 sono ingegneri e progettisti che dovrebbero garantire le capacità future dell’azienda. Il sindacato ha riferimento che la mancata sottoscrizione è dovuta alla considerazione dell’accordo come solo l’ennesimo segnale operativo della dismissione del gruppo Stellantis in Italia.

Ripercussioni su progetti e capacità produttiva

«Profonda preoccupazione per il futuro, che sembra sempre più un miraggio», si legge nella nota di Fiom Cgil a Modena in merito al destino di Maserati. Il sindacato spiega: «Si tratta di uscite volontarie, ma, in assenza di prospettive credibili, quale lavoratore non si guarderebbe intorno?». Si ipotizza, poi, che su Modena questa operazione potrebbe determinare la fine del progetto di ricerca e sviluppo avviato qualche anno fa nelle sede di Innovation Lab del plant di via Emilia Ovest. «Oltre ad avere ripercussioni negative sulle capacità produttive dello stabilimento di via Ciro Menotti — si legge ancora —, e quindi della sua piena ripresa produttiva, e per le ovvie ripercussione sull’indotto».

Dismissione delle attività in Italia

Uno scenario rispetto al quale la sigla si chiede: «Quali auto vernicerà Maserati che sta dismettendo tutte le nuove produzioni in Italia? Anche qualora l'Atelier funzionasse a pieno regime già a partire da fine 2024, come auspichiamo, sarebbe sufficiente a garantire la piena occupazione (quasi 200 operai) in assenza di nuovi modelli fino al 2025? Per il 2025 è previsto il nuovo modello elettrico, ma resta la domanda: un solo modello di auto potrà saturare la produzione?».

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