Israele - Hamas in guerra, le notizie di oggi in diretta |

 |  29 Luglio

A Roma il summit su Gaza e ostaggi: il canale del dialogo resta aperto

(di Maurizio Caprara) Non ha portato ad annunci ufficiali di soluzione, ma neppure a fermare il confronto. Nella serata di ieri si poteva riassumere così la tappa romana della serie di incontri internazionali per trattare su Gaza compiuti di recente dai capi negoziatori di Stati Uniti, Israele, Egitto e Qatar con Hamas nella parte dell’interlocutore in differita. Nessuna informazione ufficiale sui 115 israeliani tuttora sequestrati degli oltre 250 ostaggi catturati il 7 ottobre scorso dagli integralisti islamici. Né la conversazione tra i direttori della Cia William Burns, del Mossad israeliano David Barnea, del Mukhabarat egiziano Abbas Kamel e il primo ministro qatariota Mohammed Al Thani ha indotto a diffondere notizie certe sulle modalità di un eventuale cessate il fuoco. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu tuttavia ha messo al corrente che i negoziatori avranno nuovi contatti nei prossimi giorni. 

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 |  29 Luglio

Netanyahu prepara l'affondo dopo l'attacco in Golan: in Libano si teme l’escalation

(di Marta Serafini, inviata a Tel  Aviv) Atterrato dagli Stati Uniti in anticipo di qualche ora sull’agenda, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu ha riunito il Gabinetto di sicurezza per decidere una risposta all’attacco missilistico di Hezbollah su un campetto da calcio nel Golan che sabato ha causato 12 vittime nella comunità drusa. La sensazione — sottolineano i media israeliani — è che Bibi approverà una rappresaglia su vasta scala, anche se resta da stabilirne la portata, così come è da capire se ciò scatenerà una guerra totale. Se un attacco israeliano sul Libano è certo, secondo la tv libanese sono però in corso sforzi diplomatici perché questo non avvenga sulle città principali, tra cui Beirut, e le aree densamente popolate.

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 |  28 Luglio

Strage firmata Hezbollah ma le vittime sono arabe. Le incognite della terza guerra

Lo sdegno per l’ultima strage perpetrata dalla milizia filo-iraniana Hezbollah stavolta è esploso anche nel mondo arabo. Perché le vittime, dodici ragazzini uccisi e trenta feriti mentre giocavano a calcio in un campetto a Majdal Shams nel Golan, sono arabe. Per la precisione drusi di origine arabo-siriana, residenti in una regione occupata da Israele dalla «guerra dei sei giorni» nel 1967.

I drusi appartengono a una religione a sé stante, di origine abramitica, con influenze sia dall’Islam ismailita sia dal cristianesimo. Sono arabi a tutti gli effetti. Di qui la condanna corale sui social media in lingua araba. Quasi corale, per la verità. Si distinguono delle voci palestinesi che accusano i drusi di essere «traditori»; più un infortunio clamoroso della Bbc che per diverse ore ha evitato di incolpare Hezbollah o di citare l’appartenenza drusa dei bambini. 

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