Stellantis, uscite incentivate per 1.085 lavoratori: il totale arriva a quasi 4 mila

Stellantis ieri ha ribadito che «gli accordi in corso di realizzazione con le organizzazioni sindacali a Torino e in altre realtà locali italiane rientrano nel percorso definito nell’accordo quadro siglato venerdì scorso (22 marzo) con le organizzazioni sindacali nazionali firmatarie del Contratto collettivo specifico di lavoro. Rientrano - affermava ancora il portavoce di Stellantis - nell'ambito delle iniziative attuate per affrontare gli effetti del processo di transizione energetica e tecnologica in corso e che sta interessando il settore automotive in tutti i suoi aspetti». Che la produzione non viaggi a pieno ritmo è ormai un dato di fatto. L’anno scorso le fabbriche italiane dell’ex Fiat hanno sfornato 751.384 unità, tra autovetture e veicoli commerciali, contro le 685.753 del 2022. A sollevare i volumi è la crescita di 65 mila unità determinatasi con le produzioni dei plant di Pomigliano d’Arco e di Atessa. In numeri nel complesso rimangono ancora sotto del 8,2% rispetto al 2019, periodo pre-Covid, dove si erano attestati complessivamente a 818.880 unità. Con questo bilancio, per arrivare al famoso milione di veicoli, più commerciali, in Italia è evidente che manca all’appello un terzo dell’attuale produzione. E lo storico stabilimento di Mirafiori, è quello che oggi – dopo il miraggio della salita della 500 elettrica - sta soffrendo di più (-9,3% la produzione rispetto al 2022). Mancano gli ordini e per le tute blu da febbraio è cominciata una lunga sequenza di ammortizzatori sociali. Dopo la cassa integrazione che interessa l'intero perimetro torinese della fabbrica per tutto marzo e aprile (per almeno 20 giorni), pochi giorni fa è stato annunciato l’uso di contratti di solidarietà alle Carrozzerie di Mirafiori fino al termine del 2024. Sono coinvolti 968 lavoratori complessivi impiegati sulle linee della Maserati. Dopo Pasqua è prevista una lunga serie di incontri al Ministero delle Imprese per affrontare il problema della saturazione delle fabbriche italiane.