DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — Pakistan, Iraq, Siria. �E non ci fermiamo qui�, proclama Mohammad Reza Ashtiani, il ministro della Difesa iraniano tanto per chiarire le prospettive a chi ancora solo �teme� che tutto il Medio Oriente sia coinvolto in un conflitto. I missili balistici volano sopra i cieli della regione, colpiscono i mercantili in navigazione sul Mar Rosso (prodotti dagli iraniani e sparati dagli Houthi), bersagliano (prodotti dagli iraniani e sparati dagli iraniani) i gruppi terroristi e le presunte basi del Mossad in tre Paesi confinanti.
L’Iran minaccia: non ci fermeremo. E Israele a Hezbollah: siamo pronti allo scontro
Teheran alza la posta dopo i missili su Iraq, Siria e Pakistan e avverte: preparate le bareI ribelli yemeniti contro l’Europa: �Le navi nel Mar Rosso? Difendono lo Stato ebraico�

Il regime a Teheran dichiara di aver voluto rispondere con i bombardamenti all’attentato del 3 gennaio a Kerman, quasi cento morti, a un’imboscata letale per undici suoi militari dal Baluchistan pachistano e contro i servizi segreti israeliani perch� sono i servizi segreti israeliani. Come recita lo slogan scritto sulla scia di fuoco di un razzo in un manifesto gigante appeso nella capitale: �Preparate le vostre bare�, in farsi e in ebraico, che non ci siano equivoci sul vero obiettivo dell’offensiva.
Il Pakistan richiama l’ambasciatore come pure l’Iraq, gli americani ridichiarano gli Houthi un’organizzazione terroristica, mentre il governo italiano spinge perch� l’Unione europea dia il via libera gi� la prossima settimana alla missione navale per contrastare gli assalti nel Mar Rosso perpetrati dal gruppo yemenita: �La necessit� � diventare operativi al pi� presto possibile�, commenta Antonio Tajani, il ministro degli Esteri. Gli Houthi di certo non stanno ad aspettare, come fa capire il portavoce: �Le sanzioni statunitensi non ci fermeranno e la decisione europea rappresenta un sostegno all’aggressione israeliana contro i palestinesi�.
Al giorno 103 di guerra per la prima volta il Qatar � riuscito a far entrare nella Striscia scatoloni di medicinali destinati anche al centinaio di ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Gli aiuti hanno rischiato di essere bloccati dalle pretese dei fondamentalisti che il convoglio non venisse ispezionato dall’esercito e dalle baruffe politiche interne al governo di Benjamin Netanyahu, con i ministri di estrema destra a lanciare accusa contro i moderati su chi avesse all’inizio accettato l’ingresso senza controlli.
Con il binocolo di Herzi Halevi, il capo di Stato Maggiore, sempre puntato anche sul Libano — �il rischio di scontro totale nei prossimi mesi tra noi ed Hezbollah � pi� alto� — le truppe a Gaza premono verso il centro di Khan Younis: i video emersi dalla Striscia mostrano i civili in fuga dall’ospedale Nasser dove si erano rifugiati in 7 mila, i palestinesi uccisi dall’inizio del conflitto sono oltre 24 mila. I portavoce di Tsahal accusano i jihadisti di usare le cliniche come base e di sfruttare la popolazione come scudo umano.
Nella citt� a sud della Striscia � nato e si nasconderebbe Yahya Sinwar, il capo di Hamas e pianificatore dell’invasione del 7 ottobre, 1.200 israeliani uccisi. Qui potrebbero essere tenuti anche i cento sequestrati rimasti: il consiglio di guerra ristretto resta diviso sulla strategia per la loro liberazione, Benny Gantz, che ha lasciato l’opposizione per la durata della guerra, li considera la priorit�, mentre Netanyahu — rivela il telegiornale del Canale 13 — si sarebbe opposto nei giorni scorsi alla nuova proposta per uno scambio di prigionieri.
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17 gennaio 2024 (modifica il 17 gennaio 2024 | 21:58)
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